Una specie di ORTHOPOXVIRUS e 'l'agente di vaiolo Bovino etiologic. E' strettamente correlati a ma antigenically diversa da un virus vaccinia.
Una lieve, di mucche esplosivo malattia della pelle causata da un virus del vaiolo bovino, con lesioni che si verificano principalmente sulla mammella e tette. Umano infezione può verificarsi mentre mungere un animale infetto.
Un genere di famiglia, POXVIRIDAE sottofamiglia CHORDOPOXVIRINAE, comprendente molte specie di virus di infettare mammiferi. Questo genere causare infezioni generalizzata e un'eruzione cutanea in alcuni ospiti. Il tipo specie è vaccinia virus.
Una famiglia di virus a infettare mammiferi (compreso l ’ uomo), uccelli e gli insetti. Ci sono due subfamilies: CHORDOPOXVIRINAE, i virus del vaiolo di vertebrati e ENTOMOPOXVIRINAE, i virus del vaiolo di insetti.
Malattie causate dal virus POXVIRIDAE.
Il tipo ORTHOPOXVIRUS, correlati alla specie di virus del vaiolo bovino, ma il cui vero origine è sconosciuta. E 'stato usato come vaccino vivo contro il vaiolo. E' anche usato come vettore per inserire DNA estraneo in bestie. Rabbitpox virus e 'una specie di virus vaccinia.
Una specie di ORTHOPOXVIRUS causare infezioni nell ’ uomo. Nessuna infezione sono stati riportati dopo 1977 e il virus e 'ora considerato praticamente estinti.
Una specie di malattia ORTHOPOXVIRUS causando un'epidemia tra prigioniero primati.
Una specie di ORTHOPOXVIRUS infettando topi e causando una malattia che causa organi interni e produce caratteristica lesioni cutanee.
Una famiglia di inibitori della proteinasi serina simili in sequenza di aminoacidi e il meccanismo dell ’ inibizione, ma diverso tra la specificità verso enzimi proteolitica. Questa famiglia include alfa 1-Antitripsina, angiotensinogeno, ovoalbumina, antiplasmin, alfa 1-Antichimotripsina, thyroxine-binding proteine, complemento 1 Inactivators, l ’ antitrombina III, eparina cofattore II, Inattivatori Plasminogeni, Gene Y proteine, inibitori dell ’ attivatore del plasminogeno placentare e orzo Z proteine, alcuni membri della famiglia potrebbe essere substrati Serpin piuttosto che gli inibitori della serina Endopeptidasi, e alcuni serpins verificarsi nelle piante dove la loro funzione non è nota.
La famiglia di agile, keen-sighted manguste di Asia e Africa che si nutrono di roditori e i serpenti.
Le reazioni cutanee e sistemica occasionale con la vaccinazione con il vaiolo (Del Vaiolo Umano).
Proteine trovate in una specie di virus.
Malattie dei roditori dell'ordine rodentia. Questo termine include malattie Geomyidae Sciuridae (scoiattoli), (i), (Pouched Heteromyidae nei topi, Castoridae (castori), Cricetidae (ratto e nel topo), Muridae (Vecchio Mondo ratto e nel topo), Erethizontidae (porcospini) e Caviidae (cavie).
Una sottofamiglia di MURIDAE trovato quasi a livello mondiale e composta di circa 20 generi. Arvicole, pecore, e topi muschiati siano membri.
Professionisti, tecnici e assistenti LABORATORIES personale.
Una zona mostrando alterata colorazione comportamento nel nucleo o citoplasma di alcune cellule infettate con virus dell ’ inclusione corpi rappresentano "virus fabbriche" in cui virale dell ’ acido o proteine viene sintetizzato; altri sono solo oggetti del, lasciando macchie. Un esempio, Negri cadaveri sono presenti nel citoplasma or processes delle cellule nervose negli animali che sono morti di rabbia.
Un acuto, molto contagioso, spesso fatale causata da una malattia caratterizzata da un andamento bifasico orthopoxvirus corso febbrile particolari e si tratta di eruzioni cutanee progressiva. La vaccinazione sia riuscita a sradicare il vaiolo nel mondo. (Dorland cura di), 28
Il processo di moltiplicazione virale intracellulare, comprendente la sintesi di proteine; dell ’ ACIDS lipidi e, a volte, e i loro assemblea in una nuova particella infettive.
Virus la cui materiale genetico e 'RNA.
Accidentalmente acquisito in laboratorio.
Acido Carbon-containing phosphonic. Gli infortuni sono composti che avere carbonio legato ad ossigeno atomo o il fosforo atomo dell' (P = O) ossigeno struttura.
The functional ereditaria unità di virus.
La presenza di DNA da una fonte per il campione.
Una base della pirimidina è una unità di acidi nucleici.
Una specie di CERCOPITHECUS contenente tre sottospecie: C. Tantalo, C. e C. pygerythrus sabeus. Si trovano nei boschi e Savannah dell'Africa. Africa verde scimmia (C. pygerythrus) è il virus dell'immunodeficienza ospite naturale di scimmia e viene utilizzata per la ricerca sull'AIDS.
Le descrizioni di aminoacidi specifico, carboidrati o sequenze nucleotidiche apparse nella letteratura pubblicata e / o si depositano nello e mantenuto da banche dati come GenBank, EMBL (Laboratorio europeo di biologia molecolare), (Research Foundation, National Biomedical NBRF sequenza) o altri depositi.
Acido deossiribonucleico su materiale genetico di virus.
Stabilito colture cellulari con il potenziale di propagarsi a tempo indeterminato.
Componenti molecolari della cellula in grado di riconoscere e interagire con un virus, e che, dopo il legame, sono in grado di generare un segnale che innesca la catena di eventi precedenti la risposta biologica.
Processo di crescita virus negli animali vivi, piante, o colture cellulari.

Il virus del vaiolo bovino, noto anche come Orthopoxvirus bovis, è un tipo di virus a DNA a doppio filamento che appartiene alla famiglia Poxviridae. Questo virus è strettamente correlato al virus del vaiolo umano e causa una malattia simile nota come vaccinia o vaiolo bovino.

Il virus del vaiolo bovino era endemico tra il bestiame bovino in molte parti del mondo, compresa l'Europa e il Nord America, prima di essere eradicato grazie a programmi di vaccinazione di massa. Tuttavia, il virus può ancora essere trovato in alcune aree dell'Asia e dell'Africa.

La malattia causata dal virus del vaiolo bovino è caratterizzata da febbre, eruzioni cutanee, ulcerazioni delle mucose e lesioni sulla pelle. Può anche causare complicanze più gravi, come polmonite e sepsi, specialmente nei giovani animali o in quelli con sistemi immunitari indeboliti.

Il virus del vaiolo bovino può essere trasmesso all'uomo attraverso il contatto diretto con animali infetti o materiale contaminato, come la pelle squamata o le secrezioni nasali. Tuttavia, il rischio di trasmissione è considerato basso e non ci sono stati casi confermati di vaiolo bovino negli esseri umani dal 1976.

La vaccinazione contro il vaiolo umano fornisce una certa protezione contro il virus del vaiolo bovino, poiché i due virus sono strettamente correlati. Tuttavia, la maggior parte delle persone al mondo oggi non è più stata vaccinata contro il vaiolo umano, il che significa che potrebbero essere suscettibili alla malattia se esposte al virus del vaiolo bovino.

Il vaiolo bovino, noto anche come vaccinia bovina o cowpox, è una malattia virale zoonotica che appartiene alla stessa famiglia del vaiolo umano. Tradizionalmente, si pensava che il virus responsabile della malattia infettasse principalmente i bovini, ma ora sappiamo che altri animali come topi e scoiattoli possono anche ospitare e trasmettere il virus.

L'infezione umana si verifica più comunemente attraverso il contatto diretto con la pelle lesionata di animali infetti o tramite l'esposizione a materiali contaminati da un animale infetto, come lettiere o mangimi contaminati.

I sintomi del vaiolo bovino nell'uomo possono variare da lievi a gravi e includono febbre, mal di testa, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Dopo alcuni giorni, compaiono lesioni cutanee che iniziano come macchie rosse e si sviluppano in vescicole piene di liquido prima di seccarsi e formare croste. Le lesioni sono spesso più dolorose rispetto a quelle del vaiolo umano e possono apparire su diverse parti del corpo, inclusa la faccia.

Il vaiolo bovino è stato storicamente importante perché l'immunità al virus conferisce una protezione crociata contro il vaiolo umano. Infatti, il vaccino originale contro il vaiolo umano è stato sviluppato utilizzando il virus del vaiolo bovino. Tuttavia, dal 1980, il vaiolo umano è stato dichiarato eradicato a livello globale, e di conseguenza, la vaccinazione contro il vaiolo umano non viene più praticata in tutto il mondo.

Attualmente, il vaiolo bovino non rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica, ma può causare problemi economici e di salute negli animali domestici e selvatici. Pertanto, i programmi di sorveglianza e controllo sono mantenuti in alcuni paesi per prevenire la diffusione del virus tra le popolazioni animali.

Orthopoxvirus è un genere di virus a DNA appartenente alla famiglia Poxviridae. Questi virus sono noti per causare malattie infettive in animali a sangue caldo e occasionalmente anche nell'uomo. I membri più notevoli di questo genere includono il virus della varicella-zoster (VZV), che causa la varicella e il fuoco di Sant'Antonio, e il virus del vaiolo vaccinico (VACV), utilizzato nella produzione del vaccino contro il vaiolo. Il genere Orthopoxvirus comprende anche il virus del vaiolo (VARV), ora eradicato a livello globale grazie agli sforzi di vaccinazione su larga scala, e il virus del monkeypox (MPXV), che causa una malattia simile al vaiolo ma generalmente meno grave. I membri di questo genere sono in grado di infettare una varietà di ospiti, tra cui primati, roditori e bovini.

La famiglia Poxviridae comprende virus a DNA bicatenario, grandi e complessi, che causano malattie in animali a sangue freddo e a sangue caldo. I poxvirus più noti che infettano gli esseri umani sono il vaiolo varioloso (variola virus) e il vaiolo delle scimmie (monkeypox virus).

I virus della famiglia Poxviridae hanno un genoma lineare di DNA a doppia elica, che varia in lunghezza da circa 130 a 375 kilobasi paia. Hanno un capside icosaedrico e un involucro lipidico esterno. La loro particolarità è la presenza di una membrana virale interna, derivata dalla modificazione della membrana del citoplasma dell'ospite durante il processo di assemblaggio del virus.

I poxvirus sono in grado di replicarsi sia nel nucleo che nel citoplasma delle cellule ospiti. La loro riproduzione comporta la formazione di caratteristici vacuoli citoplasmatici, chiamati fattori di inclusione virali, dove il virus matura e si assembla prima di essere rilasciato dalle cellule infette.

Le malattie causate dai poxvirus possono presentare sintomi come febbre, eruzioni cutanee, vescicole o piaghe, che variano in gravità a seconda del tipo di virus e dell'ospite infetto. Il vaiolo varioloso, ad esempio, era una malattia altamente contagiosa e grave che ha causato milioni di morti nel corso della storia prima di essere dichiarata ufficialmente eradicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980.

Attualmente, il vaiolo delle scimmie è considerato un agente patogeno emergente preoccupante, poiché negli ultimi anni sono stati segnalati focolai di infezioni umane al di fuori dell'Africa centrale e occidentale, dove è endemico.

Le infezioni da Poxviridae si riferiscono a un'infezione causata dai virus appartenenti alla famiglia Poxviridae. Questa famiglia di virus include due generi principali che causano malattie importanti nella medicina umana: Orthopoxvirus e Parapoxvirus.

1. Orthopoxvirus: comprende il virus variola (variola major e alastrim), il virus vaccinia, il virus cowpox e il virus monkeypox. Il virus variola è noto per causare la varicella (varicella) e il vaiolo (variola major), che sono malattie infettive altamente contagiose e possono essere fatali. Il vaccino contro il vaiolo, derivato dal virus vaccinia, ha contribuito a eradicare la malattia a livello globale, sebbene episodi sporadici di infezione da vaccinia continuino ad accadere. L'infezione da cowpox e monkeypox può causare sintomi simili alla varicella, ma sono generalmente meno gravi del vaiolo.

2. Parapoxvirus: comprende il virus orfano, il virus pseudocowpox e il virus bovino parainfluenzale tipo 3. Questi virus causano infezioni della pelle che si manifestano con lesioni papulari o vescicolari, principalmente nelle persone che lavorano a stretto contatto con animali infetti, come pecore, capre e bovini.

Le infezioni da Poxviridae possono essere trattate con antivirali specifici per il virus, come il tecovirimat (TPOXX), approvato dalla FDA per il trattamento del vaiolo e delle infezioni correlate. Il vaccino contro il vaiolo può anche essere utilizzato come profilassi post-esposizione per prevenire l'insorgenza della malattia.

Un vaccino contro i virus è una preparazione biologica utilizzata per indurre una risposta immunitaria che fornirà immunità attiva ad un patogeno virale specifico. Il vaccino può contenere microrganismi vivi, attenuati o morti, o parti di essi, come proteine o antigeni purificati. L'obiettivo del vaccino è quello di esporre il sistema immunitario all'antigene virale in modo che possa riconoscerlo e sviluppare una risposta immunitaria protettiva specifica contro di esso, senza causare la malattia stessa.

I vaccini contro i virus sono uno strumento fondamentale nella prevenzione e nel controllo delle malattie infettive virali, come l'influenza, il morbillo, la parotite, la rosolia, la varicella, l'epatite A e B, il papillomavirus umano (HPV) e altri.

Esistono diversi tipi di vaccini contro i virus, tra cui:

1. Vaccini vivi attenuati: contengono un virus vivo che è stato indebolito in modo da non causare la malattia, ma ancora abbastanza forte per stimolare una risposta immunitaria protettiva. Esempi di vaccini vivi attenuati includono il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR) e il vaccino contro la varicella.
2. Vaccini inattivati: contengono un virus ucciso che non può causare la malattia ma può ancora stimolare una risposta immunitaria protettiva. Esempi di vaccini inattivati includono il vaccino contro l'influenza e il vaccino contro l'epatite A.
3. Vaccini a subunità: contengono solo una parte del virus, come una proteina o un antigene specifico, che può stimolare una risposta immunitaria protettiva. Esempi di vaccini a subunità includono il vaccino contro l'epatite B e il vaccino contro l'HPV.
4. Vaccini a mRNA: contengono materiale genetico (mRNA) che insegna al corpo a produrre una proteina specifica del virus, stimolando così una risposta immunitaria protettiva. Il vaccino COVID-19 di Pfizer-BioNTech e Moderna sono esempi di vaccini a mRNA.
5. Vaccini vettoriali: utilizzano un virus innocuo come vettore per consegnare il materiale genetico del virus bersaglio all'organismo, stimolando una risposta immunitaria protettiva. Il vaccino COVID-19 di AstraZeneca è un esempio di vaccino vettoriale.

I vaccini contro i virus sono fondamentali per prevenire e controllare le malattie infettive, proteggendo non solo l'individuo che riceve il vaccino ma anche la comunità nel suo insieme.

Il Virus del Vaiolo Umano, noto anche come Variola virus, è un DNA a doppio filamento della famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus. Questo virus è responsabile dell'infezione da vaiolo, una malattia infettiva altamente contagiosa che colpisce esclusivamente l'uomo. Il vaiolo è caratterizzato da febbre alta, eruzioni cutanee dolorose e lesioni piene di fluido che si sviluppano principalmente sul viso, sulle braccia e sulle gambe del paziente.

Il Virus del Vaiolo Umano ha una dimensione di circa 200-400 nanometri e possiede un complesso sistema genetico che codifica per più di 200 proteine, alcune delle quali sono cruciali per la replicazione virale e l'evasione del sistema immunitario dell'ospite. Il ciclo di vita del virus si svolge nel citoplasma della cellula ospite, dove produce particelle virali mature che vengono rilasciate dopo la lisi della cellula infetta.

La trasmissione del Virus del Vaiolo Umano avviene principalmente attraverso il contatto diretto con goccioline respiratorie o tramite fomiti contaminati. Il virus può sopravvivere per lunghi periodi nell'ambiente esterno, rendendo possibile la trasmissione indiretta.

Il Virus del Vaiolo Umano è stato dichiarato ufficialmente eradicato a livello globale nel 1980 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) grazie ad un'intensa campagna di vaccinazione e sorveglianza epidemiologica. Attualmente, i campioni del virus sono conservati solo in due laboratori di massima sicurezza negli Stati Uniti e in Russia, a scopo di ricerca scientifica e sviluppo di contromisure mediche in caso di riemersione accidentale o deliberata del virus.

Il Virus del Vaiolo delle Scimmie, noto anche come Monkeypox virus (MPXV), è un Orthopoxvirus che causa una malattia infettiva zoonotica con sintomi simili al vaiolo umano. L'infezione si verifica principalmente in regioni dell'Africa centrale e occidentale, dove è endemica.

Il virus può essere trasmesso dagli animali all'uomo (zoonosi) attraverso il contatto con sangue, fluidi corporei, lesioni cutanee o mucose di animali infetti come scimmie e roditori. La trasmissione interumana può verificarsi attraverso goccioline respiratorie, contatto diretto con lesioni cutanee o mucose di una persona infetta o tramite oggetti contaminati dal virus.

I sintomi del vaiolo delle scimmie includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi, eruzioni cutanee che iniziano sul viso e poi si diffondono ad altre parti del corpo. Le lesioni cutanee attraversano diverse fasi, inclusa la comparsa di vescicole piene di liquido prima della desquamazione finale. Il periodo di incubazione varia da 5 a 21 giorni e la malattia dura generalmente tra le 2 e le 4 settimane.

Il trattamento consiste principalmente nel supporto sintomatico, sebbene alcuni antivirali come il tecovirimat possano essere utilizzati in casi gravi o nelle persone ad alto rischio di malattie severe. La prevenzione include la riduzione dell'esposizione al virus attraverso misure di igiene e sicurezza, la vaccinazione contro il vaiolo umano offre una certa protezione crociata contro il vaiolo delle scimmie, sebbene la sua efficacia possa variare.

L'ectromelia infettiva, nota anche come "malattia del mouse morbillo", è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce principalmente i topi. È causata dal virus dell'ectromelia (VE), un membro della famiglia Poxviridae e del genere Orthopoxvirus, che include anche il virus variola (variolavirus) che causa il vaiolo nelle persone.

Il virus dell'ectromelia infettiva si diffonde principalmente attraverso il contatto diretto o indiretto con materiale infetto, come urine, feci o secrezioni respiratorie di topi infetti. L'infezione può verificarsi anche attraverso la trasmissione verticale, dove i virus vengono trasmessi dalla madre al feto attraverso la placenta.

I sintomi dell'ectromelia infettiva nei topi includono febbre, letargia, perdita di appetito, eruzioni cutanee e lesioni cutanee, ulcerazioni delle mucose, gonfiore dei linfonodi e paralisi. Nei casi più gravi, può verificarsi la morte dell'animale.

Il virus dell'ectromelia infettiva è stato storicamente utilizzato come modello sperimentale per studiare le infezioni da poxvirus e lo sviluppo di vaccini. Tuttavia, l'infezione da questo virus è stata eradicata in laboratori e colonie di topi in molti paesi, riducendo il rischio di esposizione umana.

La prevenzione dell'ectromelia infettiva si ottiene attraverso la gestione adeguata delle colonie di topi, l'isolamento dei topi infetti e l'utilizzo di procedure di biosicurezza appropriate per prevenire la diffusione del virus. Non esiste un trattamento specifico per l'ectromelia infettiva, ma i sintomi possono essere gestiti con cure di supporto.

La parola "serpine" non è comunemente utilizzata come termine medico. Tuttavia, in biochimica e biologia molecolare, le serpine sono una classe di proteine che agiscono come inibitori della serina proteasi. Questi inibitori sono importanti nella regolazione dei sistemi di coagulazione del sangue, fibrinolisi e infiammazione. Un esempio ben noto di serpina è l'antitrombina III, che aiuta a prevenire la formazione di coaguli di sangue inappropriati.

La mia conoscenza è limitata alla data fino al 2021. Mi dispiace, ma non sono in grado di accedere a informazioni più recenti. Vorrei confermarti che, basandomi sulle mie conoscenze statiche, 'Herpestidae' non è una definizione medica. Si riferisce ad una famiglia di mammiferi carnivori noti come manguste. Spero possa esserti utile!

La pustola vaccinica, nota anche come "pustola bianca del vaccino", è una reazione localizzata che si verifica in alcune persone dopo la vaccinazione contro il vaiolo. Si presenta come una piccola area di arrossamento e gonfiore nella sede dell'iniezione, seguita dalla formazione di una o più pustole piene di liquido bianco o giallastro. Queste pustole si seccano e formano una crosta in circa una settimana. La reazione può causare disagio lieve o moderato, ma di solito scompare senza trattamento entro un paio di settimane.

La pustola vaccinica è una risposta normale del sistema immunitario alla vaccinia, il virus vivo attenuato utilizzato nel vaccino contro il vaiolo. Tuttavia, alcune persone possono avere una reazione più grave o complicazioni, come l'infiammazione dei linfonodi vicini o la diffusione dell'infezione al di là del sito di iniezione. Queste complicanze sono generalmente rare e trattabili con cure mediche appropriate.

È importante notare che il vaccino contro il vaiolo non è più ampiamente utilizzato a causa della sua efficacia nel prevenire il vaiolo e del rischio di reazioni avverse gravi o complicanze. Tuttavia, può ancora essere raccomandato per alcune persone ad alto rischio di esposizione al virus del vaiolo, come i ricercatori che lavorano con il virus in laboratorio.

Le proteine virali sono molecole proteiche sintetizzate dalle particelle virali o dai genomi virali dopo l'infezione dell'ospite. Sono codificate dal genoma virale e svolgono un ruolo cruciale nel ciclo di vita del virus, inclusa la replicazione virale, l'assemblaggio dei virioni e la liberazione dalle cellule ospiti.

Le proteine virali possono essere classificate in diverse categorie funzionali, come le proteine strutturali, che costituiscono la capside e il rivestimento lipidico del virione, e le proteine non strutturali, che svolgono una varietà di funzioni accessorie durante l'infezione virale.

Le proteine virali possono anche essere utilizzate come bersagli per lo sviluppo di farmaci antivirali e vaccini. La comprensione della struttura e della funzione delle proteine virali è quindi fondamentale per comprendere il ciclo di vita dei virus e per sviluppare strategie efficaci per prevenire e trattare le infezioni virali.

Le "Malattie dei Roditori" non sono una singola entità nosologica, ma piuttosto un termine generale utilizzato per descrivere una vasta gamma di malattie e condizioni che possono essere trasmesse dagli animali da roditori (come ratti, topi, criceti, scoiattoli e arvicole) all'uomo. Queste malattie possono essere batteriche, virali, fungine o parassitarie.

Ecco alcuni esempi di malattie dei roditori:

1. Leptospirosi: Una malattia infettiva causata dal batterio Leptospira interrogans, che può essere trasmessa all'uomo attraverso l'urina di ratti infetti. I sintomi possono variare da lievi a gravi e includono febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari, nausea e vomito.

2. Salmonellosi: Una malattia infettiva causata dal batterio Salmonella spp., che può essere trasmessa all'uomo attraverso il consumo di cibi o bevande contaminati da feci di roditori. I sintomi includono diarrea, crampi addominali, nausea e vomito.

3. Hantavirus: Un virus che può causare una grave malattia polmonare chiamata febbre emorragica sindromica da hantavirus (HES). È trasmessa all'uomo attraverso l'inalazione di particelle di urina, feci o saliva di roditori infetti.

4. Tularemia: Una malattia batterica causata dal batterio Francisella tularensis, che può essere trasmessa all'uomo attraverso la puntura di insetti infetti, il contatto con animali infetti o l'ingestione di cibo o acqua contaminati. I sintomi possono variare a seconda del modo in cui si è stati infettati e includono febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari e tosse secca.

5. Peste: Una malattia batterica causata dal batterio Yersinia pestis, che può essere trasmessa all'uomo attraverso la puntura di pulci infette o il contatto con animali infetti. I sintomi possono includere febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari e gonfiore dei linfonodi.

Per prevenire l'infezione da questi patogeni, è importante adottare misure igieniche appropriate, come lavarsi le mani regolarmente, cucinare bene i cibi e mantenere pulite le superfici di cottura. Inoltre, è importante evitare il contatto con roditori selvatici e le loro feci, urina o saliva. Se si sospetta un'infezione da uno di questi patogeni, è importante consultare immediatamente un medico.

Arvicolinae è un sottordine di roditori, noti comunemente come campagnoli o topi-topo. Questo gruppo comprende circa 150 specie diverse, tra cui i topi delle tane, le lepri terrestri e i castori acquatici. Questi animali sono caratterizzati da una crescita rapida, una breve durata della vita e una prolificità elevata. Molte specie di Arvicolinae sono importanti per l'ecologia dei loro habitat naturali, poiché svolgono un ruolo cruciale nella catena alimentare e nel ciclo dei nutrienti. Tuttavia, alcune specie possono anche essere considerate dannose quando entrano in contatto con l'agricoltura umana o invadono aree residenziali.

Il personale di laboratorio in campo medico comprende professionisti sanitari altamente qualificati che svolgono test di laboratorio, analisi e ricerche per supportare la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle malattie. Questi professionisti possono ricoprire diversi ruoli e titoli, come:

1. Tecnici di laboratorio biomedico (MT): persone che eseguono test di laboratorio standardizzati per analizzare campioni biologici, come sangue o tessuti, al fine di fornire informazioni cruciali su eventuali condizioni mediche dei pazienti.

2. Tecnologi di laboratorio medico (MLT): professionisti più specializzati che eseguono test di laboratorio più complessi e richiedono una laurea associata o equivalente. Possono concentrarsi su aree specifiche, come chimica clinica, microbiologia, patologia o genetica molecolare.

3. Specialisti in scienze della salute (SHS): professionisti con un master o un dottorato di ricerca in una disciplina scientifica pertinente, che svolgono ricerche avanzate e forniscono consulenze specialistiche per il personale clinico.

4. Assistenti medici di laboratorio (LMA): individui che supportano il lavoro dei tecnici e dei tecnologi di laboratorio, preparando campioni, mantenendo l'attrezzatura e svolgendo altre attività amministrative.

Il personale di laboratorio deve seguire rigide procedure e linee guida per garantire la precisione e l'affidabilità dei risultati dei test. Sono anche responsabili della gestione e del mantenimento delle apparecchiature di laboratorio, nonché dell'archiviazione e della protezione dei dati sensibili dei pazienti.

I Corpi D'Inclusione Virali (Viral Inclusion Bodies, VIB) sono aggregati proteici intracellulari che si formano durante l'infezione da parte di alcuni virus. Questi corpi sono tipicamente composti da proteine virali e materiale genetico (DNA o RNA), e possono essere trovati all'interno del nucleo o del citoplasma della cellula infetta.

I Corpi D'Inclusione Virali possono avere diverse forme e dimensioni, a seconda del tipo di virus che ha infettato la cellula. Alcuni di essi sono visibili solo al microscopio elettronico, mentre altri possono essere visti anche con un microscopio ottico.

La presenza di Corpi D'Inclusione Virali è spesso utilizzata come marcatore per la diagnosi di infezioni virali specifiche. Ad esempio, i corpi d'inclusione di citomegalovirus sono comunemente trovati nel citoplasma delle cellule infette e possono essere visti al microscopio ottico utilizzando colorazioni specifiche.

Tuttavia, è importante notare che la presenza di Corpi D'Inclusione Virali non è sempre sinonimo di infezione attiva, poiché possono persistere all'interno delle cellule anche dopo che il virus è stato eliminato.

Il vaiolo è una malattia infettiva causata dal virus Variola, appartenente alla famiglia Poxviridae. Si trasmette principalmente attraverso droplet respiratori emessi da persone infette durante il periodo di incubazione e nelle prime fasi della malattia. Il vaiolo si presenta con febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e stanchezza, seguiti da eruzioni cutanee che iniziano sul viso e successivamente si diffondono al resto del corpo. Le lesioni cutanee si evolvono attraverso diverse fasi, inclusa la formazione di croste, prima di guarire con cicatrici. Il vaiolo può causare complicazioni gravi o fatali, come polmonite, encefalite e sepsi. Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo, ma i sintomi possono essere gestiti con supporto medico. La vaccinazione è stata efficace nel prevenire l'infezione da vaiolo ed è stata utilizzata a livello globale per eradicare la malattia, dichiarata ufficialmente estinta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980.

La replicazione del virus è un processo biologico durante il quale i virus producono copie di sé stessi all'interno delle cellule ospiti. Questo processo consente ai virus di infettare altre cellule e diffondersi in tutto l'organismo ospite, causando malattie e danni alle cellule.

Il ciclo di replicazione del virus può essere suddiviso in diverse fasi:

1. Attaccamento e penetrazione: Il virus si lega a una specifica proteina presente sulla superficie della cellula ospite e viene internalizzato all'interno della cellula attraverso un processo chiamato endocitosi.
2. Decapsidazione: Una volta dentro la cellula, il virione (particella virale) si dissocia dalla sua capside proteica, rilasciando il genoma virale all'interno del citoplasma o del nucleo della cellula ospite.
3. Replicazione del genoma: Il genoma virale viene replicato utilizzando le macchinari e le molecole della cellula ospite. Ci sono due tipi di genomi virali: a RNA o a DNA. A seconda del tipo, il virus utilizzerà meccanismi diversi per replicare il proprio genoma.
4. Traduzione e assemblaggio delle proteine: Le informazioni contenute nel genoma virale vengono utilizzate per sintetizzare nuove proteine virali all'interno della cellula ospite. Queste proteine possono essere strutturali o enzimatiche, necessarie per l'assemblaggio di nuovi virioni.
5. Assemblaggio e maturazione: Le proteine virali e il genoma vengono assemblati insieme per formare nuovi virioni. Durante questo processo, i virioni possono subire modifiche post-traduzionali che ne consentono la maturazione e l'ulteriore stabilità.
6. Rilascio: I nuovi virioni vengono rilasciati dalla cellula ospite, spesso attraverso processi citolitici che causano la morte della cellula stessa. In altri casi, i virioni possono essere rilasciati senza uccidere la cellula ospite.

Una volta che i nuovi virioni sono stati rilasciati, possono infettare altre cellule e continuare il ciclo di replicazione. Il ciclo di vita dei virus può variare notevolmente tra specie diverse e può essere influenzato da fattori ambientali e interazioni con il sistema immunitario dell'ospite.

Un virus a RNA è un tipo di virus che utilizza l'RNA (acido ribonucleico) come materiale genetico anziché DNA (acido desossiribonucleico). Questi virus sono classificati in diversi gruppi sulla base delle loro caratteristiche strutturali e replicative. Alcuni esempi di virus a RNA includono il virus dell'influenza, il virus della rabbia, il virus del morbillo, il virus dell'epatite C e il coronavirus (compreso il SARS-CoV-2 che causa la COVID-19).

I virus a RNA possono essere ulteriormente suddivisi in diversi gruppi:

1. Virus a RNA a singolo filamento (ssRNA): questi virus hanno un singolo filamento di RNA come materiale genetico. Possono essere monopartiti, con il genoma intero contenuto in un singolo segmento di RNA, o bipartiti, con il genoma suddiviso in due segmenti di RNA.
2. Virus a RNA a doppio filamento (dsRNA): questi virus hanno due filamenti complementari di RNA come materiale genetico. Il loro genoma è organizzato in segmenti, e possono essere classificati come virus a RNA segmentati a doppio filamento.

I virus a RNA utilizzano diverse strategie per replicarsi all'interno delle cellule ospiti. Alcuni usano un meccanismo di replicazione a "copia retro" (retro-trascrizione), in cui l'RNA viene prima trasformato in DNA, che poi si integra nel genoma dell'ospite. Questo processo è noto come replicazione virale retrograda o replicazione a copia retro. Altri virus a RNA utilizzano un meccanismo di replicazione "della catena positiva", in cui il filamento di RNA a catena positiva funge da matrice per la sintesi del filamento complementare a catena negativa, che viene quindi utilizzato come modello per produrre nuove copie del genoma virale.

I virus a RNA sono responsabili di diverse malattie infettive in umani, animali e piante. Alcuni esempi di virus a RNA che causano malattie negli esseri umani includono il virus dell'influenza, il virus della poliomielite, il virus del morbillo, il virus della rosolia, il virus dell'epatite C e il virus HIV (Human Immunodeficiency Virus).

Un'infezione da laboratorio, nota anche come infezione iatrogena o infezione nosocomiale da laboratorio, si riferisce a un'infezione che si verifica come conseguenza dell'esposizione a microrganismi patogeni o potenzialmente patogeni durante le attività di laboratorio. Queste infezioni possono verificarsi quando i microrganismi entrano in contatto con mucose, cute lesa o membrane mucose danneggiate, attraverso l'inalazione di aerosol, il contatto diretto o accidentale con ferite aperte, lesioni agli occhi o consumo accidentale.

Le infezioni da laboratorio possono verificarsi in diversi ambienti di lavoro, tra cui laboratori clinici, di ricerca e industriali. Sono particolarmente comuni nei laboratori che lavorano con microrganismi patogeni o potenzialmente patogeni, come batteri, virus, funghi e parassiti.

Le misure preventive per ridurre il rischio di infezioni da laboratorio includono l'uso appropriato di attrezzature di protezione individuale (PPE), come guanti, camici, maschere e occhiali, nonché la pratica di tecniche di manipolazione sicure dei microrganismi. Inoltre, è importante mantenere un ambiente di laboratorio pulito e disinfettato, seguire le procedure standard per il lavoro con agenti biologici pericolosi e disporre in modo sicuro dei rifiuti infetti.

Se si sospetta un'infezione da laboratorio, è importante cercare immediatamente assistenza medica e informare il personale di laboratorio e sanitario delle potenziali esposizioni ai microrganismi per ricevere una diagnosi e un trattamento tempestivi.

Gli organofosfonati sono una classe di composti chimici che contengono un legame fosforo-carbonio. Sono ampiamente utilizzati in ambito agricolo come pesticidi e insetticidi, nonché in altri settori per applicazioni industriali e militari.

In medicina, il termine "organofosfonati" si riferisce spesso a una sottoclasse specifica di composti chiamati esteri fosforici organici, che sono noti per inibire l'acetilcolinesterasi (AChE), un enzima importante nel sistema nervoso. L'inibizione dell'AChE porta ad un accumulo di acetilcolina, un neurotrasmettitore, nei collegamenti neuromuscolari e sinaptici, causando una serie di sintomi che possono includere nausea, vomito, sudorazione, lacrimazione, midriasi, bradicardia, ipotensione, convulsioni e, in casi gravi, morte.

L'esposizione agli organofosfonati può verificarsi per inalazione, ingestione o contatto cutaneo. Le fonti di esposizione possono includere l'uso di pesticidi contenenti organofosfonati, incidenti industriali o, nel caso di uso militare, armi chimiche come il sarin e il VX.

Il trattamento per l'esposizione agli organofosfonati include la somministrazione di farmaci anticolinergici come l'atropina, che possono bloccare i recettori muscarinici dell'acetilcolina e alleviare i sintomi. In alcuni casi, può essere necessario un supporto respiratorio e altri trattamenti di supporto per gestire le complicanze associate all'esposizione.

I geni virali si riferiscono a specifiche sequenze di DNA o RNA che codificano per proteine o molecole funzionali presenti nei virus. Questi geni sono responsabili della replicazione del virus e della sua interazione con le cellule ospiti. Essi determinano la patogenicità, la virulenza e il tropismo tissutale del virus. I geni virali possono anche subire mutazioni che portano a una resistenza ai farmaci antivirali o alla modifica delle caratteristiche immunologiche del virus. L'analisi dei geni virali è importante per la comprensione della biologia dei virus, nonché per lo sviluppo di strategie di prevenzione e trattamento delle malattie infettive causate da virus.

La contaminazione del DNA si riferisce alla presenza indesiderata e non intenzionale di materiale genetico (DNA o RNA) in un campione che può influenzare negativamente i risultati degli esperimenti di biologia molecolare. La contaminazione del DNA può derivare da diverse fonti, come l'ambiente di laboratorio, il reagente o il materiale utilizzato nella procedura sperimentale.

Ad esempio, la contaminazione del DNA durante il processo di amplificazione del DNA mediante la reazione a catena della polimerasi (PCR) può portare alla produzione di prodotti non specifici o alla formazione di falsi positivi. Ciò può comportare conclusioni errate e una ridotta affidabilità dei risultati sperimentali.

Pertanto, è fondamentale adottare misure preventive per evitare la contaminazione del DNA, come l'uso di indumenti protettivi, la disinfezione delle superfici e degli strumenti di laboratorio, la preparazione di soluzioni sterili e il mantenimento della separazione fisica tra le aree di lavoro per la preparazione dei campioni e quelle per l'amplificazione del DNA.

La citosina è uno dei quattro nucleotidi che costituiscono le unità fondamentali delle molecole di DNA e RNA. È rappresentata dal simbolo "C" ed è specificamente una base azotata pirimidinica. Nella struttura del DNA, la citosina si accoppia sempre con la guanina (G) tramite legami a idrogeno, formando una coppia di basi GC stabile. Questa relazione è importante per la replicazione e la trascrizione genetica. Nel RNA, tuttavia, l'uracile sostituisce la citosina come partner della guanina. La citosina svolge un ruolo cruciale nella regolazione dell'espressione genica e nelle mutazioni genetiche quando viene deaminata in uracile, il che può portare a errori di replicazione o riparazione del DNA. È importante notare che questa definizione si riferisce specificamente alla citosina nel contesto della biologia molecolare e genetica.

La definizione medica di 'Cercopithecus aethiops' si riferisce ad una specie di primati della famiglia Cercopithecidae, nota come il cercopiteco verde o il babbuino oliva. Questo primate originario dell'Africa ha una pelliccia di colore verde-oliva e presenta un distinto muso nudo con colorazione che varia dal rosa al nero a seconda del sesso e dello stato emotivo.

Il cercopiteco verde è noto per la sua grande agilità e abilità nel saltare tra gli alberi, oltre ad avere una dieta onnivora che include frutta, foglie, insetti e occasionalmente piccoli vertebrati. Questa specie vive in gruppi sociali complessi con gerarchie ben definite e comunicano tra loro utilizzando una varietà di suoni, espressioni facciali e gesti.

In termini medici, lo studio del cercopiteco verde può fornire informazioni importanti sulla biologia e sul comportamento dei primati non umani, che possono avere implicazioni per la comprensione della salute e dell'evoluzione degli esseri umani. Ad esempio, il genoma del cercopiteco verde è stato sequenziato ed è stato utilizzato per studiare l'origine e l'evoluzione dei virus che colpiscono gli esseri umani, come il virus dell'immunodeficienza umana (HIV).

I Dati di Sequenza Molecolare (DSM) si riferiscono a informazioni strutturali e funzionali dettagliate su molecole biologiche, come DNA, RNA o proteine. Questi dati vengono generati attraverso tecnologie di sequenziamento ad alta throughput e analisi bioinformatiche.

Nel contesto della genomica, i DSM possono includere informazioni sulla variazione genetica, come singole nucleotide polimorfismi (SNP), inserzioni/delezioni (indels) o varianti strutturali del DNA. Questi dati possono essere utilizzati per studi di associazione genetica, identificazione di geni associati a malattie e sviluppo di terapie personalizzate.

Nel contesto della proteomica, i DSM possono includere informazioni sulla sequenza aminoacidica delle proteine, la loro struttura tridimensionale, le interazioni con altre molecole e le modifiche post-traduzionali. Questi dati possono essere utilizzati per studi funzionali delle proteine, sviluppo di farmaci e diagnosi di malattie.

In sintesi, i Dati di Sequenza Molecolare forniscono informazioni dettagliate sulle molecole biologiche che possono essere utilizzate per comprendere meglio la loro struttura, funzione e varianti associate a malattie, con implicazioni per la ricerca biomedica e la medicina di precisione.

Il DNA virale si riferisce al genoma costituito da DNA che è presente nei virus. I virus sono entità biologiche obbligate che infettano le cellule ospiti e utilizzano il loro macchinario cellulare per la replicazione del proprio genoma e la sintesi delle proteine.

Esistono due tipi principali di DNA virale: a doppio filamento (dsDNA) e a singolo filamento (ssDNA). I virus a dsDNA, come il citomegalovirus e l'herpes simplex virus, hanno un genoma costituito da due filamenti di DNA complementari. Questi virus replicano il loro genoma utilizzando enzimi come la DNA polimerasi e la ligasi per sintetizzare nuove catene di DNA.

I virus a ssDNA, come il parvovirus e il papillomavirus, hanno un genoma costituito da un singolo filamento di DNA. Questi virus utilizzano enzimi come la reverse transcriptasi per sintetizzare una forma a doppio filamento del loro genoma prima della replicazione.

Il DNA virale può causare una varietà di malattie, dalle infezioni respiratorie e gastrointestinali alle neoplasie maligne. La comprensione del DNA virale e dei meccanismi di replicazione è fondamentale per lo sviluppo di strategie di prevenzione e trattamento delle infezioni virali.

In medicina, una linea cellulare è una cultura di cellule che mantengono la capacità di dividersi e crescere in modo continuo in condizioni appropriate. Le linee cellulari sono comunemente utilizzate in ricerca per studiare il comportamento delle cellule, testare l'efficacia e la tossicità dei farmaci, e capire i meccanismi delle malattie.

Le linee cellulari possono essere derivate da diversi tipi di tessuti, come quelli tumorali o normali. Le linee cellulari tumorali sono ottenute da cellule cancerose prelevate da un paziente e successivamente coltivate in laboratorio. Queste linee cellulari mantengono le caratteristiche della malattia originale e possono essere utilizzate per studiare la biologia del cancro e testare nuovi trattamenti.

Le linee cellulari normali, d'altra parte, sono derivate da tessuti non cancerosi e possono essere utilizzate per studiare la fisiologia e la patofisiologia di varie malattie. Ad esempio, le linee cellulari epiteliali possono essere utilizzate per studiare l'infezione da virus o batteri, mentre le linee cellulari neuronali possono essere utilizzate per studiare le malattie neurodegenerative.

E' importante notare che l'uso di linee cellulari in ricerca ha alcune limitazioni e precauzioni etiche da considerare, come il consenso informato del paziente per la derivazione di linee cellulari tumorali, e la verifica dell'identità e della purezza delle linee cellulari utilizzate.

I recettori dei virus sono proteine presenti sulla superficie delle cellule ospiti che i virus utilizzano come punti di ancoraggio per entrare e infettare la cellula. I virus si legano specificamente a questi recettori utilizzando le proprie proteine di superficie, noti come proteine virali. Questa interazione specifica tra il recettore della cellula ospite e la proteina virale consente al virus di entrare nella cellula e di sfruttarne le risorse per replicarsi.

I diversi tipi di virus utilizzano recettori diversi, e la specificità del recettore può determinare l'ospite suscettibile al virus e il tropismo tissutale del virus all'interno dell'ospite. Ad esempio, il virus dell'influenza si lega ai recettori di acido sialico presenti sulle cellule epiteliali respiratorie, mentre il virus dell'HIV si lega al recettore CD4 e ai co-recettori CCR5 o CXCR4 presenti su alcune cellule del sistema immunitario.

La comprensione dei meccanismi di interazione tra i virus e i loro recettori è importante per lo sviluppo di strategie terapeutiche ed interventi preventivi contro le infezioni virali, come ad esempio l'uso di anticorpi neutralizzanti o di farmaci che bloccano la interazione tra il virus e il suo recettore.

In virologia, una "cultura virale" si riferisce al processo di crescita e moltiplicazione dei virus in un ambiente controllato, ad esempio in colture cellulari o embrioni di uova di gallina. Questo metodo è comunemente utilizzato per studiare le caratteristiche e il comportamento dei virus, nonché per la produzione di vaccini e altri prodotti terapeutici.

Nel processo di cultura virale, i virus vengono inoculati in un mezzo di coltura appropriato, come cellule animali o vegetali, dove possono infettare le cellule ospiti e utilizzarne i meccanismi per replicarsi. I virus prelevano la macchina cellulare dell'ospite per sintetizzare nuove particelle virali, che vengono quindi rilasciate nella coltura quando le cellule infette si rompono o muoiono.

La cultura virale è un importante strumento diagnostico e di ricerca, poiché consente agli scienziati di identificare e caratterizzare i virus in modo specifico e sensibile. Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni per la sicurezza associate alla coltura virale, poiché alcuni virus possono essere pericolosi o letali per l'uomo. Pertanto, è essenziale che le procedure di sicurezza appropriate vengano seguite durante il processo di cultura virale per prevenire la diffusione accidentale dei patogeni.

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