Vertebre Lombari
Vertebre Toraciche
Spondilolisi
Vertebre Cervicali
Densità Ossea
Tessuto Osseo E Ossa
Sacro
Neoplasie Della Colonna Vertebrale
Fusione Spinale
Osteoporosi
Coste
Malattie Della Colonna Vertebrale
Polimetilmetacrilato
Tomografia Computerizzata A Raggi X
Intervertebral Disc
Fissatori Interni
Struttura Portante
Biomechanical Phenomena
Sviluppo Osseo
Articolazione Zigapofiseale
Resistenza A Compressione
Malattie Metaboliche Delle Ossa
Mineralogia Ossea Ad Assorbimento Di Fotoni
Alendronato
Tibia
Scoliosi
Intervertebral Disc Displacement
Osteoporosi Postmenopausale
Ricostruzione Ossea
Not Translated
Imaging A Risonanza Magnetica
Vertebroplasty
Osteocalcina
Fratture Da Compressione
Fosfatasi Alcalina
Carne
Imaging Tridimensionale
Peso Corporeo
Cifosi
Dolore Lombare
Caratteristiche Sessuali
Deviazioni Della Colonna Vertebrale
Midollo Osseo
Trattamento Delle Immagini Assistito Da Computer
Coda
Rats, Sprague-Dawley
Esito Della Terapia
Composizione Corporea
Cementi Ossei
Dispositivi Di Fissaggio Ortopedico
Kyphoplasty
Muscolo Scheletrico
Tubercolosi Spinale
Fattori Temporali
Lordosi
Laminectomia
Determinazione Dell'Età Dallo Scheletro
Tessuto Adiposo
Compressione Del Midollo Spinale
Sindrome Di Klippel-Feil
Analisi Degli Elementi Finiti
Spina Bifida Occulta
Somiti
Modelli Anatomici
Procedure Ortopediche
Coccige
Mondo Greco
Radiografia
Anomalie Muscoloscheletriche
Spondilite
Dolore Dorsale
Fratture Spontanee
Notocorda
Bisanzio
Sterno
Cordoma
Le vertebre lombari sono le cinque o sei grandi vertebre presenti nella parte inferiore della colonna vertebrale, che vanno dalla dodicesima vertebra toracica (T12) alla prima vertebra sacrale (S1). Sono le vertebre più grandi e robuste della colonna vertebrale, disegnate per sopportare il peso corporeo e consentire movimenti come il sollevamento, la flessione e la torsione del tronco. Ciascuna vertebra lombare è composta da un corpo vertebrale anteriore, un anello osseo posteriore (lamina), due peduncoli (processi trasversali) che si estendono lateralmente e diversi processi spinosi e articolari. Le vertebre lombari sono soggette a diverse patologie, tra cui l'ernia del disco, la stenosi spinale, l'artrite e le fratture da compressione, che possono causare dolore, rigidità e disabilità.
Le vertebre toraciche sono le 12 vertebre presenti nella colonna vertebrale che si trovano nel tratto toracico, situato tra il collo e la parte inferiore della schiena. Queste vertebre sono numerate da T1 a T12, con T1 che si articola con la settima vertebra cervicale e T12 con la prima vertebra lombare.
Ogni vertebra toracica ha un corpo vertebrale anteriore, un arco neurale posteriore e quattro processi: spinoso, transverso, costiforme superiore e costiforme inferiore. Il corpo vertebrale è la parte più larga e robusta della vertebra, progettata per fornire supporto e proteggere il midollo spinale all'interno dell'arco neurale.
I processi spinosi sono lunghi rigonfiamenti ossei che sporgono posteriormente dalle vertebre e servono come punti di inserzione per i muscoli della schiena. I processi trasversi si trovano su ciascun lato del corpo vertebrale e forniscono punti di attacco per i legamenti e i muscoli che circondano la colonna vertebrale.
Le vertebre toraciche sono uniche perché hanno due processi costiformi su ciascun lato, superiori e inferiori, che si articolano con le costole per formare le articolazioni costovertebrali. Queste articolazioni consentono il movimento limitato della parte superiore del torace durante la respirazione.
In sintesi, le vertebre toraciche sono un importante componente strutturale e funzionale della colonna vertebrale, che forniscono supporto, protezione e mobilità al tratto toracico del corpo umano.
La colonna vertebrale, nota anche come rachide, è un importante e complesso sistema scheletrico che si estende dalla base del cranio fino all'osso sacro. Essa è composta da una serie di 33-34 unità ossee vertebrali superiore ed inferiore separate da dischi intervertebrali fibrocartilaginei. Queste vertebre sono concatenate insieme da articolazioni, legamenti e muscoli che forniscono supporto, forma e stabilità al corpo.
La colonna vertebrale è divisa in cinque regioni: cervicale (7 vertebre), toracica (12 vertebre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre fuse) ed coccigea (4-5 vertebre inferiori fuse).
La sua funzione principale è quella di proteggere il midollo spinale, che trasporta i nervi che controllano le funzioni motorie e sensoriali del corpo. Inoltre, la colonna vertebrale fornisce un'articolazione mobile che permette movimenti come flessione, estensione, rotazione e inclinazione laterale. La sua struttura robusta ma flessibile consente di sostenere il peso del corpo, mantenere l'equilibrio e assorbire gli urti durante le attività quotidiane.
La spondilolisi è una condizione scheletrica che interessa la colonna vertebrale. Essa consiste in una lesione stress-indotta o in un'interruzione della pars interarticularis, una sottile striscia di osso che connette le faccette articolari superiori e inferiori nella parte posteriore di ogni vertebra. Questa condizione è più comunemente riscontrata nella regione lombare (parte inferiore) della colonna vertebrale, specialmente alle vertebre L5 e S1.
La spondilolisi può essere congenita o acquisita. Nei casi congeniti, la persona nasce con una pars interarticularis sottile o malformata, predisponendola alla rottura. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la spondilolisi è il risultato di microtraumi ripetuti o di un singolo trauma significativo che causa la frattura della pars interarticularis.
L'età di insorgenza più comune per la spondilolisi è durante l'adolescenza, specialmente negli atleti che sottopongono la colonna vertebrale a stress ripetuti, come i ginnasti o quelli che praticano sport con torsioni e flessioni frequenti. Tuttavia, può anche verificarsi in adulti più anziani a causa dell'usura degenerativa della colonna vertebrale.
Molti individui con spondilolisi non presentano sintomi o solo lievi dolori alla schiena. Tuttavia, se la lesione si estende e provoca uno scivolamento delle vertebre (spondilolistesi), possono insorgere sintomi più gravi, come dolore persistente, rigidità, debolezza muscolare e, in casi gravi, problemi neurologici.
Il trattamento della spondilolisi dipende dalla gravità dei sintomi. Nei casi asintomatici o con sintomi lievi, il riposo, l'esercizio fisico controllato e la terapia fisica possono essere sufficienti per alleviare il dolore e prevenire ulteriori lesioni. Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per stabilizzare la colonna vertebrale e prevenire danni neurologici a lungo termine.
Le vertebre cervicali sono le prime sette vertebre della colonna vertebrale, che costituiscono la regione del collo. Si distinguono per la loro forma distinta e per la mobilità relativamente elevata che forniscono al rachide cervicale. Le sette vertebre cervicali sono numerate da C1 a C7, ognuna con caratteristiche uniche:
- C1 (Atlante): è la vertebra superiore e supporta il cranio. Ha un anello osseo distinto senza corpo vertebrale e ha due masse laterali che si articolano con il cranio per fornire movimento rotatorio al collo.
- C2 (Epistrofeo): è la seconda vertebra cervicale, notevole per il suo processo odontoide o "dente" osseo che sporge dalla sua superficie superiore e si articola con l'atlante, permettendo il movimento di flesso-estensione del collo.
- C3 a C6: queste vertebre hanno un design simile con un corpo vertebrale a forma di cuneo, peduncoli superiori e inferiori e lamine che formano il muro posteriore dell'anello osseo. I processi articolari superiori e inferiori si articolano con le vertebre adiacenti per consentire il movimento del collo.
- C7 (Vertebra prominente): è la settima vertebra cervicale, distinta dal suo corpo vertebrale più grande e dal processo spinoso allungato, che è il più lungo di tutte le vertebre cervicali. Il processo spinoso di C7 è spesso palpabile attraverso la pelle della schiena ed è noto come "punto prominente".
Le vertebre cervicali proteggono il midollo spinale, supportano la testa e forniscono mobilità al collo. Le condizioni che possono influenzare le vertebre cervicali includono l'ernia del disco, l'artrosi, la stenosi spinale e le fratture da compressione.
La densità ossea si riferisce alla quantità di tessuto minerale scheletrico presente negli spazi occupati dal tessuto osseo. Più specificamente, è la massa ossea per un dato volume di osso ed è espressa in unità di grammi per centimetro cubo (g/cm3). È un importante fattore nella determinazione della forza e della resistenza dell'osso alla frattura. Una densità ossea più elevata indica generalmente un osso più forte, mentre una densità ossea più bassa indica un osso più fragile e soggetto a fratture, come quelli comunemente visti in condizioni come l'osteoporosi. La densità ossea può essere valutata utilizzando tecniche di imaging come la DEXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) o la CT scan densitometrica quantitativa (QCT).
Il tessuto osseo è il tessuto connettivo specialized che forma le ossa del corpo umano. È un tessuto duro e calcificato che fornisce supporto strutturale, protezione per organi vitali come il cervello e il cuore, e punto di attacco per muscoli e legamenti. Il tessuto osseo è composto da cellule chiamate osteoblasti, osteoclasti e osteociti, che sono immerse in una matrice extracellulare costituita da fibre collagene e sostanza minerale.
Le ossa, d'altra parte, sono le strutture rigide composte dal tessuto osseo. Ci sono 206 ossa nel corpo umano adulto che formano lo scheletro e forniscono una forma al corpo. Le ossa possono essere classificate in diversi tipi, tra cui lunghe, corte, piatte e irregolari, a seconda della loro forma e dimensione.
Le ossa lunghe, come il femore e l'omero, sono caratterizzate da una parte centrale chiamata diafisi e due estremità chiamate epifisi. Le ossa corte, come le vertebre e le costole, hanno dimensioni simili in tutte le direzioni. Le ossa piatte, come il cranio e lo sterno, sono sottili e larghe. Infine, le ossa irregolari, come il sacro e l'osso sacro, non rientrano in nessuna di queste categorie.
Il tessuto osseo è un tessuto dinamico che subisce costantemente processi di rimodellamento attraverso l'attività degli osteoblasti e degli osteoclasti. Questo processo consente all'osso di adattarsi alle sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposto, garantendo la sua integrità strutturale e funzionale.
In termini anatomici, il sacro è la parte inferiore e più larga della colonna vertebrale, che si trova nella regione pelvica del corpo umano. È composto da cinque segmenti fusi insieme per formare un osso triangolare piatto. Il sacro si articola con l'osso coccige (osso della coda) al di sotto e con il il-iomi sacrali (vertebre lombari) sopra.
Il sacro forma la parte posteriore del bacino e fornisce ancoraggio per diversi muscoli e legamenti, nonché supporto strutturale al corpo. Inoltre, il sacro protegge la parte inferiore del midollo spinale e i nervi che si diramano dalla sua superficie.
In termini medici, il sacro può essere interessato da varie condizioni patologiche, come fratture, tumori, infezioni o degenerazione ossea, che possono causare dolore, disfunzione e altri sintomi associati.
La frattura spinale si riferisce a una lesione ossea che si verifica quando uno o più vertebre nella colonna vertebrale si rompono parzialmente o completamente. Queste fratture possono essere causate da traumi diretti, come un incidente d'auto o una caduta, o da forze di compressione, come quelle riscontrabili in un incidente sportivo o in un atterraggio improvviso durante il salto.
Le fratture spinali possono anche verificarsi a causa di malattie ossee debilitanti, come l'osteoporosi o il cancro alle ossa. I sintomi della frattura spinale possono includere dolore acuto o cronico alla schiena, rigidità, gonfiore, deformità e difficoltà a muovere le estremità. In alcuni casi, una frattura spinale può anche causare danni ai nervi spinali, portando a debolezza o paralisi.
Il trattamento delle fratture spinali dipende dalla gravità e dalla posizione della lesione. Può includere il riposo a letto, l'uso di un corsetto o di un tutore per mantenere la colonna vertebrale nella posizione corretta durante la guarigione, la fisioterapia e, in alcuni casi, la chirurgia. La prevenzione delle fratture spinali si può ottenere attraverso l'esercizio fisico regolare per mantenere forti i muscoli della schiena, una dieta sana per promuovere la salute delle ossa e la prevenzione dei traumi alla colonna vertebrale.
Le neoplasie della colonna vertebrale si riferiscono a tumori benigni o maligni che si sviluppano all'interno o intorno alla colonna vertebrale. Questi tumori possono originare dalle cellule presenti nella colonna vertebrale stessa (tumori primari) o diffondersi da altri siti del corpo (tumori secondari o metastatici).
I tumori primari della colonna vertebrale possono essere classificati in base al tipo di cellule da cui originano. I più comuni sono i cordomi, gli osteosarcomi, i condrosarcomi e i plasmocitomi multipli. Questi tumori possono causare sintomi come dolore alla schiena, rigidità, debolezza muscolare, perdita di sensibilità e problemi neurologici se premono sui nervi spinali.
I tumori secondari della colonna vertebrale sono più comuni dei tumori primari. Si sviluppano quando le cellule cancerose si diffondono dalla loro sede originaria (come il polmone, la mammella, il rene o la prostata) alla colonna vertebrale attraverso il flusso sanguigno o linfatico. Questi tumori possono anche causare sintomi simili a quelli dei tumori primari, come dolore alla schiena, rigidità e problemi neurologici.
Il trattamento delle neoplasie della colonna vertebrale dipende dal tipo di tumore, dalla sua posizione, dalle dimensioni e dallo stadio del cancro. Il trattamento può includere la chirurgia per rimuovere il tumore, la radioterapia per distruggere le cellule tumorali, la chemioterapia per uccidere le cellule cancerose o la terapia farmacologica per controllare la crescita del tumore. In alcuni casi, può essere necessario un approccio multidisciplinare che combini diverse strategie di trattamento.
La spondilolistesi è un disturbo ortopedico della colonna vertebrale in cui una vertebra scivola in avanti o all'indietro rispetto alla vertebra adiacente. Questa condizione si verifica più comunemente nella parte inferiore della colonna vertebrale, nella regione lombare (parte bassa della schiena). La spondilolistesi può causare dolore alla schiena, rigidità e debolezza muscolare. Ne esistono due tipi principali: degenerativa e istmica.
La spondilolistesi degenerativa è più comune negli adulti e si verifica a causa dell'usura dovuta all'invecchiamento e all'uso prolungato, specialmente in individui con storia di artrite o lesioni precedenti della colonna vertebrale. Con il tempo, i dischi intervertebrali si deteriorano e perdono la loro elasticità, diventando meno capaci di assorbire gli urti e mantenere la stabilità della colonna vertebrale. Ciò può portare a una maggiore pressione sui giunti delle vertebre, facendole scivolare o ruotare l'una rispetto all'altra.
La spondilolistesi istmica, invece, è più comune nei giovani atleti e negli adolescenti, specialmente quelli che praticano sport che implicano estensioni ripetute della colonna vertebrale, come il sollevamento pesi, il football americano, la ginnastica e l'immersione. Questo tipo di spondilolistesis è causato da una lesione da stress alla parte posteriore dell'articolazione tra le vertebre (parte nota come "istmo"), che può portare a un'elaborata frattura da stress o persino a una rottura completa. Ciò può rendere instabile l'articolazione, permettendo alla vertebra superiore di scivolare in avanti rispetto a quella inferiore.
I sintomi della spondilolistesi possono variare notevolmente da persona a persona e dipendono dalla gravità dello slittamento delle vertebre. Alcune persone con spondilolistesi lieve o moderata potrebbero non presentare alcun sintomo, mentre altre con uno slittamento più grave possono sperimentare dolore lombare cronico, rigidità, debolezza muscolare e limitazione del movimento. In casi gravi, lo slittamento delle vertebre può anche portare a compressione dei nervi, causando intorpidimento, formicolio o debolezza alle gambe.
Il trattamento della spondilolistesi dipende dalla gravità dello slittamento e dai sintomi associati. Nei casi lievi o moderati, il trattamento può consistere in farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore, fisioterapia per rafforzare i muscoli del core e migliorare la flessibilità, e riposo a letto o riduzione dell'attività per ridurre lo stress sulla colonna vertebrale. Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per stabilizzare la colonna vertebrale e prevenire ulteriori danni ai nervi.
In sintesi, la spondilolistesi è una condizione della colonna vertebrale che si verifica quando una vertebra scivola in avanti rispetto a quella adiacente. Può causare dolore lombare cronico, rigidità e limitazione del movimento, nonché compressione dei nervi in casi gravi. Il trattamento dipende dalla gravità della condizione e può variare da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e fisioterapia a interventi chirurgici correttivi.
La colonna vertebrale umana è divisa in diverse regioni, ognuna delle quali prende il nome dalle vertebre che la compongono. La "regione lombosacrale" si riferisce alla parte inferiore della schiena che include le ultime cinque vertebre lombari (L1-L5) e il sacro. Questa regione è soggetta a stress significativo a causa del suo ruolo nel sostenere il peso del corpo e permettere movimenti come sedersi, sollevare oggetti e camminare. Di conseguenza, la regione lombosacrale è suscettibile a lesioni e condizioni dolorose, come l'ernia del disco e l'artrite della colonna vertebrale.
La fusione spinale è un intervento chirurgico ortopedico in cui alcune vertebre della colonna vertebrale vengono saldate insieme in modo permanente utilizzando innesti ossei e hardware di fissazione come viti, staffe o piastre. Questo processo è noto come fusione ossea o osteosintesi. L'obiettivo della fusione spinale è quello di stabilizzare la colonna vertebrale, eliminare il movimento tra le vertebre interessate e alleviare il dolore associato a una varietà di condizioni spinali, come l'ernia del disco, la stenosi spinale, la scoliosi o la lesione del midollo spinale.
Durante l'intervento chirurgico di fusione spinale, il chirurgo apre l'area interessata della colonna vertebrale e prepara la superficie delle vertebre da fondere. Gli innesti ossei vengono quindi posizionati nello spazio tra le vertebre per promuovere la crescita dell'osso e facilitare l'unione permanente. L'hardware di fissazione viene utilizzato per mantenere le vertebre in una posizione adeguata mentre guarisce la fusione ossea.
La fusione spinale può essere eseguita come un intervento chirurgico a cielo aperto o tramite approcci minimamente invasivi, a seconda della gravità e della localizzazione della condizione di cui si soffre. Dopo l'intervento chirurgico, è necessario un periodo di recupero per consentire alla fusione ossea di guarire completamente, che può richiedere diverse settimane o mesi. Durante questo periodo, il paziente potrebbe dover indossare un corsetto o un tutore per mantenere la colonna vertebrale in una posizione adeguata e limitare l'attività fisica per prevenire complicazioni.
L'osteoporosi è una condizione caratterizzata da una ridotta densità minerale ossea (BMD), compromettendo la microarchitettura dell'osso e portando ad un aumento della fragilità ossea e al rischio di fratture, in particolare a livello vertebrale, del collo del femore e della caviglia. Questa malattia si sviluppa progressivamente nel tempo, spesso asintomatica e viene diagnosticata solitamente dopo la comparsa di una frattura ossea.
La causa dell'osteoporosi è multifattoriale, con fattori di rischio che includono età avanzata, sesso femminile, menopausa precoce, familiarità, basso peso corporeo, storia di fratture, uso di glucocorticoidi, tabagismo e consumo eccessivo di alcol.
La diagnosi di osteoporosi si basa sulla misurazione della densità minerale ossea tramite la DXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) e viene definita come un valore di T-score inferiore a -2,5 a livello della colonna lombare o del collo del femore.
La prevenzione e il trattamento dell'osteoporosi si basano sulla promozione di stili di vita sani, tra cui una dieta equilibrata ricca di calcio e vitamina D, esercizio fisico regolare, evitando il fumo e limitando l'assunzione di alcol. Nei casi più gravi, possono essere prescritti farmaci specifici per rallentare la perdita ossea o persino promuoverne la ricostruzione.
In anatomia, le coste sono ossa lunghe e curve che formano la gabbia toracica nell'essere umano e in altri animali vertebrati. Ci sono 12 paia di coste in un essere umano adulto, numerate da 1 a 12, partendo dalla parte superiore del corpo. Le prime sette paia di coste si articolano sia con le vertebre toraciche che con lo sterno, mentre le successive cinque paia di coste non si articolano direttamente con lo sterno e sono quindi chiamate "coste false".
Le coste proteggono i polmoni e il cuore, forniscono l'ancoraggio per i muscoli respiratori (tra cui il diaframma) e forniscono una superficie di attacco per i muscoli del torace. Le coste possono essere soggette a fratture o contusioni in caso di trauma fisico, come nei casi di incidenti automobilistici o cadute. Alcune condizioni mediche, come l'osteoporosi, possono indebolire le coste e aumentare il rischio di fratture.
Le malattie della colonna vertebrale, nota anche come spondilopatia, si riferiscono a un gruppo eterogeneo di condizioni che colpiscono la colonna vertebrale e possono causare dolore, rigidità, limitazione del movimento e disfunzione neurologica. Questi disturbi possono influenzare la colonna vertebrale in diversi modi, come ad esempio alterazioni degenerative delle articolazioni e dei dischi intervertebrali, anomalie della crescita ossea, infezioni, infiammazioni e tumori.
Tra le malattie più comuni della colonna vertebrale vi sono:
1. L'artrosi, che è una condizione degenerativa che colpisce le articolazioni e i dischi intervertebrali, causando dolore, rigidità e limitazione del movimento.
2. L'ernia del disco, che si verifica quando il nucleo polposo di un disco intervertebrale fuoriesce dalla sua normale posizione, comprimendo i nervi spinali e causando dolore, intorpidimento o debolezza.
3. La stenosi spinale, che è una condizione in cui il canale vertebrale si restringe, comprimendo il midollo spinale e/o le radici nervose, causando dolore, formicolio, intorpidimento o debolezza.
4. La scoliosi, che è una curvatura laterale anormale della colonna vertebrale, che può causare dolore, difficoltà respiratorie e disfunzioni posturali.
5. L'osteoporosi, che è una malattia ossea caratterizzata da una ridotta densità minerale ossea, che aumenta il rischio di fratture vertebrali e altre fratture ossee.
6. Le infezioni della colonna vertebrale, come l'osteomielite, che possono causare dolore, febbre e altri sintomi sistemici.
7. I tumori della colonna vertebrale, che possono causare dolore, debolezza, intorpidimento o altri sintomi neurologici.
La diagnosi di queste condizioni può richiedere una combinazione di anamnesi, esame fisico, imaging radiologico e test di laboratorio. Il trattamento dipende dalla gravità della malattia e può includere farmaci, fisioterapia, chirurgia o altri interventi terapeutici.
Il femore è l'osso più lungo e robusto del corpo umano, che costituisce la parte superiore e anteriore della coscia. Si articola prossimalmente con il bacino a livello dell'articolazione coxofemorale e distalmente con la tibia a livello del ginocchio. Il femore presenta una forma tipicamente convessa a livello laterale e concava a livello mediale, ed è diviso in tre porzioni principali: testa, collo e corpo. La testa del femore si articola con l'acetabolo del bacino, mentre il collo connette la testa al corpo dell'osso. Il corpo del femore è diviso in tre porzioni: diafisi, epifisi prossimale e epifisi distale. La diafisi è la parte centrale più robusta, mentre le epifisi sono le parti finali che si articolano con altri segmenti ossei. Il femore presenta anche due condili alla sua estremità distale, che si articolano con la tibia per formare l'articolazione del ginocchio.
Il polimetilmetacrilato (PMMA) è un materiale sintetico ampiamente utilizzato in campo medico. Si tratta di un polimero termoplastico trasparente, resistente e biocompatibile. Viene impiegato in diversi settori della medicina, tra cui l'odontoiatria, l'oftalmologia e la chirurgia ortopedica.
In oftalmologia, il PMMA è utilizzato per realizzare lenti intraoculari da impiantare durante le operazioni di cataratta. Queste lenti artificiali sostituiscono il cristallino naturale opacizzato, ripristinando la capacità visiva del paziente.
Nell'ambito della chirurgia ortopedica, il PMMA è impiegato per creare cementi ossei utilizzati durante le procedure di artroplastica totale (sostituzione dell'articolazione). Il cemento osseo a base di PMMA serve a fissare e stabilizzare le componenti protesiche all'interno dell'osso, garantendo una maggiore durata e stabilità della protesi stessa.
In odontoiatria, il PMMA è utilizzato per realizzare denti artificiali e protesi dentarie rimovibili o fisse. Grazie alla sua biocompatibilità e resistenza, questo materiale offre un'ottima soluzione per la riabilitazione estetica e funzionale del cavo orale.
In sintesi, il polimetilmetacrilato (PMMA) è un materiale sintetico ampiamente utilizzato in campo medico per la realizzazione di lenti oftalmiche, cementi ossei e protesi dentarie, grazie alla sua biocompatibilità, trasparenza e resistenza.
Le viti ossee sono dispositivi medici utilizzati nella chirurgia ortopedica per fissare e stabilizzare frammenti ossei fratturati o per ancorare impianti ortopedici alle ossa. Sono fatte di materiali come acciaio inossidabile, titanio o altri materiali biocompatibili. Le viti ossee hanno fili elicoidali che permettono alla vite di essere avvitata in un foro praticato nell'osso. Una volta posizionate, le viti ossee mantengono la riduzione della frattura o l'ancoraggio dell'impianto, facilitando la guarigione e il ripristino della funzione ossea. Possono essere utilizzate in una varietà di procedure ortopediche, come la fissazione interna delle fratture, l'artrodesi spinale e l'impianto di protesi articolari.
La tomografia computerizzata a raggi X, nota anche come TC o scansione TC, è una tecnologia di imaging medico che utilizza radiazioni a raggi X per creare dettagliate immagini trasversali del corpo umano. Queste immagini forniscono al radiologo e ai medici informazioni approfondite sulla struttura interna degli organi, dei tessuti molli, delle ossa e dei vasi sanguigni, facilitando la diagnosi di una varietà di condizioni mediche come tumori, ictus, lesioni ossee, fratture e altre patologie.
Durante l'esame TC, il paziente viene fatto stendere su un lettino che scorre attraverso un anello rotante contenente un tubo a raggi X e un rivelatore di radiazioni. Il tubo ruota attorno al paziente, emettendo sottili fasci di radiazioni mentre il detector rileva i raggi X che passano attraverso il corpo. Un computer utilizza questi dati per calcolare la densità e l'assorbimento dei tessuti in ogni punto dell'area esaminata, producendo sezioni trasversali dettagliate del corpo.
Le immagini TC possono essere acquisite come scansioni assiali (AX), sagittali (SG) o coronali (CO). Le scansioni assiali sono le più comuni e vengono utilizzate per creare immagini trasversali del corpo. Le scansioni sagittali e coronali vengono create ricostruendo i dati delle scansioni assiali, fornendo sezioni lungo piani diversi.
La TC è considerata una procedura di imaging relativamente sicura, ma comporta l'esposizione a radiazioni ionizzanti. Pertanto, il suo utilizzo deve essere bilanciato con i potenziali rischi associati all'esposizione alle radiazioni e ai benefici clinici della procedura.
Il canale vertebrale è una struttura anatomica importante nel sistema scheletrico umano. Si tratta di un canale osseo presente all'interno della colonna vertebrale, che contiene e protegge il midollo spinale, la principale via nervosa del sistema nervoso centrale.
Il canale vertebrale è formato dalla serie di fori presenti all'interno dei corpi vertebrali e delle arcate neurali delle vertebre stesse. I corpi vertebrali sono i cilindri ossei che costituiscono il fronte e il retro della colonna, mentre le arcate neurali sono le parti ossee che sovrastano e sottostanno al foro del midollo spinale.
Il canale vertebrale ha una forma a tubo ed è presente in tutta la lunghezza della colonna vertebrale, dalla base del cranio fino al sacro. La sua funzione principale è quella di proteggere il midollo spinale dalle lesioni e dai danni che potrebbero derivare da traumi o altre cause esterne.
Lesioni o patologie che interessano il canale vertebrale, come ad esempio la stenosi del canale vertebrale, possono causare dolore, intorpidimento, debolezza o altri sintomi a seconda della parte del midollo spinale interessata. Pertanto, è importante che qualsiasi problema al canale vertebrale venga valutato e trattato da un medico specialista in neurologia o ortopedia.
Un disco intervertebrale è una struttura fibrocartilaginea che si trova tra le vertebre adiacenti nella colonna vertebrale. Ogni disco intervertebrale è composto da due parti: il nucleo polposo centrale, che è un gelatinoso materiale ricco di acqua, e l'anulus fibrosus, che è una struttura più dura e resistente costituita da diversi strati di fasci di collagene.
Il disco intervertebrale funge da cuscinetto ammortizzante tra le vertebre, permettendo la flessibilità e l'ammortizzazione della colonna vertebrale durante il movimento. Inoltre, distribuisce il carico della colonna vertebrale in modo uniforme, consentendo alla colonna di sopportare il peso del corpo e assorbire gli urti.
Con l'età o a causa di traumi o sforzi eccessivi, i dischi intervertebrali possono subire danni, come l'erniazione o la protrusione del nucleo polposo, che possono causare dolore, intorpidimento o debolezza nella schiena o nelle estremità.
In termini medici, i "fissatori interni" si riferiscono a dispositivi medici utilizzati nella chirurgia ortopedica per mantenere e stabilizzare le ossa rotte (fratture) o quelle sottoposte a un intervento di ricostruzione ossea in una posizione adeguata durante il processo di guarigione. Questi fissatori sono composti da fili, viti e staffe che vengono inseriti chirurgicamente nelle ossa rotte per mantenerle allineate correttamente.
A differenza dei fissatori esterni, che sono applicati dall'esterno del corpo, i fissatori interni sono posizionati completamente all'interno del corpo e non sono visibili dall'esterno. Una volta che le ossa si sono rigenerate e consolidate sufficientemente, i fissatori interni vengono rimossi chirurgicamente.
I fissatori interni possono essere utilizzati per trattare una varietà di fratture e condizioni ortopediche, come le fratture complesse o articolari, le pseudartrosi (fusioni ossee incomplete) e le deformità scheletriche. Essi offrono il vantaggio di consentire una maggiore mobilità del paziente durante la guarigione rispetto ai fissatori esterni, riducendo al minimo il rischio di complicanze associate all'immobilizzazione prolungata.
In Anatomia, la "Struttura Portante" si riferisce a una parte o un tessuto del corpo che fornisce supporto e resistenza alla deformazione meccanica, permettendo così al corpo di mantenere la sua forma e integrità strutturale. Queste strutture sono spesso soggette a forze di trazione, compressione o torsione e devono essere adeguatamente robuste per resistere a tali sollecitazioni.
Esempi di strutture portanti nel corpo umano includono:
1. Scheletro: Formato dalle ossa, il sistema scheletrico fornisce una struttura rigida che mantiene la forma del corpo, protegge organi vitali come il cervello e il cuore, e serve come punto di inserzione per i muscoli.
2. Fasce: Le fasce sono strati di tessuto connettivo fibroso che avvolgono e sostengono i muscoli, gli organi e altri tessuti molli del corpo. Agiscono come una rete di rinforzo che aiuta a mantenere l'allineamento e la forma dei vari componenti corporei.
3. Legamenti: I legamenti sono robuste bande di tessuto connettivo che collegano le ossa ad altre ossa in articolazioni mobili, fornendo stabilità e limitando l'escursione articolare eccessiva.
4. Tendini: I tendini sono cordoni resistenti di tessuto connettivo fibroso che collegano i muscoli alle ossa. Essi trasmettono la forza generata dai muscoli alle ossa, consentendo il movimento articolare.
5. Cartilagine: La cartilagine è un tessuto connettivo elastico che si trova in varie parti del corpo, come le articolazioni e i dischi intervertebrali. Funge da cuscinetto ammortizzante e consente il movimento senza attrito tra le superfici ossee adiacenti.
I fenomeni biomeccanici sono l'applicazione dei principi della meccanica e della fisica ai sistemi viventi, come i tessuti, le cellule e gli organismi. Essi comprendono una vasta gamma di processi che riguardano il movimento, la forza, l'energia e le interazioni tra queste variabili nei sistemi biologici.
Esempi di fenomeni biomeccanici includono:
1. La locomozione umana e animale: questo include lo studio del modo in cui gli esseri umani e gli animali si muovono, come camminare, correre, saltare o nuotare, e l'analisi delle forze che agiscono su articolazioni, muscoli e scheletro durante queste attività.
2. L'elasticità dei tessuti: questo riguarda lo studio della deformazione elastica di tessuti come la pelle, i tendini e le cartilagini in risposta a forze esterne.
3. La biotribologia: questa è la scienza che studia l'interazione tra superfici in movimento nei sistemi viventi, come ad esempio l'usura delle articolazioni o il movimento dei peli sulla pelle.
4. L'ingegneria tissutale e la medicina rigenerativa: queste aree di ricerca applicano i principi della biomeccanica per creare tessuti sintetici che possano sostituire o supportare quelli danneggiati o malati.
5. L'analisi delle lesioni e delle malattie: la biomeccanica può essere utilizzata per comprendere le cause e l'evoluzione di lesioni e malattie, come ad esempio le fratture ossee o le patologie cardiovascolari.
In sintesi, i fenomeni biomeccanici sono una parte fondamentale della comprensione del funzionamento dei sistemi viventi a livello molecolare, cellulare e macroscopico.
L'Microtomografia a Raggi X (micro-CT) è una tecnica di imaging non distruttiva che utilizza raggi X per acquisire immagini dettagliate e tridimensionali di campioni interni su scala microscopica. Questa tecnica è ampiamente utilizzata in diversi campi, tra cui la biologia, la medicina, la geologia e l'ingegneria, per studiare la struttura, la morfologia e le proprietà funzionali di materiali e tessuti.
Nel processo di micro-CT, il campione viene posto su un piattello rotante all'interno di un tubo a raggi X. Un fascio collimato di raggi X viene fatto passare attraverso il campione, producendo una proiezione radiografica dell'ombra del campione su un rilevatore bidimensionale posto dall'altra parte del campione. Ruotando il campione di un angolo incrementale e acquisendo una serie di proiezioni radiografiche da diverse angolazioni, è possibile ricostruire un'immagine tridimensionale ad alta risoluzione del campione utilizzando algoritmi di ricostruzione tomografica.
La micro-CT offre una serie di vantaggi rispetto ad altre tecniche di imaging, tra cui la capacità di acquisire immagini dettagliate di strutture interne senza dover danneggiare o distruggere il campione. Inoltre, la micro-CT può essere utilizzata per studiare la morfologia e le proprietà funzionali dei tessuti biologici e dei materiali ingegneristici con una risoluzione spaziale elevata, rendendola uno strumento prezioso per la ricerca di base e applicata.
L'ileo, in anatomia, si riferisce alla parte dell'intestino crasso che si trova nella parte inferiore dell'addome, più precisamente nella fossa iliaca. Ha una forma simile ad un sacco e si trova tra il colon discendente e il cieco. L'ileo è responsabile dell'assorbimento di acqua, elettroliti e nutrienti dalle feci parzialmente digerite che provengono dall'intestino tenue.
Tuttavia, in patologia, il termine "ileo" può anche riferirsi a una condizione chiamata "ileo paralitico", che è un arresto della motilità intestinale causato da diversi fattori, come ad esempio infezioni, interventi chirurgici o traumi. Questa condizione può portare a sintomi come nausea, vomito, dolore addominale e stitichezza.
In sintesi, l'ileo è una parte importante dell'apparato digerente che svolge un ruolo cruciale nell'assorbimento dei nutrienti, ma il termine può anche riferirsi a una condizione patologica che causa un arresto della motilità intestinale.
Lo sviluppo osseo si riferisce al processo di crescita e maturazione delle ossa nel corpo umano. Comincia dalla formazione del tessuto osseo embrionale durante lo sviluppo fetale e continua fino all'età adulta. Lo sviluppo osseo è caratterizzato da due processi principali: l'ossificazione endocondrale ed endomembranosa.
Nell'ossificazione endocondrale, il tessuto cartilagineo viene sostituito dal tessuto osseo. Questo tipo di ossificazione è responsabile della formazione delle ossa lunghe come l'omero e la tibia. Inizia con la formazione di un modello di cartilagine ialina, che successivamente si mineralizza e viene sostituito dal tessuto osseo.
Nell'ossificazione endomembranosa, il tessuto osseo si forma direttamente dal mesenchima, una tipologia di tessuto connettivo embrionale. Questo tipo di ossificazione è responsabile della formazione delle ossa piatte come quelle del cranio.
Lo sviluppo osseo è regolato da fattori genetici e ormonali, e continua fino all'età adulta quando le ossa hanno raggiunto la loro massima densità e forza. Durante l'adolescenza, lo sviluppo osseo include un periodo di crescita rapida noto come "picco di crescita", durante il quale si verifica una maggiore ossificazione endocondrale. Dopo il picco di crescita, la maturazione ossea continua attraverso il processo di rimodellamento osseo, in cui le cellule ossee vengono continuamente degradate e ricostruite per mantenere la forza e l'integrità delle ossa.
L'articolazione zigapofiseale, nota anche come articolazione faccettaria, è un'articolazione situata tra le apofisi articolari (o processi articolari) delle vertebre adiacenti nella colonna vertebrale. Queste articolazioni sono rivestite da cartilagine articolare e sono circondate da capsule articolari fibrose. L'articolazione zigapofiseale consente principalmente il movimento di glissamento tra le vertebre, che è un componente importante della flessibilità e del movimento della colonna vertebrale.
La resistenza alla compressione è un termine utilizzato in medicina e fisioterapia per descrivere la capacità dei tessuti molli del corpo, come muscoli, tendini e legamenti, di resistere alla pressione applicata su di essi. Questa proprietà è importante nella valutazione della forza e integrità dei tessuti, nonché nel pianificare strategie di trattamento per lesioni o condizioni che possono influenzare la resistenza alla compressione.
In particolare, la resistenza alla compressione è un fattore chiave nella valutazione della salute dei muscoli e del tessuto adiposo. I muscoli sani dovrebbero avere una buona resistenza alla compressione, il che significa che sono in grado di mantenere la loro forma e funzione anche sotto pressione. Al contrario, i muscoli indeboliti o atrofizzati possono avere una ridotta resistenza alla compressione, il che può portare a lesioni o dolore durante l'attività fisica.
La resistenza alla compressione può essere valutata utilizzando vari metodi di test, come la palpazione manuale, la misurazione della circonferenza muscolare o l'utilizzo di dispositivi di imaging medico come risonanza magnetica o ecografia. Questi metodi possono aiutare a identificare aree di debolezza o lesioni nei tessuti, nonché a monitorare i progressi del trattamento e la risposta al programma di esercizi fisici.
In sintesi, la resistenza alla compressione è un importante indicatore della salute e integrità dei tessuti molli del corpo, ed è un fattore chiave nella valutazione e trattamento delle lesioni o condizioni che possono influenzare questi tessuti.
Le malattie metaboliche delle ossa, anche note come disturbi del metabolismo osseo, si riferiscono a un gruppo eterogeneo di condizioni che influenzano la struttura e la funzione delle ossa. Questi disturbi sono caratterizzati da anomalie nel metabolismo dei minerali ossei, principalmente calcio e fosfato, e del tessuto connettivo osseo.
Una malattia metabolica ossea ben nota è l'osteoporosi, una condizione in cui i livelli di calciolo nelle ossa diventano bassi, rendendole fragili e suscettibili alle fratture. Altre malattie metaboliche delle ossa includono:
1. Osteogenesi Imperfetta: una condizione genetica che indebolisce le ossa, rendendole più inclini a rompersi e curvarsi.
2. Ipofosfatasia: un disturbo metabolico ereditario che causa fragilità ossea e anomalie dentali.
3. Malattia di Paget dell'osso: una condizione in cui l'osso si rigenera in modo anormale, diventando più grande e più debole del normale.
4. Iperparatiroidismo: una condizione in cui le ghiandole paratiroidee producono troppo ormone paratiroideo, che regola i livelli di calcio nel sangue. Questo può portare a fragilità ossea e altri problemi di salute.
5. Ipoparatiroidismo: una condizione in cui le ghiandole paratiroidee non producono abbastanza ormone paratiroideo, il che può portare a bassi livelli di calcio nel sangue e fragilità ossea.
Il trattamento delle malattie metaboliche delle ossa dipende dalla causa sottostante del disturbo e può includere farmaci, cambiamenti nella dieta, esercizio fisico e altri interventi medici.
L'ovariectomia è un intervento chirurgico che consiste nella rimozione delle ovaie, due ghiandole endocrine situate all'interno dell'addome femminile. Questa procedura può essere eseguita per diversi motivi, come il trattamento di tumori ovarici maligni, cisti ovariche, endometriosi grave, dolore pelvico cronico e nella castrazione delle femmine negli animali domestici. L'ovariectomia provoca l'interruzione della produzione degli ormoni sessuali femminili estrogeni e progesterone, il che può avere effetti significativi sul sistema riproduttivo e scheletrico, tra gli altri sistemi corporei. Nei esseri umani, l'ovariectomia è spesso seguita dalla menopausa indotta chirurgicamente con sintomi associati come vampate di calore, secchezza vaginale e osteoporosi.
La mineralogia ossea ad assorbimento di fotoni, nota anche come densitometria ossea ad assorbimento di raggi X dual-energy (DXA o DEXA), è una tecnica di imaging medico utilizzata per valutare la densità minerale ossea (BMD) e il tessuto adiposo corporeo. Viene comunemente utilizzato per diagnosticare e monitorare l'osteoporosi e altre condizioni che colpiscono la salute delle ossa.
Durante un esame DXA, il paziente viene fatto distendere su una superficie piatta mentre un braccio meccanizzato scansiona il corpo, emettendo due flussi di raggi X a energia diversa. I fotoni ad alta energia vengono assorbiti principalmente dal calcio nelle ossa, mentre quelli a bassa energia vengono assorbiti da entrambi il calcio nelle ossa e il tessuto molle.
Misurando la differenza di assorbimento dei fotoni ad alta e bassa energia, il dispositivo DXA può calcolare la densità minerale ossea in unità di massa per area (g/cm2). Questo valore viene quindi confrontato con i valori di riferimento normali per l'età, il sesso e la taglia del corpo per determinare se c'è una perdita ossea significativa.
L'esame DXA è non invasivo, veloce (di solito dura meno di 15 minuti) e relativamente a basso rischio di esposizione alle radiazioni, il che lo rende uno strumento diagnostico comunemente utilizzato per valutare la salute delle ossa.
L'alendronato è un farmaco appartenente alla classe degli bisfosfonati, utilizzato principalmente nel trattamento e nella prevenzione dell'osteoporosi post-menopausale e dell'osteoporosi indotta da glucocorticoidi.
Il suo meccanismo d'azione si basa sulla sua capacità di inibire la resorzione ossea, aumentando così la densità minerale ossea e riducendo il rischio di fratture. Viene assunto per via orale, generalmente una volta alla settimana, o per via endovenosa, a seconda della prescrizione medica.
Tra gli effetti collaterali più comuni dell'alendronato ci sono disturbi gastrointestinali come dolore addominale, dispepsia e diarrea. In rari casi può causare esofagite o ulcere esofagee, pertanto è importante seguire scrupolosamente le istruzioni d'uso per minimizzare questo rischio.
È inoltre importante sottolineare che l'alendronato richiede un ambiente acido nello stomaco per essere assorbito correttamente, quindi deve essere assunto a stomaco vuoto con un bicchiere d'acqua pura e non mangiare nulla per almeno 30-60 minuti dopo l'assunzione.
Come con qualsiasi farmaco, l'alendronato deve essere utilizzato solo sotto la supervisione di un medico qualificato che possa valutare i benefici e i rischi associati al suo utilizzo in base alle condizioni di salute individuali del paziente.
Il riassorbimento osseo è un processo fisiologico in cui le cellule specializzate, note come osteoclasti, demoliscono la matrice minerale e organica dell'osso, convertendola in molecole più semplici che possono essere riutilizzate dall'organismo. Questo processo è bilanciato dal deposito di nuova matrice ossea da parte delle cellule osteoblastiche, che formano tessuto osseo nuovo e sano.
Il riassorbimento osseo è un processo essenziale per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento della salute dell'osso. Tuttavia, quando il riassorbimento supera la formazione ossea, si verifica una condizione nota come osteoporosi, che indebolisce l'osso e lo rende più suscettibile alle fratture.
Il riassorbimento osseo può essere influenzato da diversi fattori, tra cui l'età, i livelli ormonali, la nutrizione, l'esercizio fisico e alcune condizioni mediche come l'artrite reumatoide o la malattia di Paget. La terapia farmacologica può essere utilizzata per regolare il riassorbimento osseo e prevenire o trattare le condizioni associate a un disequilibrio del processo di formazione e demolizione dell'osso.
La tibia, nota anche come shin bone o osso della gamba inferiore, è il più grande e forte dei due ossi nella parte inferiore della gamba. Si estende dal ginocchio alla caviglia ed è un osso lungo, sigmoide (a forma di S) che presenta tre facce (anteriori, mediali e laterali), tre margini (superiori, inferiori e posterolaterali) e tre articolazioni (ginocchio, fibula e astragalo). La tibia supporta la maggior parte del peso corporeo durante le attività di routine come camminare, correre o saltare. Lesioni o patologie che colpiscono la tibia possono causare dolore, gonfiore e difficoltà nel movimento.
Ecco una breve tabella con le caratteristiche principali della tibia:
| Caratteristica | Descrizione |
|----------------------|-----------------------------------------------------------------------------|
| Nome | Tibia |
| Localizzazione | Parte inferiore della gamba, tra il ginocchio e la caviglia |
| Forma | Osso lungo sigmoide (a forma di S) |
| Articolazioni | Ginocchio, fibula, astragalo |
| Funzione | Supporta il peso corporeo e facilita la deambulazione, la corsa e il salto |
| Lesioni comuni | Fratture da stress, fratture trasversali, periostite, osteosarcoma |
La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da una curvatura laterale anomala della colonna stessa, che assume frequentemente la forma di una "C" o di una "S". Spesso, questa condizione è accompagnata anche da una rotazione delle vertebre interessate. La scoliosi può presentarsi a qualsiasi età, ma generalmente insorge durante l'infanzia o l'adolescenza.
La causa più comune di scoliosi, nota come scoliosi idiopatica, rimane sconosciuta nonostante le numerose ricerche scientifiche. Altre forme di scoliosi possono essere associate a fattori genetici, neurologici o muscoloscheletrici congeniti o acquisiti.
La gravità della scoliosi varia da persona a persona e può andare dalla lieve curvatura che non richiede trattamento alla grave deformità che può compromettere la funzionalità polmonare e causare problemi di salute significativi. Il trattamento dipende dalla causa sottostante, dall'entità della curvatura e dall'età del paziente. Può includere osservazione periodica, fisioterapia, utilizzo di corsetti ortopedici o intervento chirurgico correttivo in casi selezionati.
L'intervertebrale disc displacement, noto anche come ernia del disco o protrusione discale, si riferisce a una condizione in cui il materiale interno del disco intervertebrale (il cuscinetto che si trova tra le vertebre nella colonna vertebrale) fuoriesce dalla sua normale posizione all'interno del disco. Ciò può verificarsi a causa di un trauma o di un deterioramento degenerativo progressivo del disco.
In una displacement, il materiale interno del disco (nucleo polposo) spinge attraverso la parte esterna più dura del disco (anulus fibrosus), provocando una compressione o irritazione dei nervi circostanti. Ciò può causare dolore, intorpidimento, formicolio e debolezza in diverse parti del corpo, a seconda della posizione della displacement nella colonna vertebrale.
Le displacements possono verificarsi in qualsiasi parte della colonna vertebrale, ma sono più comuni nella zona lombare (parte bassa della schiena) e cervicale (collo). Il trattamento può variare da esercizi di fisioterapia e farmaci antidolorifici a interventi chirurgici invasivi, a seconda della gravità della displacement e dei sintomi associati.
L'osteoporosi postmenopausale è una forma di osteoporosi, un disturbo scheletrico caratterizzato da bassa massa ossea e microarchitettura alterata che portano a una maggiore fragilità ossea e aumento del rischio di fratture. Nell'osteoporosi postmenopausale, la perdita ossea si verifica principalmente come conseguenza della carenza di estrogeni associata alla menopausa.
Durante la vita riproduttiva, le donne mantengono una certa quantità di massa ossea grazie agli effetti protettivi degli estrogeni sul tessuto osseo. Dopo la menopausa, i livelli di estrogeni diminuiscono drasticamente, accelerando il processo di riassorbimento osseo e rallentando la formazione di nuovo tessuto osseo. Questo squilibrio porta a una perdita ossea più rapida e, in alcuni casi, alla comparsa di osteoporosi postmenopausale.
L'osteoporosi postmenopausale è più comune nelle donne di età superiore ai 50 anni e può causare una riduzione della statura, dolore osseo e un aumentato rischio di fratture, in particolare alle vertebre, al polso e all'anca. Altri fattori di rischio per l'osteoporosi postmenopausale includono età avanzata, storia familiare di osteoporosi, basso peso corporeo, tabagismo, consumo eccessivo di alcol, mancanza di attività fisica e carenze nutrizionali, come una dieta povera di calcio e vitamina D.
La diagnosi di osteoporosi postmenopausale si basa spesso su densitometria ossea, un test che misura la densità minerale ossea (BMD) in siti specifici dello scheletro, come il collo del femore e la colonna lombare. I valori di BMD vengono quindi confrontati con i riferimenti normali per l'età e il sesso, fornendo un punteggio T che indica lo stato osseo rispetto alla popolazione normale. Un punteggio T inferiore a -2,5 indica osteoporosi, mentre un punteggio compreso tra -1 e -2,5 indica osteopenia, uno stato di minor densità minerale ossea che può precedere l'osteoporosi.
Il trattamento dell'osteoporosi postmenopausale mira a rallentare la perdita ossea, prevenire le fratture e alleviare il dolore associato alla malattia. Le opzioni di trattamento includono farmaci antirispetivi, come bisfosfonati, denosumab, ranelato di stronzio e teriparatide, che aiutano a rallentare la perdita ossea o persino ad aumentare la densità minerale ossea. Inoltre, stili di vita sani, come l'esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata ricca di calcio e vitamina D, evitando il fumo e limitando l'assunzione di alcol possono contribuire a mantenere la salute delle ossa.
La ricostruzione ossea è un intervento chirurgico ortopedico o maxillofacciale che ha lo scopo di ripristinare la forma e la funzionalità di un osso danneggiato o perso a causa di traumi, tumori, infezioni o malattie degenerative. Questa procedura può essere eseguita utilizzando una varietà di tecniche, tra cui il trapianto di osso da un'altra parte del corpo del paziente (autograft) o da un donatore cadavere (allograft), o l'impianto di materiali sintetici come protesi in titanio o ceramica.
L'obiettivo della ricostruzione ossea è quello di ripristinare la stabilità strutturale, la funzionalità e l'aspetto estetico dell'osso interessato. Questa procedura può essere necessaria per supportare impianti protesici, riallineare articolazioni danneggiate, colmare difetti ossei causati da lesioni o malattie, o per ripristinare la forma e la funzione del cranio o della faccia dopo una lesione traumatica o un intervento chirurgico oncologico.
La ricostruzione ossea richiede una pianificazione accurata e una tecnica chirurgica sofisticata, ed è spesso eseguita da chirurghi specializzati in ortopedia o chirurgia maxillofacciale. Il processo di guarigione può essere lungo e richiedere la fisioterapia o la riabilitazione per aiutare il paziente a recuperare la forza e la funzionalità dell'arto o della parte del corpo interessata.
'Non Translated' non è una definizione medica riconosciuta, poiché si riferisce più probabilmente a un contesto di traduzione o linguistico piuttosto che a uno strettamente medico. Tuttavia, in un contesto medico, "non tradotto" potrebbe essere usato per descrivere una situazione in cui i risultati di un test di laboratorio o di imaging non sono chiari o presentano anomalie che devono ancora essere interpretate o "tradotte" in termini di diagnosi o significato clinico. In altre parole, il medico potrebbe dire che i risultati del test non sono stati "tradotti" in una conclusione definitiva o in un piano di trattamento specifico.
La risonanza magnetica (MRI) è una tecnologia di imaging non invasiva che utilizza un campo magnetico potente, radiazioni ionizzanti né l'uso di raggi X, per produrre dettagliate immagini in sezione trasversale del corpo umano. Questa procedura medica fornisce immagini chiare e precise dei tessuti molli, degli organi interni, delle ossa e di altri componenti del corpo.
Durante l'esame, il paziente viene fatto distendere su un lettino all'interno di una macchina a forma di tubo chiamata tomografo a risonanza magnetica. Il tomografo è dotato di un grande magnete circolare che produce un campo magnetico e antenne che emettono e ricevono segnali radio.
Quando il paziente viene esposto al campo magnetico, gli atomi di idrogeno nei tessuti del corpo si allineano con il campo magnetico. Le antenne inviano impulsi di radiofrequenza che disturbano l'allineamento degli atomi di idrogeno. Quando le onde radio vengono interrotte, gli atomi di idrogeno ritornano al loro stato originale e rilasciano energia sotto forma di segnali radio. Le antenne rilevano questi segnali e un computer li utilizza per creare immagini dettagliate del corpo.
Le immagini MRI possono essere prese da diverse angolazioni e possono mostrare cambiamenti nelle dimensioni, forma e posizione dei vari organi e tessuti. Questa tecnologia è particolarmente utile per diagnosticare disturbi del sistema nervoso centrale, lesioni sportive, tumori, malattie delle articolazioni, cuore e vasi sanguigni, fegato, reni e ghiandole surrenali.
In sintesi, la risonanza magnetica è un potente strumento di imaging che utilizza campi magnetici e onde radio per creare immagini dettagliate dei tessuti interni del corpo, fornendo informazioni preziose sulla salute e sul funzionamento degli organi e dei sistemi del corpo.
La vertebroplastica è un intervento chirurgico mini-invasivo utilizzato per trattare le fratture vertebrali causate principalmente da osteoporosi, tumori o lesioni traumatiche. Durante la procedura, il medico inietta una speciale miscela di cemento osseo biocompatibile all'interno del corpo vertebrale fratturato utilizzando un ago sottile inserito attraverso la pelle. Questa miscela si solidifica rapidamente, stabilizzando e rinforzando la vertebra danneggiata, alleviando il dolore e prevenendo ulteriori collassi o deformità della colonna vertebrale.
La vertebroplastica viene eseguita in anestesia locale o sedazione cosciente, e i pazienti possono spesso tornare a casa lo stesso giorno dell'intervento chirurgico. L'obiettivo principale della vertebroplastica è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti riducendo il dolore e consentendo loro di riprendere le normali attività quotidiane nel più breve tempo possibile. Tuttavia, come con qualsiasi procedura medica, esistono anche rischi e complicanze associate alla vertebroplastica, come ad esempio infezioni, emorragie, reazioni allergiche al cemento osseo o lesioni nervose.
L'osteocalcina è una proteina non collagenosa che si lega al calcio e al fosfato ed è prodotta dalle ossa. È il marker più specifico delle cellule formative dell'osso, noti come osteoblasti. Dopo la sintesi, l'osteocalcina viene secreta nel fluido extracellulare e successivamente incorporata nelle matrici ossee in via di mineralizzazione. Circa il 20-25% dell'osteocalcina totale prodotta viene rilasciato nel flusso sanguigno.
L'osteocalcina circolante può essere utilizzata come marker della formazione ossea e della funzione degli osteoblasti. I livelli di osteocalcina possono riflettere il tasso di produzione di nuovo tessuto osseo ed è stato suggerito che possa avere un ruolo nella regolazione del metabolismo energetico e della sensibilità all'insulina.
Livelli ridotti di osteocalcina possono essere associati a una diminuita formazione ossea, come si vede nell'osteoporosi, mentre livelli elevati possono essere visti in condizioni di aumentata attività degli osteoblasti, come l'iperparatiroidismo. Tuttavia, l'interpretazione dei livelli di osteocalcina deve essere fatta con cautela, tenendo conto di altri fattori che possono influenzare la sua concentrazione nel sangue, come l'età, il sesso e le condizioni endocrine.
Le fratture da compressione sono un tipo specifico di frattura vertebrale, che si verificano più comunemente nelle vertebre toraciche e lombari. Queste fratture sono causate dalla compressione della vertebra, spesso a seguito di forze dirette o indirette, come quelle provocate da cadute, traumi ad alta energia o lesioni osteoporotiche fragili.
Nelle fratture da compressione, il corpo anteriore della vertebra collassa, mentre il disco intervertebrale e il corpo posteriore mantengono intatta la loro altezza. Ciò può portare a una perdita di altezza del corpo vertebrale, che può variare da pochi millimetri a diverse dimensioni. Di conseguenza, si possono verificare diversi gradi di deformità strutturale e angolazione della colonna vertebrale, nota come "cuneizzazione" o "angolazione anteriore".
Le fratture da compressione possono causare dolore acuto o cronico, rigidità, perdita di altezza, diminuzione della capacità polmonare e, in alcuni casi, problemi neurologici se la lesione comprime il midollo spinale o le radici nervose. Il trattamento può variare da misure conservative come riposo a letto, farmaci antidolorifici e fisioterapia, a interventi chirurgici più invasivi per stabilizzare la colonna vertebrale e alleviare il dolore.
La fosfatasi alcalina (ALP) è un enzima presente in diversi tessuti del corpo, tra cui fegato, ossa, intestino e reni. È composto da diverse isoforme che svolgono funzioni specifiche nei loro siti di origine.
Nel fegato, la fosfatasi alcalina aiuta a metabolizzare i farmaci e altre sostanze estranee. Nei reni, contribuisce al mantenimento dell'equilibrio elettrolitico. Nell'intestino tenue, è implicata nella digestione dei nutrienti. Tuttavia, la sua funzione più nota riguarda la mineralizzazione delle ossa e del tessuto cartilagineo, dove svolge un ruolo cruciale nel processo di formazione e rimodellamento osseo.
L'attività della fosfatasi alcalina può essere misurata attraverso test di laboratorio che rilevano i livelli enzimatici nel sangue o in altri fluidi corporei. I livelli elevati di questo enzima possono indicare la presenza di patologie a carico di uno o più organi che lo producono, come ad esempio malattie epatiche, ossee o tumorali. Pertanto, l'esame dei livelli di fosfatasi alcalina è spesso utilizzato come marcatore diagnostico per tali condizioni.
In termini medici, "carne" si riferisce comunemente al tessuto muscolare striato scheletrico magro dell'animale, che viene consumato come fonte di proteine e nutrienti nella dieta umana. La carne può provenire da una varietà di animali terrestri e acquatici, tra cui mammiferi (come manzo, maiale, agnello e pollo), volatili (come pollo e tacchino) e pesci e crostacei (come salmone, tonno e gamberetti).
Oltre alle proteine, la carne è anche una fonte naturale di vitamine e minerali essenziali, come ferro, zinco, vitamina B12 e altri nutrienti importanti per la salute umana. Tuttavia, il consumo eccessivo di carne, specialmente di varietà trasformate ad alto contenuto di grassi saturi e sale, è stato associato a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ictus, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro.
Pertanto, i professionisti della salute raccomandano spesso di limitare l'assunzione di carne rossa e lavorata e di scegliere invece tagli magri e più leggeri, come pollame e pesce, o alternative a base vegetale alla carne.
Il Cervical Atlas, noto anche come prima vertebra cervicale o C1, è il segmento più superiore della colonna vertebrale del rachide cervicale. Si trova al livello dell'articolazione atlanto-occipitale, che connette la testa (cranio) al resto del corpo.
Il Cervical Atlas ha un ruolo cruciale nella mobilità della testa e del collo, poiché supporta il cranio e permette i movimenti di rotazione e flessione laterale della testa. A differenza delle altre vertebre cervicali, l'Atlas non possiede un corpo vertebrale; invece, ha due masse laterali che si articolano con l'osso occipitale (la parte posteriore del cranio) e la seconda vertebra cervicale (l'asse o C2).
L'articolazione atlanto-occipitale è una sinartrosi condiloide, che consente un ampio range di movimento. Tuttavia, questa articolazione è anche soggetta a lesioni e patologie, come l'instabilità o la sublussazione atlanto-occipitale, che possono causare sintomi dolorosi e neurologici.
La cura del Cervical Atlas può includere vari trattamenti, tra cui fisioterapia, manipolazioni vertebrali, farmaci antinfiammatori o analgesici, e in alcuni casi, interventi chirurgici correttivi.
La tomografia computerizzata (TC) e l'imaging a risonanza magnetica (RM) sono due esempi comuni di tecniche di imaging tridimensionali. Queste tecniche consentono la creazione di immagini dettagliate e accurate di strutture interne del corpo umano in tre dimensioni, fornendo informazioni vitali per la diagnosi e il trattamento di varie condizioni mediche.
Nel caso della tomografia computerizzata, un fascio sottile di radiazioni X viene utilizzato per acquisire una serie di immagini bidimensionali del corpo da diverse angolazioni. Un algoritmo informatico quindi combina queste immagini per creare una rappresentazione tridimensionale dell'area interessata.
D'altra parte, l'imaging a risonanza magnetica utilizza un campo magnetico potente e impulsi di radiofrequenza per allineare ed eccitare gli atomi di idrogeno presenti nei tessuti del corpo. Quando le molecole ritornano al loro stato normale, emettono segnali che vengono rilevati da un ricevitore e utilizzati per creare immagini dettagliate delle strutture interne. Anche in questo caso, l'uso di algoritmi informatici avanzati consente la creazione di rappresentazioni tridimensionali dell'area interessata.
In sintesi, l'imaging tridimensionale è una tecnica di diagnostica per immagini che utilizza sofisticate apparecchiature e algoritmi informatici per creare rappresentazioni dettagliate e accurate delle strutture interne del corpo umano in tre dimensioni. Queste informazioni possono essere fondamentali per la diagnosi e il trattamento di varie condizioni mediche.
Il peso corporeo è una misura della massa totale del corpo ed è comunemente espresso in unità di chilogrammi (kg) o libbre (lb). Rappresenta la somma dei pesi di tutti i componenti del corpo, tra cui muscoli, grasso, organi interni, tessuti connettivi, ossa e acqua. Il peso corporeo è un importante parametro antropometrico utilizzato per valutare la salute generale, lo stato nutrizionale e il benessere di una persona. Viene comunemente misurato utilizzando una bilancia pesa-persona o una bilancia digitale progettata per misurare il peso corporeo statico in condizioni di quiete. È essenziale monitorare regolarmente il proprio peso corporeo come parte di un programma di stile di vita sano e di gestione del peso a lungo termine.
La cifosi è una curvatura anormale della colonna vertebrale nella regione toracica, che si piega anteriormente in modo eccessivo. Questa condizione provoca un arrotondamento della schiena e spesso viene chiamata "gobba". La cifosi può essere presente fin dalla nascita o acquisita più tardi nella vita a causa di posture scorrette, lesioni, malattie degenerative delle articolazioni o altre condizioni mediche come l'osteoporosi. Nei casi lievi, la cifosi può non causare sintomi o problemi di salute significativi, ma in casi più gravi può provocare disagio, dolore e difficoltà respiratorie. Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere fisioterapia, esercizi di rafforzamento muscolare, l'uso di busti ortopedici o, in casi gravi, la chirurgia.
Il dolore lombare, noto anche come "mal di schiena basso", si riferisce a un disagio o dolore avvertito nella parte inferiore della schiena, sopra le natiche. Può essere causato da una varietà di fattori, tra cui lesioni, tensioni muscolari, disturbi del disco intervertebrale, artrite e altre condizioni mediche. I sintomi possono variare da lievi a gravi e possono influenzare la mobilità e la qualità della vita di una persona. Il trattamento dipende dalla causa sottostante del dolore lombare e può includere farmaci, fisioterapia, iniezioni o, in casi estremi, chirurgia.
Le caratteristiche sessuali si riferiscono alle differenze fisiche e funzionali che distinguono i maschi dalle femmine. Queste caratteristiche sono il risultato dell'interazione di fattori genetici, ormonali e ambientali durante lo sviluppo embrionale e postnatale.
Le caratteristiche sessuali primarie si riferiscono alle differenze anatomiche dei sistemi riproduttivi maschili e femminili. Negli individui di sesso maschile, le caratteristiche sessuali primarie includono i testicoli, l'epididimo, il dotto deferente, la prostata e il pene. Negli individui di sesso femminile, le caratteristiche sessuali primarie includono gli ovari, le tube di Falloppio, l'utero e la vagina.
Le caratteristiche sessuali secondarie si riferiscono alle differenze fisiche che emergono durante la pubertà e l'adolescenza. Negli individui di sesso maschile, le caratteristiche sessuali secondarie includono la crescita della barba, del torace peloso, dei bicipiti e delle spalle più ampie, dell'approfondimento della voce e dello sviluppo muscolare. Negli individui di sesso femminile, le caratteristiche sessuali secondarie includono lo sviluppo del seno, la crescita dei peli pubici e ascellari, il ciclo mestruale e l'aumento di grasso corporeo in aree specifiche come fianchi e glutei.
Le caratteristiche sessuali sono importanti per la riproduzione e possono anche influenzare il comportamento, la preferenza e l'identità sessuale di un individuo. È importante notare che esistono anche individui con caratteristiche sessuali atipiche o ambigue, noti come intersessuali, che possono avere tratti sia maschili che femminili o non rientrare completamente in una categoria di genere.
Le "Deviazioni della Colonna Vertebrale" si riferiscono a condizioni in cui la normale curvatura e allineamento fisiologico della colonna vertebrale sono alterati. Queste deviazioni possono presentarsi sotto forma di scoliosi, cifosi o lordosi anomale.
1. Scoliosi: è una deviazione laterale tridimensionale della colonna vertebrale, che assume una forma a "C" o a "S". Di solito si sviluppa durante l'infanzia o l'adolescenza e può peggiorare con la crescita. La scoliosi può essere idiopatica (di causa sconosciuta), congenita, neuromuscolare o dovuta a fattori strutturali.
2. Ipercifosi: è un'eccessiva curvatura della colonna vertebrale nella regione toracica, che provoca una postura ingobbita. L'ipercifosi grave può causare disagio e dolore alla schiena, oltre a difficoltà respiratorie.
3. Iperlordosi: è un'eccessiva curvatura della colonna vertebrale nella regione lombare, che fa sembrare il sedere prominente e la parte superiore del corpo inclinata in avanti. Anche se una certa lordosi fisiologica è presente nella normale curvatura della colonna vertebrale, livelli elevati di iperlordosi possono causare dolore alla schiena e difficoltà posturali.
Le deviazioni della colonna vertebrale possono essere legate a fattori genetici, malattie neuromuscolari, lesioni o disfunzioni strutturali. Possono causare disagio, dolore e problemi di salute a lungo termine se non vengono trattati in modo adeguato. Il trattamento può includere fisioterapia, ortesi, farmaci o interventi chirurgici, a seconda della gravità e della causa sottostante delle deviazioni.
Il midollo osseo è il tessuto molle e grassoso presente all'interno della maggior parte delle ossa lunghe del corpo umano. Esso svolge un ruolo fondamentale nella produzione di cellule ematiche, inclusi globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il midollo osseo contiene anche cellule staminali ematopoietiche, che hanno la capacità di differenziarsi in diversi tipi di cellule sanguigne.
Esistono due tipi di midollo osseo: il midollo osseo rosso, che è altamente vascolarizzato e produce cellule ematiche, e il midollo osseo giallo, che contiene prevalentemente tessuto adiposo. Il midollo osseo rosso è presente principalmente nelle ossa piatte come il cranio, la colonna vertebrale e le costole, mentre il midollo osseo giallo si trova principalmente nelle ossa lunghe come il femore e l'omero.
Il midollo osseo è un tessuto vitale che può essere danneggiato da malattie come la leucemia, l'anemia aplastica e l'amiloidosi, o da trattamenti medici come la chemioterapia e la radioterapia. In questi casi, possono essere necessari trapianti di midollo osseo per ripristinare la produzione di cellule ematiche sane.
Il trattamento delle immagini assistito da computer (CIT, Computer-Aided Treatment of Images) si riferisce all'uso di tecnologie informatiche e algoritmi per analizzare, interpretare e fornire informazioni utili per la pianificazione del trattamento medico, in particolare nelle discipline di radioterapia oncologica e imaging medico.
Nella radioterapia oncologica, il CIT viene utilizzato per creare piani di trattamento altamente personalizzati che mirano a massimizzare la dose di radiazioni al tumore, mentre minimizzano l'esposizione delle aree sane circostanti. Ciò include l'utilizzo di software avanzati per contornare il tumore e gli organi critici, nonché per calcolare la distribuzione della dose di radiazioni in base a fattori come la forma e la posizione del tumore, le proprietà fisiche delle radiazioni e le caratteristiche dei tessuti.
Nell'imaging medico, il CIT viene utilizzato per analizzare immagini di alta qualità generate da tecnologie di imaging avanzate come la risonanza magnetica (MRI), tomografia computerizzata (CT) e tomografia a emissione di positroni (PET). Gli algoritmi informatici vengono utilizzati per elaborare le immagini, rilevare anomalie e fornire informazioni dettagliate sulle strutture anatomiche e funzionali del corpo.
In sintesi, il trattamento delle immagini assistito da computer è una tecnologia medica avanzata che utilizza l'analisi informatica per supportare la diagnosi, la pianificazione del trattamento e il monitoraggio dei pazienti nei campi della radioterapia oncologica e dell'imaging medico.
In anatomia, "coda" si riferisce alla parte inferiore e posteriore di un organo o di una struttura corporea che assomiglia a una coda in termini di forma e posizione. Tuttavia, il termine "coda" non ha un significato medico standardizzato e può variare a seconda del contesto anatomico.
Ad esempio, nella colonna vertebrale umana, la coda si riferisce alla parte terminale inferiore della colonna vertebrale che include le vertebre coccigee e sacrali. Questa struttura fornisce l'attacco per i muscoli e i legamenti del bacino e fornisce anche la base ossea per l'ano e il canale anale.
In embriologia, la coda si riferisce alla parte posteriore del feto in via di sviluppo che contiene le vertebre non ossificate e i muscoli che formeranno la colonna vertebrale e i muscoli della schiena. Questa struttura scompare gradualmente durante lo sviluppo fetale, ma talvolta può rimanere una piccola escrescenza ossea chiamata "coda embrionale" o "coda congenita".
In neurologia, la coda si riferisce alla parte posteriore del midollo spinale che contiene i cordoni posteriori e anteriori. Questa struttura è responsabile della trasmissione degli impulsi sensoriali e motori tra il midollo spinale e il cervello.
In sintesi, la definizione di "coda" in medicina dipende dal contesto anatomico o fisiologico specifico. Tuttavia, in generale, si riferisce alla parte inferiore e posteriore di un organo o di una struttura corporea che assomiglia a una coda in termini di forma e posizione.
Gli Sprague-Dawley (SD) sono una particolare razza di ratti comunemente usati come animali da laboratorio nella ricerca biomedica. Questa linea di ratti fu sviluppata per la prima volta nel 1925 da H.H. Sprague e R.C. Dawley presso l'Università del Wisconsin-Madison.
Gli Sprague-Dawley sono noti per la loro robustezza, facilità di riproduzione e bassa incidenza di tumori spontanei, il che li rende una scelta popolare per una vasta gamma di studi, tra cui quelli relativi alla farmacologia, tossicologia, fisiologia, neuroscienze e malattie infettive.
Questi ratti sono allevati in condizioni controllate per mantenere la coerenza genetica e ridurre la variabilità fenotipica all'interno della linea. Sono disponibili in diverse età, dai neonati alle femmine gravide, e possono essere acquistati da diversi fornitori di animali da laboratorio in tutto il mondo.
È importante sottolineare che, come per qualsiasi modello animale, gli Sprague-Dawley hanno i loro limiti e non sempre sono rappresentativi delle risposte umane a farmaci o condizioni patologiche. Pertanto, è fondamentale considerarli come uno strumento tra molti altri nella ricerca biomedica e interpretare i dati ottenuti da tali studi con cautela.
In termini medici, i dinosauri non rientrano in una definizione specifica, poiché si riferiscono a un gruppo di rettili estinti che vissero durante l'era Mesozoica. Tuttavia, il termine "dinosauro" deriva dal greco e significa "lucertola terribile". I dinosauri erano una variegata classe di creature, alcune delle quali erbivore e altre carnivore, che si distinguevano per le loro dimensioni, dalle piccole taglie a quelle gigantesche. Si evolsero in molte forme diverse e abitarono diversi ambienti terrestri e acquatici. La loro estinzione di massa avvenne circa 65 milioni di anni fa, sebbene alcuni scienziati suggeriscano che alcune specie possano essere sopravvissute fino a tempi più recenti.
In medicina, il termine "esito della terapia" si riferisce al risultato o al riscontro ottenuto dopo aver somministrato un trattamento specifico a un paziente per una determinata condizione di salute. Gli esiti della terapia possono essere classificati in diversi modi, tra cui:
1. Esito positivo o favorevole: il trattamento ha avuto successo e la condizione del paziente è migliorata o è stata completamente risolta.
2. Esito negativo o infausto: il trattamento non ha avuto successo o ha addirittura peggiorato le condizioni di salute del paziente.
3. Esito incerto o indeterminato: non è ancora chiaro se il trattamento abbia avuto un effetto positivo o negativo sulla condizione del paziente.
Gli esiti della terapia possono essere misurati utilizzando diversi parametri, come la scomparsa dei sintomi, l'aumento della funzionalità, la riduzione della dimensione del tumore o l'assenza di recidiva. Questi esiti possono essere valutati attraverso test di laboratorio, imaging medico o autovalutazioni del paziente.
È importante monitorare gli esiti della terapia per valutare l'efficacia del trattamento e apportare eventuali modifiche alla terapia se necessario. Inoltre, i dati sugli esiti della terapia possono essere utilizzati per migliorare la pratica clinica e informare le decisioni di politica sanitaria.
La composizione corporea si riferisce alla percentuale relativa di componenti differenti che costituiscono il corpo umano, come massa grassa, massa magra (composta da muscoli, ossa, organi e tessuti connettivi), acqua corporea totale e minerali ossei. Essa fornisce una valutazione più dettagliata della salute di una persona rispetto al solo utilizzo dell'Indice di Massa Corporea (BMI).
La massa grassa include il tessuto adiposo essenziale, necessario per le funzioni vitali, e il tessuto adiposo non essenziale, che è l'eccesso di accumulo di grasso. Un'elevata percentuale di massa grassa può aumentare il rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e altre condizioni di salute.
La massa magra include la massa muscolare scheletrica, i visceri, le ossa e i fluidi corporei. Una bassa massa magra può indicare una scarsa forza fisica, un rischio più elevato di lesioni e una ridotta resistenza alle malattie.
L'acqua corporea totale è distribuita tra due compartimenti: intracellulare (presente all'interno delle cellule) ed extracellulare (fuori dalle cellule). Un equilibrio idrico adeguato è essenziale per il normale funzionamento di organi e sistemi corporei.
I minerali ossei sono costituiti principalmente da calcio e fosforo, che forniscono supporto strutturale alle ossa e svolgono un ruolo importante nel mantenimento della salute delle ossa e dei denti. Una bassa densità minerale ossea può aumentare il rischio di sviluppare l'osteoporosi.
La valutazione della composizione corporea può essere eseguita mediante varie tecniche, come la bioimpedenziometria, la plicometria e la densitometria ossea dual-energy X-ray absorptiometry (DXA). Questi metodi forniscono informazioni utili per valutare lo stato di salute generale, identificare i fattori di rischio per malattie croniche e sviluppare strategie per il mantenimento o l'aumento della massa muscolare, dell'acqua corporea e dei minerali ossei.
In terminologia medico-legale, un cadavere è il corpo di una persona deceduta. Dopo la morte, il corpo umano subisce una serie di cambiamenti fisici e chimici che lo portano allo stato di cadavere. Questo processo include la cessazione delle funzioni vitali, la decomposizione e la putrefazione.
L'esame del cadavere è una parte importante dell'autopsia e della medicina legale, poiché fornisce informazioni cruciali sulla causa e le circostanze della morte di una persona. L'analisi del corpo può includere l'ispezione esterna, la dissezione interna, la raccolta di campioni biologici e l'esame tossicologico per identificare eventuali segni di trauma, malattia o avvelenamento.
L'accurata documentazione e lo studio del cadavere sono fondamentali per stabilire l'identità della vittima, determinare la causa della morte e fornire prove importanti per le indagini criminali e i procedimenti giudiziari.
Nella medicina, il termine "cementi ossei" si riferisce a una sostanza calcificata che si trova all'interno della cavità midollare delle ossa lunghe. Questi cementi ossei sono costituiti da tessuto connettivo mineralizzato e sono simili al tessuto osseo lamellare. Si formano attraverso il processo di rimodellamento osseo, durante il quale le cellule chiamate osteoclasti scavano cavità nelle ossa e le cellule osteoblasti riempiono queste cavità con tessuto osseo nuovo.
I cementi ossei sono particolarmente importanti nell'anca, dove forniscono un ancoraggio per la testa del femore all'interno dell'acetabolo (la cavità concava dell'osso iliaco che forma parte dell'articolazione dell'anca). Le fratture della testa del femore possono distruggere i cementi ossei, rendendo difficile o impossibile la riparazione chirurgica dell'anca.
In sintesi, i cementi ossei sono una parte importante del tessuto osseo che forniscono ancoraggio e supporto per le articolazioni.
Gli 'Dispositivi di Fissazione Ortopedici' sono dispositivi medici utilizzati in ortopedia e traumatologia per mantenere correttamente allineate le ossa, i segmenti ossei o le articolazioni durante il processo di guarigione delle fratture, delle lussazioni o di altre lesioni scheletriche. Questi dispositivi possono essere interni o esterni e includono una vasta gamma di strumenti come piastre, viti, chiodi, fili metallici, aste, fissatori esterni e gessi.
Gli obiettivi principali dei dispositivi di fissazione ortopedica sono stabilizzare la parte lesa, consentire una guarigione adeguata e preservare o ripristinare la funzione articolare o scheletrica. La scelta del tipo specifico di dispositivo di fissazione dipende dalla localizzazione della lesione, dall'età e dalle condizioni generali del paziente, nonché dal grado di stabilità richiesta per la guarigione appropriata.
È importante sottolineare che l'uso appropriato dei dispositivi di fissazione ortopedici richiede una conoscenza approfondita dell'anatomia e della fisiologia scheletrica, nonché competenze chirurgiche specialistiche per garantire un'installazione adeguata e ridurre al minimo il rischio di complicazioni.
La cifoplastica, nota anche come kyphoplasty, è un intervento chirurgico mini-invasivo utilizzato per il trattamento della frattura vertebrale compressiva, spesso associata all'osteoporosi o ad altri tumori ossei. L'obiettivo principale di questa procedura è quello di ripristinare la forma e l'altezza della vertebra danneggiata, alleviando il dolore e migliorando la funzionalità della colonna vertebrale.
Durante l'intervento chirurgico di cifoplastica, il medico inserisce un tubo sottile e flessibile (chiamato catetere) attraverso la pelle nella vertebra fratturata, guidato da raggi X o fluoroscopia. Viene quindi introdotto un piccolo palloncino all'interno del corpo vertebrale danneggiato. Il palloncino viene gonfiato con una soluzione di contrasto per creare uno spazio all'interno della vertebra, ripristinando così la sua altezza e forma originaria.
Dopo aver creato lo spazio necessario, il palloncino viene rimosso e il chirurgo inietta una miscela di cemento acrilico biocompatibile nello spazio vuoto appena creato. Questo materiale si indurisce rapidamente, stabilizzando la vertebra fratturata e previene ulteriori collassi.
La cifoplastica può offrire sollievo dal dolore immediato e migliorare la postura e la funzionalità della colonna vertebrale. Tuttavia, come con qualsiasi intervento chirurgico, esistono anche rischi e complicanze potenziali, come infezioni, emorragie, reazioni allergiche ai materiali utilizzati o lesioni nervose. Pertanto, è importante discutere i benefici e i rischi di questo trattamento con un medico specialista prima di prendere una decisione informata.
Il muscolo scheletrico, noto anche come striato volontario, è un tipo di muscolo responsabile dei movimenti del corpo controllati volontariamente. È costituito da fasci di fibre muscolari avvolte in una membrana connettiva chiamata fascia e unite alle ossa attraverso tendini. Ogni fibra muscolare è composta da molti miofibrille, che sono lunghi filamenti proteici responsabili della contrazione muscolare.
Le caratteristiche distintive del muscolo scheletrico includono la presenza di strisce trasversali visibili al microscopio (da cui il nome "striato"), che corrispondono all'allineamento regolare dei miofibrille. Queste strisce, chiamate bande A e bande I, sono create dal diverso grado di sovrapposizione tra actina e miosina, due proteine fondamentali per la contrazione muscolare.
Il muscolo scheletrico è innervato dai motoneuroni del sistema nervoso centrale (SNC), che inviano impulsi elettrici attraverso le giunzioni neuromuscolari per stimolare la contrazione muscolare. La capacità di controllare volontariamente il movimento è una funzione critica del muscolo scheletrico, consentendo attività come camminare, afferrare oggetti e mantenere la postura.
Lesioni o malattie che colpiscono il muscolo scheletrico possono causare debolezza, rigidità, dolore o perdita di funzione. Esempi di tali condizioni includono distrofia muscolare, miopatia e lesioni traumatiche come strappi muscolari o stiramenti.
La tubercolosi spinale, nota anche come "Pott's Disease," è una forma specifica di tubercolosi che colpisce la colonna vertebrale. Si verifica quando Mycobacterium tuberculosis, il batterio responsabile della tubercolosi, infetta uno o più corpi vertebrali delle vertebre adiacenti nella colonna vertebrale.
Questa infezione può portare all'erosione e alla distruzione del tessuto osseo, con conseguente collasso delle vertebre interessate e formazione di una gibbosità o gobba anormale sulla schiena. L'infiammazione associata all'infezione può anche comprimere la sacca dura che circonda il midollo spinale o i nervi spinali, portando a dolore, debolezza o intorpidimento.
La tubercolosi spinale è più comune nei paesi in via di sviluppo e può verificarsi in individui con sistema immunitario indebolito, come quelli affetti da HIV/AIDS. Il trattamento della tubercolosi spinale comporta l'uso prolungato di farmaci antitubercolari per eliminare l'infezione batterica e, se necessario, interventi chirurgici per stabilizzare la colonna vertebrale o alleviare la compressione del midollo spinale.
In medicina, i "fattori temporali" si riferiscono alla durata o al momento in cui un evento medico o una malattia si verifica o progredisce. Questi fattori possono essere cruciali per comprendere la natura di una condizione medica, pianificare il trattamento e prevedere l'esito.
Ecco alcuni esempi di come i fattori temporali possono essere utilizzati in medicina:
1. Durata dei sintomi: La durata dei sintomi può aiutare a distinguere tra diverse condizioni mediche. Ad esempio, un mal di gola che dura solo pochi giorni è probabilmente causato da un'infezione virale, mentre uno che persiste per più di una settimana potrebbe essere causato da una infezione batterica.
2. Tempo di insorgenza: Il tempo di insorgenza dei sintomi può anche essere importante. Ad esempio, i sintomi che si sviluppano improvvisamente e rapidamente possono indicare un ictus o un infarto miocardico acuto.
3. Periodicità: Alcune condizioni mediche hanno una periodicità regolare. Ad esempio, l'emicrania può verificarsi in modo ricorrente con intervalli di giorni o settimane.
4. Fattori scatenanti: I fattori temporali possono anche includere eventi che scatenano la comparsa dei sintomi. Ad esempio, l'esercizio fisico intenso può scatenare un attacco di angina in alcune persone.
5. Tempo di trattamento: I fattori temporali possono influenzare il trattamento medico. Ad esempio, un intervento chirurgico tempestivo può essere vitale per salvare la vita di una persona con un'appendicite acuta.
In sintesi, i fattori temporali sono importanti per la diagnosi, il trattamento e la prognosi delle malattie e devono essere considerati attentamente in ogni valutazione medica.
La lordosi è una curvatura fisiologica naturale a forma di concavità verso anteriormente (in avanti) della colonna vertebrale, che si trova normalmente nella regione lombare (parte inferiore) della spina dorsale. Questa curva aiuta a distribuire il peso del corpo in modo uniforme e assorbire gli urti durante le attività come stare in piedi, camminare o correre. Tuttavia, se la lordosi diventa iperdosata (eccessivamente accentuata), può causare dolore alla schiena e altri problemi di postura. D'altra parte, una perdita di lordosi fisiologica (chiamata anche ipolordosi o lombalgia piatta) può anche portare a disagio e dolore nella zona lombare. È importante mantenere un equilibrio adeguato di lordosi per preservare la salute della colonna vertebrale e prevenire problemi di postura o dolori alla schiena.
La laminectomia è un intervento chirurgico spinale in cui viene rimossa tout ou parte della lamina, che è la parte posteriore della vertebra che protegge il midollo spinale. Questa procedura è spesso eseguita per alleviare la pressione sul midollo spinale o sui nervi spinali causata da ernie del disco, stenosi spinale o tumori spinali. La laminectomia può anche essere utilizzata per facilitare l'accesso alla colonna vertebrale per altre procedure chirurgiche. Dopo la rimozione della lamina, il midollo spinale e i nervi hanno più spazio, riducendo così la pressione e l'infiammazione che possono causare dolore, intorpidimento o debolezza.
La determinazione dell'età dallo scheletro, nota anche come stima dell'età ossea o skeletochronology, è un metodo utilizzato in medicina legale e antropologia forense per stimare l'età di un individuo alla morte sulla base dell'analisi delle caratteristiche scheletriche. Questo metodo si basa sull'osservazione dei cambiamenti degenerativi che si verificano nello scheletro durante il processo di invecchiamento, come l'usura dei denti, la fusione delle epifisi e la progressiva osteoporosi.
In particolare, vengono prese in considerazione le condizioni della sinfisi pubica, dello sterno, delle vertebre e del cranio. Ad esempio, il grado di usura dei denti può fornire informazioni sull'età dell'individuo, poiché l'usura dentale tende ad aumentare con l'età. Allo stesso modo, la fusione delle epifisi (le estremità ossee) è un indicatore affidabile dell'età scheletrica, poiché le epifisi delle ossa lunghe tendono a fondersi in età specifiche durante lo sviluppo.
Tuttavia, è importante notare che questi metodi non forniscono una stima precisa dell'età cronologica di un individuo, ma solo una stima approssimativa basata sulle caratteristiche ossee. Pertanto, la determinazione dell'età dallo scheletro dovrebbe essere utilizzata in combinazione con altri metodi di stima dell'età per ottenere una valutazione più accurata dell'età di un individuo al momento del decesso.
Il tessuto adiposo è un tipo di tessuto connettivo specializzato che sta accumulando lipidi (grassi) all'interno delle sue cellule, note come adipociti. Esistono due tipi principali di tessuto adiposo: il tessuto adiposo bianco e il tessuto adiposo bruno.
Il tessuto adiposo bianco è il tipo più comune e serve principalmente come riserva di energia. Quando il corpo ha bisogno di energia, le molecole di grasso immagazzinate nel tessuto adiposo bianco vengono scomposte in acidi grassi e glicerolo, che possono essere utilizzati come fonte di energia per le cellule del corpo. Il tessuto adiposo bianco produce anche ormoni e citochine che svolgono un ruolo importante nella regolazione del metabolismo, dell'appetito e dell'infiammazione.
Il tessuto adiposo bruno, invece, è meno comune e si trova principalmente nei neonati e nei mammiferi a sangue caldo che hibernano. Il tessuto adiposo bruno contiene un gran numero di mitocondri, che gli conferiscono un colore scuro o marrone. A differenza del tessuto adiposo bianco, il tessuto adiposo bruno è specializzato nel bruciare i grassi per produrre calore ed è quindi importante per la termogenesi, cioè la produzione di calore corporeo.
Un eccessivo accumulo di tessuto adiposo bianco può portare all'obesità e ad un aumentato rischio di malattie croniche come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.
La compressione del midollo spinale si riferisce a una condizione medica in cui la pressione viene esercitata sul midollo spinale, che può causare danni al midollo spinale e alle radici nervose. Il midollo spinale è una struttura vitale che trasmette segnali tra il cervello e il resto del corpo. Qualsiasi pressione o danno a questo importante sistema di comunicazione può causare una serie di sintomi, a seconda della gravità e della posizione della compressione.
Le cause più comuni di compressione del midollo spinale includono ernie del disco, stenosi spinale, tumori spinali, fratture vertebrali, osteoporosi, artrite reumatoide e infezioni spinali. I sintomi possono variare ampiamente, a seconda della localizzazione e dell'entità della compressione, ma possono includere dolore alla schiena o al collo, debolezza muscolare, intorpidimento o formicolio alle braccia o alle gambe, perdita di equilibrio, difficoltà a camminare e problemi con la funzione vescicale o intestinale.
Il trattamento della compressione del midollo spinale dipende dalla causa sottostante. Può includere farmaci per alleviare il dolore e l'infiammazione, fisioterapia, chirurgia decompressiva per alleviare la pressione sul midollo spinale o radiazioni per trattare i tumori spinali. È importante cercare un trattamento medico immediato se si sospetta una compressione del midollo spinale, poiché qualsiasi danno al midollo spinale può avere conseguenze permanenti e gravi.
Le lesioni spinali si riferiscono a danni o lesioni alla colonna vertebrale che causano danni al midollo spinale. Queste lesioni possono verificarsi a causa di traumi fisici, come incidenti automobilistici, cadute, lesioni sportive o atti violenti come spari o colpi.
Le lesioni spinali possono anche derivare da cause non traumatiche, come tumori, infezioni, malattie degenerative delle articolazioni e altre condizioni mediche. I sintomi di una lesione spinale dipendono dal livello e dalla gravità del danno al midollo spinale.
Le lesioni spinali complete significano che tutta la funzione nervosa sotto il livello della lesione è persa, compreso il controllo muscolare e la sensibilità. Le lesioni spinali incomplete significano che c'è ancora qualche funzione nervosa preservata al di sotto del livello della lesione.
Le complicazioni delle lesioni spinali possono includere problemi respiratori, perdita di controllo della vescica e dell'intestino, dolore cronico, pressione artérielle bassa, infezioni e trombosi. Il trattamento può includere la chirurgia, la fisioterapia, l'uso di ausili come sedie a rotelle o bastoni da passeggio, e la gestione dei sintomi con farmaci.
La sindrome di Klippel-Feil è una rara malformazione congenita del rachide che si caratterizza per la presenza di almeno due segmenti vertebrali fusi insieme all'interno del collo. Questa condizione può causare limitazioni della mobilità del rachide cervicale, dolore alla schiena e, in alcuni casi, problemi neurologici se i nervi spinali sono compressi dalle vertebre fuse.
I sintomi possono variare notevolmente da persona a persona, ma spesso includono un collo corto e una postura inclinata in avanti (cifosi). Altre caratteristiche associate alla sindrome di Klippel-Feil possono comprendere anomalie scheletriche, come la fusione delle vertebre toraciche o lombari, scoliosi, palatoschisi, difetti dell'orecchio esterno e problemi di udito.
La causa della sindrome di Klippel-Feil non è completamente nota, ma si pensa che sia dovuta a un disturbo dello sviluppo embrionale che colpisce la formazione delle vertebre cervicali. La condizione può essere isolata o associata ad altre anomalie congenite, come la sindrome di Sprengel, la sindrome di Goldenhar e la paralisi cerebrale.
Il trattamento della sindrome di Klippel-Feil dipende dalla gravità dei sintomi e può includere fisioterapia, farmaci per il dolore e, in casi gravi, chirurgia spinale per alleviare la pressione sui nervi spinali. È importante che le persone con questa condizione siano seguite da un team medico specializzato nella gestione delle malformazioni vertebrali complesse.
In medicina, la tecnica di decalcificazione è un processo utilizzato per rimuovere il calcio e altri minerali depositati nelle tessuti biologici, come le ossa e i denti. Questa procedura è comunemente eseguita prima dell'elaborazione istologica, che è l'analisi microscopica dei tessuti per studiarne la struttura e la composizione cellulare.
Il processo di decalcificazione comporta l'immersione del campione tissutale in un agente chimico, come l'acido nitrico o l'acido formico, che scioglie lentamente i minerali presenti nel tessuto. La durata e la concentrazione dell'agente decalcificante dipendono dal tipo e dalla dimensione del campione.
Dopo la decalcificazione, il campione viene trattato con altri agenti chimici per preservare le sue caratteristiche strutturali ed eliminare eventuali residui di decalcificante. Infine, il campione viene inserito in paraffina e tagliato in sezioni sottili per l'esame al microscopio.
Questa tecnica è fondamentale per garantire la precisione delle analisi istologiche e patologiche, poiché i depositi di calcio possono interferire con la visualizzazione chiara dei tessuti e rendere difficile l'identificazione di eventuali lesioni o malattie.
L'analisi degli elementi finiti (FEA) non è specificamente una definizione medica, ma piuttosto un termine utilizzato in ingegneria e scienza dei materiali per descrivere un metodo di calcolo numerico utilizzato per risolvere equazioni differenziali parziali che descrivono problemi di interesse ingegneristico e fisico.
Tuttavia, FEA ha trovato applicazione in medicina, in particolare nella biomeccanica e nella bioingegneria, per simulare il comportamento meccanico di tessuti e organi corporei. Ad esempio, FEA può essere utilizzata per analizzare lo stress e la deformazione delle ossa, dei muscoli e dei legamenti durante l'esercizio fisico o in presenza di lesioni o malattie. Inoltre, FEA può essere utilizzata per testare dispositivi medici impiantabili, come protesi articolari o impianti cardiovascolari, prima della loro applicazione clinica.
In sintesi, l'analisi degli elementi finiti è una tecnica di simulazione numerica che può essere utilizzata in medicina per analizzare il comportamento meccanico dei tessuti e degli organi corporei e testare dispositivi medici impiantabili.
La spina bifida occulta è una forma di malformazione congenita del midollo spinale e della colonna vertebrale. In questo caso, la parte posteriore di una o più vertebre non si sviluppano completamente e lasciano una piccola apertura attraverso cui il midollo spinale o le sue membrane protettive (meningi) possono sporgere. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il midollo spinale non è danneggiato e la persona interessata potrebbe non presentare sintomi evidenti o problemi di salute associati.
Spesso, la spina bifida occulta viene scoperta casualmente durante esami radiologici o altri test medici per altre condizioni, poiché nella maggior parte dei casi non causa disturbi evidenti. Tuttavia, in alcune persone con questa condizione, possono verificarsi complicazioni come dolore alla schiena, problemi neurologici localizzati o anomalie cutanee (come una macchia di nascita pigmentata o pelosa) sopra la zona interessata.
È importante sottolineare che la spina bifida occulta non è la stessa cosa della spina bifida aperta, che è una condizione più grave e visibile alla nascita, caratterizzata da un'apertura significativa nella colonna vertebrale e dal midollo spinale che fuoriesce dalla schiena. La spina bifida occulta richiede generalmente solo monitoraggio medico periodico, mentre la spina bifida aperta può richiedere interventi chirurgici e cure specialistiche più intense.
I somiti sono segmenti della porzione parassiale del mesoderma che si formano durante l'embriogenesi dei vertebrati. Si trovano lungo i lati del tubo neurale e danno origine a diverse strutture importanti in seguito, come le vertebre, i muscoli scheletrici correlati e la cute. Ogni somite si divide in sclerotomi, miotomi e dermatomi, che daranno origine rispettivamente alle componenti ossee e cartilaginee, ai muscoli scheletrici e alla cute della porzione corrispondente del corpo. I somiti giocano quindi un ruolo cruciale nello sviluppo della simmetria segmentaria dei vertebrati. L'insieme dei somiti è detto somitomero. La loro formazione avviene attraverso una serie di divisioni mitotiche e processi morfogenetici altamente regolamentati, che richiedono l'espressione di specifici geni e la comunicazione tra diverse cellule embrionali.
In terminologia medica, "modelli anatomici" si riferiscono a rappresentazioni tridimensionali dettagliate della struttura interna e delle relazioni spaziali del corpo umano o di specifiche regioni o sistemi corporei. Questi modelli possono essere creati utilizzando una varietà di materiali e tecniche, tra cui la plastica, la cera, il lattice, la resina e le stampanti 3D. Vengono spesso utilizzati per scopi didattici ed educativi, permettendo agli studenti di medicina e ad altri professionisti sanitari di visualizzare e comprendere meglio la complessa anatomia umana. I modelli anatomici possono anche essere utilizzati in ricerca, pianificazione chirurgica e sviluppo di dispositivi medici. Essi forniscono un'alternativa tangibile e visiva alle tradizionali illustrazioni bidimensionali, consentendo agli utenti di manipolare, ruotare ed esaminare i vari aspetti del modello a loro piacimento.
Le procedure ortopediche sono interventi chirurgici o trattamenti non chirurgici eseguiti da un ortopedico per la diagnosi, il sollievo dal dolore, la cura o la correzione di problemi e malattie che riguardano l'apparato muscolo-scheletrico, comprese le articolazioni, i muscoli, i tendini, i legamenti, i nervi e le ossa. Esempi di procedure ortopediche includono la riparazione delle fratture ossee, l'artroscopia, la sostituzione articolare, la fusione spinale, l'allungamento dei tendini e la correzione della deformità scheletrica. L'obiettivo di queste procedure è quello di ripristinare la funzionalità, alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita del paziente.
Il coccige, noto anche come osso sacro coccigeo, si riferisce all'estremità inferiore della colonna vertebrale. È composto da tre-cinque segmenti ossei fusi insieme, che formano un piccolo osso a forma di cuneo o uncino alla base della colonna vertebrale. Il coccige si articola con l'osso sacro sopra di esso e il sacro-coccigeo o articolazione sacro-iliaca su entrambi i lati.
Il coccige svolge un ruolo importante nell'assorbimento degli urti e nella stabilizzazione della colonna vertebrale durante la seduta e altre attività che coinvolgono la parte inferiore del corpo. Tuttavia, a causa della sua piccola dimensione e posizione vulnerabile, il coccige è suscettibile di lesioni, come fratture o lussazioni, soprattutto in caso di cadute o traumi diretti alla regione pelvica.
Non esiste una definizione medica specifica del termine "Mondo Greco". Il termine "Greco" si riferisce generalmente alla cultura, alla lingua e alla storia della Grecia. In un contesto medico, il termine "Greco" può occasionalmente essere utilizzato per descrivere concetti o pratiche mediche che hanno origine nella antica Grecia. Ad esempio, il "metodo greco" di diagnosi si riferisce alla tecnica di formulare una diagnosi basata sui sintomi osservati e descritti dal paziente, senza l'uso di test di laboratorio o di imaging. Tuttavia, va notato che questa non è una definizione medica universalmente accettata o comunemente utilizzata.
La radiografia è una procedura diagnostica ampiamente utilizzata che impiega radiazioni a bassa dose per ottenere immagini dell'interno del corpo. Durante la procedura, un paziente viene esposto a un fascio di raggi X, che attraversano il corpo e vengono rilevati da un dispositivo sensibile alla radiazione chiamato piatto radiografico sull'altro lato del corpo. Le aree attraversate dai raggi X appaiono chiare nelle immagini radiografiche, mentre le aree dense che bloccano maggiormente i raggi X, come ossa e strutture metalliche, appaiono scure.
Le radiografie sono comunemente utilizzate per rilevare e monitorare una varietà di condizioni mediche, tra cui fratture ossee, malattie polmonari, tumori e altri problemi ai tessuti molli o alle articolazioni. Sono anche impiegati per guidare procedure mediche come la biopsia o il posizionamento di dispositivi medici.
Come con qualsiasi procedura che utilizza radiazioni, i rischi associati alla radiografia devono essere bilanciati con i benefici previsti. L'esposizione alle radiazioni durante la radiografia è generalmente minima e le procedure sono considerate sicure per la maggior parte dei pazienti. Tuttavia, le precauzioni appropriate dovrebbero essere prese per minimizzare l'esposizione alle radiazioni, specialmente per i bambini, le donne in gravidanza e i pazienti che richiedono ripetute radiografie.
Le anomalie muscoloscheletriche sono condizioni in cui si verificano malformazioni o aberrazioni nello sviluppo dei muscoli e dello scheletro. Queste possono manifestarsi come alterazioni nella struttura, nella funzione o nell'allineamento delle ossa, dei muscoli, dei tendini, dei legamenti e delle articolazioni.
Le anomalie muscoloscheletriche possono essere presenti alla nascita (congenite) o acquisite più tardi nella vita a seguito di traumi, malattie, invecchiamento o fattori ereditari. Alcune delle cause comuni di anomalie muscoloscheletriche includono:
1. Malformazioni scheletriche congenite: come la displasia scheletrica, che è un gruppo eterogeneo di disturbi caratterizzati da alterazioni nella crescita e nello sviluppo delle ossa e dei tessuti connettivi circostanti.
2. Malattie muscolari: come la distrofia muscolare, che è un gruppo di malattie genetiche che causano debolezza e atrofia muscolare progressiva.
3. Lesioni traumatiche: come fratture, lussazioni o stiramenti che possono portare a deformità ossee o muscolari.
4. Malattie infiammatorie: come l'artrite reumatoide, che può causare danni alle articolazioni e alla struttura ossea.
5. Invecchiamento: con l'età avanzata, possono verificarsi alterazioni degenerative delle ossa, dei muscoli e delle articolazioni, come l'osteoporosi e l'artrosi.
6. Fattori ereditari: alcune anomalie muscoloscheletriche sono causate da mutazioni genetiche che possono essere ereditate dai genitori o svilupparsi spontaneamente durante lo sviluppo embrionale.
Le anomalie muscoloscheletriche possono presentarsi con una varietà di sintomi, a seconda della causa e della parte del corpo interessata. I sintomi comuni includono dolore, rigidità, debolezza, gonfiore, deformità ossea o articolare, limitazione del movimento e difficoltà nella mobilità. Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere farmaci, fisioterapia, chirurgia ortopedica o terapie di supporto.
La spondilite è un termine medico che descrive l'infiammazione delle vertebre, le ossa che formano la colonna vertebrale. Questa condizione può causare dolore, rigidità e gonfiore nella schiena o nel collo. In casi più gravi, la spondilite può portare a limitazioni della mobilità e deformità strutturali della colonna vertebrale.
La forma più comune di spondilite è nota come spondilite anchilosante, una malattia infiammatoria cronica che può anche interessare altri tessuti e organi del corpo, come gli occhi, i polmoni e l'intestino.
La causa esatta della spondilite anchilosante è sconosciuta, ma si pensa che sia associata a fattori genetici ed ambientali. Il trattamento della spondilite può includere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), fisioterapia e, in alcuni casi, terapie biologiche. In generale, l'obiettivo del trattamento è quello di gestire i sintomi e prevenire ulteriori danni alla colonna vertebrale.
La dicitura "dolore dorsale" si riferisce ad un disagio o dolenza localizzata nella parte centrale o superiore della schiena, nota come colonna vertebrale toracica (o "dorso"). Questa area della spina dorsale comprende 12 vertebre (T1-T12), disposte in sequenza al di sopra del bacino. Il dolore dorsale può manifestarsi come un fastidio sordo, una sensazione di bruciore, rigidità o persino un dolore acuto e intenso.
Le cause che possono indurre dolore dorsale sono diverse e possono comprendere:
- Malattie degenerative delle articolazioni e dei dischi intervertebrali (artrosi, discopatie)
- Ernie del disco o erniazioni del midollo spinale
- Fratture vertebrali a seguito di traumi o patologie ossee (es. osteoporosi)
- Patologie infiammatorie o infettive (es. artrite reumatoide, spondilodisciti)
- Disturbi muscolari o legamentosi (es. stiramento o strappo dei muscoli paravertebrali, distorsioni legamentose)
- Patologie viscerali (es. malattie cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, problematiche polmonari)
Il trattamento del dolore dorsale dipende dalla causa sottostante e può comprendere terapia farmacologica, fisioterapia, infiltrazioni locali o, in casi selezionati, interventi chirurgici correttivi. È importante consultare un operatore sanitario qualificato per una valutazione appropriata e una diagnosi precisa del disturbo alla base del dolore dorsale.
In termini medici, le fratture spontanee si riferiscono a fratture ossee che si verificano senza un trauma evidente o significativo. Queste fratture sono spesso il risultato di condizioni mediche sottostanti che indeboliscono l'osso, come l'osteoporosi, tumori ossei o infezioni. L'osteoporosi, in particolare, è una causa comune di fratture spontanee, soprattutto nelle persone anziane, poiché la malattia indebolisce la struttura dell'osso, rendendolo più fragile e suscettibile alle fratture.
Le fratture spontanee possono verificarsi in qualsiasi osso del corpo, ma sono più comuni nelle ossa fragili come le vertebre, il femore (osso della coscia) e il polso. I sintomi di una frattura spontanea includono dolore improvviso e intenso, gonfiore, lividi, deformità ossea e difficoltà a muovere la parte del corpo interessata. Il trattamento dipende dalla gravità e dalla posizione della frattura, ma può includere il riposo, l'immobilizzazione con un gesso o un tutore, la fisioterapia e, in alcuni casi, la chirurgia.
È importante notare che, sebbene le fratture spontanee possano verificarsi senza trauma evidente, possono comunque essere il risultato di forze minori o stress ripetitivi sull'osso indebolito. Pertanto, è essenziale consultare un medico se si sospetta una frattura spontanea, anche se non si ricorda alcun trauma specifico.
La notocorda è una struttura presente negli embrioni dei cordati, che include vertebrati e alcuni gruppi estinti come i placodermi. Si tratta di un cordone denso, costituito da cellule mesenchimali all'interno della linea mediana dorsale dell'embrione, ed è circondato da una matrice extracellulare ricca di proteoglicani.
Durante lo sviluppo embrionale, la notocorda fornisce supporto meccanico alla colonna vertebrale in via di formazione e induce la differenziazione dei tessuti circostanti, come il tubo neurale che darà origine al sistema nervoso centrale. Successivamente, nella maggior parte dei vertebrati, la notocorda regredisce o viene incorporata nelle vertebre, formando il nucleo polposo all'interno del disco intervertebrale. Tuttavia, in alcuni gruppi di vertebrati, come gli urocordati (tra cui le ascidie) e i cefalocordati (il lampredotto è l'esempio più noto), la notocorda persiste per tutta la vita ed è un carattere distintivo di questi phyla.
In sintesi, la notocorda è una struttura fondamentale nello sviluppo embrionale dei cordati, che fornisce supporto meccanico e contribuisce alla differenziazione dei tessuti circostanti. Anche se in molti vertebrati regredisce o viene incorporata nelle vertebre, la sua presenza è un carattere chiave per l'identificazione di questo phylum all'interno del regno animale.
La parola "Bisanzio" non ha una definizione medica specifica. Bisanzio era un'antica città greca situata nell'odierna Turchia, che in seguito divenne nota come Costantinopoli e ora è conosciuta come Istanbul. L'Impero Romano d'Oriente, a volte chiamato Impero Bizantino, aveva la sua capitale a Bisanzio/Costantinopoli.
Tuttavia, il termine "bizantino" è talvolta usato in riferimento alla medicina per descrivere pratiche o concetti medici complessi e altamente sviluppati che possono essere difficili da capire senza una conoscenza approfondita della materia. Questo uso del termine deriva dal fatto che l'Impero Bizantino era noto per la sua cultura sofisticata e il suo sapere enciclopedico, compresa la medicina.
Ad esempio, un medico potrebbe dire che una particolare procedura chirurgica è "bizantina" nel senso che è altamente sofisticata e richiede una grande abilità e conoscenza per essere eseguita correttamente. Tuttavia, questo non è un uso comune del termine in medicina e potrebbe non essere familiare a tutti i medici o professionisti sanitari.
In terminologia anatomica, lo sterno, noto anche come "osso pettorale", è un osso lungo e piatto situato nel mezzo del torace. Si estende dalla giunzione delle cartilagini costali alla II-VII coste all'articolazione sternoclavicolare dove si articola con le clavicole. Lo sterno fornisce un punto di inserzione per i muscoli pettorali e serve come protezione per il cuore e parte dei polmoni. È composto da tre parti: manubrio, corpo e processo xifoide.
La radioscopia è una procedura diagnostica che utilizza la fluoroscopia in tempo reale per visualizzare e studiare organi e strutture del corpo umano. Viene eseguita utilizzando un'apparecchiatura a raggi X speciale che proietta immagini live su uno schermo fluorescente o un monitor video. A differenza della radiografia standard, che cattura una singola immagine fissa, la radioscopia consente al medico di osservare i movimenti e le funzioni degli organi in tempo reale. Questa tecnica viene spesso utilizzata durante procedure come l'angioplastica coronarica o la chirurgia ortopedica per guidare il posizionamento di cateteri, stent o altri dispositivi medici. Tuttavia, va notato che l'uso della radioscopia è stato gradualmente sostituito da tecniche alternative a bassa emissione di radiazioni, come l'ecografia e la risonanza magnetica, quando possibile.
Un cordoma è un tumore raro e generalmente a crescita lenta che si sviluppa dalle cellule delle reminiscenze del notocordo, una struttura embrionale presente nello stadio iniziale dello sviluppo embrionale che successivamente forma il nucleo pulpare dell'osso sacro e del coccige. I cordomi si manifestano principalmente nella zona della base del cranio (cordoma cefalico), nel midollo spinale (cordoma vertebrale) o nell'estremità inferiore della colonna vertebrale (cordoma sacrococcigeo).
Questi tumori sono classificati come tumori maligni di grado basso o intermedio, con una tendenza a infiltrarsi nei tessuti circostanti e a recidivare dopo la rimozione chirurgica. I cordomi possono metastatizzare ad altri organi, ma questo avviene solo nel 10-15% dei casi e di solito si verifica in fasi tardive della malattia.
I sintomi del cordoma dipendono dalla sua localizzazione. I cordomi cefalici possono causare dolore facciale, difficoltà nella deglutizione, roncopatia notturna e/o perdita dell'udito. I cordomi vertebrali possono provocare dolore alla schiena, debolezza muscolare, intorpidimento o formicolio alle braccia o alle gambe. I cordomi sacrococcigei possono determinare dolore e/o gonfiore al sacro o al coccige, defecazione difficile, minzione dolorosa o disfunzioni sessuali.
Il trattamento dei cordomi prevede generalmente la rimozione chirurgica seguita dalla radioterapia e/o chemioterapia adiuvante per ridurre il rischio di recidiva. Tuttavia, a causa della localizzazione anatomica complessa di questi tumori, la completa asportazione può essere difficile da ottenere senza causare danni significativi ai tessuti circostanti. Pertanto, il prognosi per i pazienti con cordoma è variabile e dipende dalla localizzazione del tumore, dall'estensione della malattia e dal successo del trattamento.
La decompressione chirurgica è un intervento chirurgico effettuato per alleviare la pressione su nervi, midollo spinale o vasi sanguigni che sono stati compressi da una massa o lesione, come ad esempio ernie del disco, tumori, fratture ossee o stenosi spinale. L'obiettivo dell'intervento chirurgico è quello di alleviare i sintomi associati alla compressione, come dolore, intorpidimento, debolezza o perdita di funzione.
Nel caso di ernie del disco, la decompressione chirurgica può essere eseguita attraverso una procedura nota come microdiscectomia, in cui il chirurgo rimuove solo la porzione della parte dell'ernia che comprime il nervo. In casi più gravi di stenosi spinale o tumori spinali, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico più ampio per rimuovere la massa e stabilizzare la colonna vertebrale con l'uso di innesti ossei o dispositivi di fusione.
La decompressione chirurgica è generalmente considerata solo dopo che altri trattamenti conservativi, come farmaci antinfiammatori e fisioterapia, non hanno avuto successo nel controllare i sintomi del paziente. Come con qualsiasi intervento chirurgico, la decompressione chirurgica comporta dei rischi, tra cui infezione, sanguinamento, danni ai nervi e reazioni avverse all'anestesia. Tuttavia, per molti pazienti, i benefici dell'intervento chirurgico possono superare i rischi associati.