Microvilli
Microscopia Eletronica A Scansione
Microscopia Elettronica
Epitelio
Proteine Dei Microfilamenti
Membrana Cellulare
Actine
Citoscheletro
Immunoelettronmicroscopia
Cellule Epiteliali
Proteine Del Citoscheletro
Mucosa Intestinale
Microscopia Elettronica A Trasmissione
Intestino Tenue
Falloidina
Tubuli Renali Prossimali
Ciglia (Biol)
Enterociti
Mesomicetozoi
Tecnica Di Immunofluorescenza
Antiporto Sodio-Idrogeno
Polarità Cellulare
Citocalasina D
Actin Cytoskeleton
Citocalasine
Epitelio Pigmentato
Intestino
Freeze Etching
Giunzioni Intracellulari
Photoreceptor Cells, Invertebrate
Fosfoproteine
Apparato Digerente
Digiuno (Anatomia)
Mucosa Olfattiva
Proteine Della Membrana
Immunoistochimica
Plesso Coroideo
Not Translated
Torio
Cloaca
Coated Pits Della Membrana Cellulare
Miosina Di Tipo I
Rhodnius
Polli
Istocitochimica
Organo Vomeronasale
Crioultramicrotomia
Actinina
Complesso Sucrasi-Isomaltasi
Blastomeri
Cellule Caco-2
Cellule Parietali Gastriche
Adesività Batterica
Suini
Cellule Coltivate
Triatominae
Conigli
Microscopia A Fluorescenza
Freeze Fracturing
Citoplasma
Cellule Llc-Pk1
Glicocalice
Rolling Leucocitario
Microscopia Confocale
Nodi Di Ranvier
Complesso Antigenico Della Nefrite Di Heymann
Miosine
Microscopia A Contrasto Di Fase
Organoidi
Sucrasi
Fattori Temporali
Photoreceptor Cells
Proteine Di Trasporto
Placenta
Tubuli Malpighiani
Ottossinolo
Modelli Biologici
Opossum
Disaccaridasi
Pinocitosi
Ghiandole Apocrine
Hair Cells, Auditory
Destrina
Not Translated
I microvilli sono strutture citoplasmatiche a forma di dito, generalmente disposte come un pennello sulla superficie apicale delle cellule epiteliali, che aumentano notevolmente la superficie assorbente della cellula. Sono tipicamente presenti nelle cellule enterociti del intestino tenue, dove svolgono un ruolo cruciale nell'assorbimento dei nutrienti dalle feci. Ogni microvillus contiene una struttura proteica chiamata actina che fornisce supporto strutturale e forma il suo nucleo. I microvilli sono inoltre ricoperti da un mantello glicocalicico, costituito da una matrice polisaccaridica complessa, che svolge un ruolo nella protezione della cellula e nell'interazione con l'ambiente esterno. L'insieme di microvilli su una cellula è noto come "terminalia a pennello".
La microscopia elettronica a scansione (Scanning Electron Microscope - SEM) è una tecnica di microscopia che utilizza un fascio di elettroni per ottenere immagini ad alta risoluzione di superfici di campioni. Il fascio di elettroni viene focalizzato su un'area molto piccola del campione, scansionandolo a step successivi per creare un'immagine dettagliata dell'intera area.
Il SEM può fornire immagini ad altissima risoluzione, con dettagli fino a pochi nanometri, permettendo di visualizzare la morfologia e la topografia della superficie del campione. Inoltre, il SEM può anche essere utilizzato per analisi chimiche elementari dei campioni, attraverso l'utilizzo di spettrometria a dispersione di energia (EDS).
Questa tecnica è ampiamente utilizzata in diversi campi della ricerca scientifica e dell'industria, come la biologia, la fisica, la chimica, la material science, la nanotecnologia e l'elettronica.
La microscopia elettronica è una tecnica di microscopia che utilizza un fascio di elettroni invece della luce visibile per ampliare gli oggetti. Questo metodo consente un ingrandimento molto maggiore rispetto alla microscopia ottica convenzionale, permettendo agli studiosi di osservare dettagli strutturali a livello molecolare e atomico. Ci sono diversi tipi di microscopia elettronica, tra cui la microscopia elettronica a trasmissione (TEM), la microscopia elettronica a scansione (SEM) e la microscopia elettronica a scansione in trasmissione (STEM). Queste tecniche vengono ampiamente utilizzate in molte aree della ricerca biomedica, inclusa la patologia, per studiare la morfologia e la struttura delle cellule, dei tessuti e dei batteri, oltre che per analizzare la composizione chimica e le proprietà fisiche di varie sostanze.
L'epitelio è un tipo di tessuto fondamentale che copre le superfici esterne e interne del corpo, fornendo barriera fisica e protezione contro danni meccanici, infezioni e perdita di fluidi. Si trova anche negli organi sensoriali come la retina e il sistema gustativo. L'epitelio è formato da cellule strettamente legate tra loro che poggiano su una base di tessuto connettivo nota come membrana basale.
Esistono diversi tipi di epitelio, classificati in base alla forma e al numero delle cellule che li compongono:
1. Epitelio squamoso o pavimentoso: formato da cellule piatte disposte in uno strato unico o stratificato. È presente nelle cavità interne del corpo, come l'interno dei vasi sanguigni e delle vie respiratorie.
2. Epitelio cubico: composto da cellule cubiche o cilindriche disposte in uno strato unico. Si trova principalmente nelle ghiandole esocrine e nei tubuli renali.
3. Epitelio colonnare: formato da cellule allungate a forma di colonna, disposte in uno o più strati. È presente nell'epitelio respiratorio e intestinale.
4. Epitelio pseudostratificato: sembra stratificato ma è composto da un singolo strato di cellule con diversi livelli di altezza. Si trova nelle vie respiratorie superiori, nell'uretra e nella vagina.
5. Epitelio transizionale: cambia forma durante il processo di distensione o contrazione. È presente nell'urotelio, che riveste la vescica urinaria e gli ureteri.
L'epitelio svolge diverse funzioni importanti, tra cui la protezione, l'assorbimento, la secrezione, la filtrazione e la percezione sensoriale.
Le proteine dei microfilamenti, note anche come filamenti attinici, sono componenti cruciali del sistema di actina del citoscheletro cellulare. Sono costituite principalmente da actina globulare, una proteina fibrosa che si polimerizza per formare filamenti polarizzati e rigidi.
I microfilamenti svolgono un ruolo fondamentale nella determinazione della forma e della motilità cellulare, nonché nel mantenimento dell'integrità strutturale delle cellule. Essi interagiscono con altre proteine accessorie per formare una rete dinamica di fibre che supportano processi come il trasporto vescicolare, la divisione cellulare e l'adesione cellulare.
Le proteine dei microfilamenti sono anche bersaglio di molti patogeni intracellulari, che sfruttano queste strutture per entrare nelle cellule ospiti e replicarsi all'interno di esse. La disregolazione delle proteine dei microfilamenti è stata associata a diverse malattie umane, tra cui la distrofia muscolare, alcune forme di cardiopatie e il cancro.
La membrana cellulare, nota anche come membrana plasmatica, è una sottile barriera lipidico-proteica altamente selettiva che circonda tutte le cellule. Ha uno spessore di circa 7-10 nanometri ed è composta principalmente da due strati di fosfolipidi con molecole proteiche immerse in essi. Questa membrana svolge un ruolo cruciale nella separazione del citoplasma della cellula dal suo ambiente esterno, garantendo la stabilità e l'integrità strutturale della cellula.
Inoltre, la membrana cellulare regola il passaggio di sostanze all'interno e all'esterno della cellula attraverso un processo chiamato trasporto selettivo. Ciò include il trasferimento di nutrienti, ioni e molecole di segnalazione necessari per la sopravvivenza cellulare, nonché l'espulsione delle sostanze tossiche o di rifiuto. La membrana cellulare è anche responsabile della ricezione dei segnali esterni che influenzano il comportamento e le funzioni cellulari.
La sua struttura unica, composta da fosfolipidi con code idrofobiche e teste polari idrofile, consente alla membrana di essere flessibile e selettiva. Le molecole proteiche integrate nella membrana, come i canali ionici e i recettori, svolgono un ruolo chiave nel facilitare il trasporto attraverso la barriera lipidica e nella risposta ai segnali esterni.
In sintesi, la membrana cellulare è una struttura dinamica e vitale che protegge la cellula, regola il traffico di molecole e consente alla cellula di interagire con l'ambiente circostante. La sua integrità e funzionalità sono essenziali per la sopravvivenza, la crescita e la divisione cellulare.
L'actina è una proteina globulare che si trova nelle cellule di tutti gli organismi viventi. È un componente fondamentale del citoscheletro, il sistema di supporto e struttura della cellula. L'actina può esistere in due forme: come monomero globulare chiamato actina G ed è presente nel citoplasma; o come polimero filamentoso chiamato microfilamento (F-actina), che si forma quando gli actina G si uniscono tra loro.
Gli actina G sono assemblati in microfilamenti durante processi cellulari dinamici, come il movimento citoplasmatico, la divisione cellulare e il cambiamento di forma della cellula. I microfilamenti possono essere organizzati in reticoli o fasci che forniscono supporto meccanico alla cellula e partecipano al mantenimento della sua forma. Inoltre, i microfilamenti svolgono un ruolo importante nella motilità cellulare, nell'endocitosi e nell'esocitosi, nel trasporto intracellulare e nella regolazione dell'adesione cellula-matrice extracellulare.
L'actina è anche soggetta a modificazioni post-traduzionali che ne influenzano la funzione e l'interazione con altre proteine. Ad esempio, la fosforilazione dell'actina può regolare il suo legame con le proteine di legame dell'actina, alterando così la dinamica dei microfilamenti.
In sintesi, l'actina è una proteina essenziale per la struttura e la funzione cellulare, che partecipa a molti processi cellulari dinamici e interagisce con altre proteine per regolare le sue funzioni.
Il citoscheletro è un complesso reticolo dinamico e strutturale all'interno della cellula che svolge un ruolo fondamentale nella mantenimento della forma cellulare, nel movimento intracellulare e nella divisione cellulare. È costituito da tre tipi principali di filamenti proteici: actina, tubulina e intermediate filaments (filamenti intermedi).
1. Filamenti di actina: sono fibre sottili e flessibili composte dalla proteina actina globulare. Sono presenti principalmente nel citoplasma e giocano un ruolo cruciale nella determinazione della forma cellulare, nel movimento delle membrane cellulari e nell'organizzazione del nucleo.
2. Microtubuli: sono formati dalla proteina tubulina e hanno una struttura rigida e cilindrica. Sono i componenti principali dei mitotici e meiosici spindle apparatus, che sono essenziali per la divisione cellulare. Inoltre, svolgono un ruolo nella locomozione cellulare, nel trasporto intracellulare e nell'organizzazione del Golgi e dei centrioli.
3. Filamenti intermedi: sono i filamenti più grandi e resistenti del citoscheletro, composti da diverse proteine fibrose come la cheratina, la vimentina e la desmina. Sono presenti in tutte le cellule e forniscono supporto meccanico, mantenendo l'integrità strutturale della cellula. Inoltre, svolgono un ruolo nella determinazione dell'identità cellulare, nell'adesione cellulare e nel trasporto intracellulare.
Il citoscheletro è altamente dinamico e in grado di subire modifiche strutturali rapide in risposta a stimoli interni ed esterni. Questa proprietà gli conferisce la capacità di regolare una varietà di processi cellulari, tra cui la divisione cellulare, il movimento cellulare e il trasporto intracellulare.
L'immunoelettronmicroscopia (IEM) è una tecnica di microscopia elettronica che combina l'immunoistochimica con la microscopia elettronica per visualizzare e localizzare specifiche proteine o antigeni all'interno delle cellule o dei tessuti. Questa tecnica utilizza anticorpi marcati con etichette di elettroni, come oro colloidale o enzimi che producono depositi di elettroni, per legare selettivamente l'antigene target. L'IEM fornisce immagini ad alta risoluzione delle strutture cellulari e dell'ubicazione degli antigeni, con una risoluzione spaziale fino a pochi nanometri. Ci sono due approcci principali nell'uso dell'immunoelettronmicroscopia: l'immunooro colloidale marking (ICM) e l'immunoperossidasi marking (IPM). L'IEM è ampiamente utilizzata in ricerca biomedica e diagnostica per studiare la struttura e la funzione delle cellule, nonché per indagare su varie malattie, tra cui le malattie infettive, le neoplasie e le malattie neurodegenerative.
Le cellule epiteliali sono tipi specifici di cellule che coprono e proteggono le superfici esterne e interne del corpo. Si trovano negli organi cavi e sulle superfici esterne del corpo, come la pelle. Queste cellule formano strati strettamente compattati di cellule che forniscono una barriera fisica contro danni, microrganismi e perdite di fluidi.
Le cellule epiteliali hanno diverse forme e funzioni a seconda della loro posizione nel corpo. Alcune cellule epiteliali sono piatte e squamose, mentre altre sono cubiche o colonnari. Le cellule epiteliali possono anche avere funzioni specializzate, come la secrezione di muco o enzimi, l'assorbimento di sostanze nutritive o la rilevazione di stimoli sensoriali.
Le cellule epiteliali sono avasculari, il che significa che non hanno vasi sanguigni che penetrano attraverso di loro. Invece, i vasi sanguigni si trovano nella membrana basale sottostante, fornendo nutrienti e ossigeno alle cellule epiteliali.
Le cellule epiteliali sono anche soggette a un processo di rinnovamento costante, in cui le cellule morenti vengono sostituite da nuove cellule generate dalle cellule staminali presenti nel tessuto epiteliale. Questo processo è particolarmente importante nelle mucose, come quelle del tratto gastrointestinale, dove le cellule sono esposte a fattori ambientali aggressivi che possono causare danni e morte cellulare.
Le proteine del citoscheletro sono una classe speciale di proteine strutturali che giocano un ruolo fondamentale nel mantenere la forma e l'integrità delle cellule. Esse costituiscono il citoscheletro, una rete dinamica e complessa di filamenti all'interno della cellula, che fornisce supporto meccanico, permette il movimento intracellulare e media l'interazione tra la cellula e il suo ambiente esterno.
Il citoscheletro è composto da tre tipi principali di filamenti proteici: microfilamenti, microtubuli e filamenti intermedi. I microfilamenti sono formati principalmente dalla proteina actina e sono responsabili della motilità cellulare, del mantenimento della forma cellulare e del trasporto intracellulare di vescicole e organelli. I microtubuli, costituiti dalla proteina tubulina, svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della forma e della polarità cellulare, nonché nel trasporto intracellulare di molecole e organelli attraverso il citosol. I filamenti intermedi sono formati da diverse classi di proteine fibrose, come la cheratina, la vimentina e la desmina, e forniscono supporto meccanico alla cellula, mantenendo la sua forma e integrità strutturale.
Le proteine del citoscheletro sono anche coinvolte nella divisione cellulare, nell'adesione cellulare, nel movimento cellulare e nella segnalazione cellulare. Esse possono subire modifiche post-traduzionali, come la fosforilazione o la degradazione proteasica, che ne alterano le proprietà strutturali e funzionali, permettendo alla cellula di adattarsi a diversi stimoli ambientali e meccanici.
In sintesi, le proteine del citoscheletro sono un insieme eterogeneo di molecole proteiche che forniscono supporto strutturale e funzionale alla cellula, permettendole di mantenere la sua forma, polarità e integrità, nonché di rispondere a stimoli interni ed esterni.
La mucosa intestinale è la membrana mucosa che riveste la superficie interna del tratto gastrointestinale, compreso l'esofago, lo stomaco, l'intestino tenue e crasso. Si tratta di una mucosa specializzata, costituita da un epitelio secretivo semplice alto (epitelio colonnaresimo) e da un tessuto connettivo laminare propria (lamina propria).
La sua funzione principale è quella di assorbire i nutrienti dalle sostanze alimentari digerite, ma svolge anche altre importanti funzioni come la secrezione di muco e enzimi digestivi, la protezione contro i microrganismi patogeni e la regolazione del sistema immunitario.
La mucosa intestinale è costituita da villi e microvilli, che aumentano notevolmente la superficie di assorbimento. Gli enterociti sono le cellule epiteliali principali della mucosa intestinale, responsabili dell'assorbimento dei nutrienti. Altre cellule presenti nella mucosa intestinale includono cellule caliciformi (che secernono muco), cellule endocrine (che producono ormoni) e cellule immunitarie (come linfociti e macrofagi).
La mucosa intestinale è soggetta a una serie di disturbi e malattie, come la malassorbimento, la sindrome dell'intestino irritabile, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino (MICI) e il cancro del colon-retto.
La Microscopia Elettronica a Trasmissione (TEM, Transmission Electron Microscopy) è una tecnica avanzata di microscopia che utilizza un fascio di elettroni per ottenere immagini ad alta risoluzione di campioni biologici o materiali. A differenza della microscopia ottica, che utilizza la luce visibile per osservare i campioni, la TEM utilizza un fascio di elettroni accelerati, il quale, dopo essere stato trasmesso attraverso il campione sottile, produce un'immagine dettagliata della struttura interna del campione.
Il processo inizia con la preparazione del campione, che viene tagliato in sezioni sottili (di solito intorno a 100 nm di spessore) e poste su una griglia di supporto. Il campione è quindi trattato con un bagno di metalli pesanti, come l'uranio o il piombo, che lo rendono conduttivo e aumentano il contrasto delle immagini.
Il fascio di elettroni viene generato da un catodo, accelerato attraverso un campo elettrico e focalizzato da lenti magnetiche. Il fascio attraversa quindi il campione, interagendo con gli atomi del materiale e creando variazioni nel pattern di diffrazione degli elettroni. Queste informazioni vengono quindi convertite in un'immagine visibile utilizzando una serie di lenti ottiche ed un sistema di rilevamento.
La TEM fornisce immagini ad altissima risoluzione, consentendo agli scienziati di osservare dettagli strutturali a livello molecolare e atomico. Questa tecnica è ampiamente utilizzata in diversi campi della ricerca biomedica, come la virologia, la batteriologia, la citologia e la neuropatologia, per studiare la morfologia e l'ultrastruttura di cellule, tessuti, virus e batteri.
L'intestino tenue è la sezione dell'apparato digerente che si estende dal duodeno, dove entra il cibo parzialmente digerito dallo stomaco, al colon, dove l'assorbimento dei nutrienti continua. L'intestino tenue è composto da tre parti: duodeno, digiuno e ileo. Ha una lunghezza di circa 6-7 metri e un diametro di circa 2,5 cm.
La sua funzione principale è l'assorbimento dei nutrienti dalle particelle alimentari. Le pareti interne dell'intestino tenue sono rivestite da villi, piccole proiezioni simili a peli che aumentano notevolmente la superficie di assorbimento. Qui, i carboidrati, le proteine, i lipidi, le vitamine e i minerali vengono assorbiti nel flusso sanguigno e linfatico per essere distribuiti al resto del corpo.
L'intestino tenue contiene anche una grande popolazione di batteri benefici che aiutano nella digestione, producono vitamine e proteggono contro i patogeni. Il suo ambiente interno è mantenuto costantemente umido e ricco di sostanze nutritive per facilitare l'assorbimento e il trasporto dei nutrienti.
La falloidina è una tossina presente nei funghi della famiglia Amanita, inclusi A. phalloides, A. virosa e A. verna, noti comunemente come "fungo death cap", "fungo destroying angel" e "fungo death angel", rispettivamente. Questa tossina è un potente inibitore della polimerizzazione delle tubuline, interrompendo così il normale funzionamento del citoscheletro microtubulare nelle cellule. Ciò può portare a una vasta gamma di sintomi tossici, tra cui grave danno epatico e renale, che possono essere fatali se non trattati tempestivamente. I sintomi dell'avvelenamento da falloidina di solito si presentano in due fasi: la prima fase si verifica entro le prime 24 ore dall'ingestione e include sintomi gastrointestinali come nausea, vomito, dolore addominale e diarrea; la seconda fase si verifica dopo alcuni giorni e può includere ittero, encefalopatia, insufficienza renale ed episodi convulsivi, che possono portare al coma e alla morte.
I tubuli renali prossimali sono una parte importante del nefrone, il quale è l'unità funzionale del rene. Essi si trovano nella prima porzione del tubulo contorto renale ed eseguono la riassorbimento attivo di numerose sostanze, tra cui glucosio, aminoacidi, ioni sodio, acqua e altre molecole. Inoltre, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l'equilibrio acido-base dell'organismo, secretando ioni idrogeno e riassorbendo bicarbonati. I tubuli renali prossimali sono rivestiti da cellule epiteliali specializzate chiamate cellule epiteliali a cubo, che presentano una ricca presenza di mitocondri e un'elevata attività enzimatica. La loro funzione è fondamentale per il mantenimento della homeostasi corporea, in quanto contribuiscono alla regolazione del volume e composizione del liquido extracellulare.
Gli enterociti sono cellule presenti nell'epitelio intestinale, che costituiscono la superficie interna del tratto gastrointestinale. Essi sono specializzati nella funzione di assorbimento e secernono enzimi digestivi che aiutano a scomporre i nutrienti nelle molecole più piccole, facilitandone così l'assorbimento. Gli enterociti hanno una vita relativamente breve, poiché vengono costantemente sostituiti da cellule staminali intestinali situate nella parte inferiore della cripta delle villi. Questo turnover cellulare rapido permette di mantenere l'integrità della barriera intestinale e garantire un efficace assorbimento dei nutrienti. Inoltre, gli enterociti svolgono un ruolo importante nella difesa immunitaria dell'organismo, poiché contengono recettori che riconoscono e rispondono a patogeni e tossine presenti nell'intestino.
I Mesomicetozoi sono un gruppo discussi di organismi eucarioti, precedentemente classificati come protisti. Questo phylum include sia forme unicellulari che pluricellulari, come i mixobatteri. Alcuni mesomicetozoi possono presentare una forma flagellata nella loro fase di vita vegetativa e sono in grado di formare cisti durante la loro riproduzione asessuata.
La classificazione dei Mesomicetozoi è stata oggetto di dibattito a causa delle loro caratteristiche uniche che non si adattano facilmente a nessuna delle categorie tradizionali degli eucarioti. Alcuni studiosi li considerano affini agli animali, mentre altri li collegano ai funghi o agli stramenopili.
I Mesomicetozoi includono organismi parassiti di animali, come Dictyostelium discoideum, un genere di mixobatteri che è stato ampiamente studiato come modello sperimentale per lo studio della citodifferenziazione e dello sviluppo cellulare. Altri mesomicetozoi sono associati a malattie umane, come l'agente eziologico dell'amebiasi primaria del cervello, Balamuthia mandrillaris.
In sintesi, i Mesomicetozoi sono un gruppo di organismi eucarioti con caratteristiche uniche che ne rendono difficile la classificazione in uno dei tradizionali raggruppamenti degli eucarioti. Includono forme unicellulari e pluricellulari, parassiti di animali e organismi modello per lo studio della citodifferenziazione e dello sviluppo cellulare.
La tecnica di immunofluorescenza (IF) è un metodo di laboratorio utilizzato in patologia e medicina di laboratorio per studiare la distribuzione e l'localizzazione dei vari antigeni all'interno dei tessuti, cellule o altri campioni biologici. Questa tecnica si basa sull'uso di anticorpi marcati fluorescentemente che si legano specificamente a determinati antigeni target all'interno del campione.
Il processo inizia con il pretrattamento del campione per esporre gli antigeni e quindi l'applicazione di anticorpi primari marcati fluorescentemente che si legano agli antigeni target. Dopo la rimozione degli anticorpi non legati, vengono aggiunti anticorpi secondari marcati fluorescentemente che si legano agli anticorpi primari, aumentando il segnale di fluorescenza e facilitandone la visualizzazione.
Il campione viene quindi esaminato utilizzando un microscopio a fluorescenza, che utilizza luce eccitante per far brillare i marcatori fluorescenti e consentire l'osservazione dei pattern di distribuzione degli antigeni all'interno del campione.
La tecnica di immunofluorescenza è ampiamente utilizzata in ricerca, patologia e diagnosi clinica per una varietà di applicazioni, tra cui la localizzazione di proteine specifiche nelle cellule, lo studio dell'espressione genica e la diagnosi di malattie autoimmuni e infettive.
L'antiporto sodio-idrogeno è un trasportatore attivo di ioni che utilizza l'energia derivante dall'idrolisi dell'ATP per espellere ioni idrogeno (H+) dal citoplasma della cellula e simultaneamente far entrare ioni sodio (Na+). Questo processo è essenziale per il mantenimento del pH intracellulare e del potenziale di membrana.
L'antiporto sodio-idrogeno è presente in molti tipi di cellule, tra cui quelle dell'apparato digerente, dove svolge un ruolo importante nell'assorbimento dei nutrienti. Nell'intestino tenue, ad esempio, l'antiporto sodio-idrogeno aiuta a mantenere il pH ottimale per l'attività degli enzimi digestivi e favorisce l'assorbimento di amminoacidi e altri nutrienti.
Tuttavia, un'eccessiva attività dell'antiporto sodio-idrogeno può contribuire all'insorgenza di alcune malattie, come la sindrome da ipersecrezione acida (ZES) e l'ulcera peptica. In questi casi, l'uso di inibitori dell'antiporto sodio-idrogeno può essere un trattamento efficace per ridurre la produzione di acido gastrico.
La polarità cellulare è un concetto biochimico e strutturale che si riferisce alla distribuzione asimmetrica dei componenti intracellulari all'interno di una cellula. Questa asimmetria molecolare dà origine a diverse proprietà funzionali e regioni specializzate nella cellula, che ne influenzano il comportamento e la risposta agli stimoli esterni.
In particolare, la polarità cellulare è fondamentale per processi come la divisione cellulare, la migrazione cellulare, l'adesione cellulare, la differenziazione cellulare e il trasporto di molecole attraverso la membrana plasmatica.
La polarità cellulare è caratterizzata dalla presenza di diversi domini o regioni all'interno della cellula, come l'apice e la base della cellula epiteliale, che presentano una composizione proteica e lipidica distinta. Questa distribuzione asimmetrica dei componenti è mantenuta da complessi sistemi di segnalazione intracellulare che regolano il traffico vescicolare, l'organizzazione del citoscheletro e la localizzazione delle proteine.
La comprensione della polarità cellulare è essenziale per comprendere i meccanismi molecolari alla base di molte funzioni cellulari normali e patologiche, come il cancro e le malattie neurodegenerative.
La citocalasina D è un agente citotossico isolato dal fungo Helminthosporium dematiodeum. È un potente inibitore dell'assemblaggio dei microtubuli e della mitosi, il che lo rende utile come strumento di ricerca per studiare la dinamica dei microtubuli e la divisione cellulare.
La citocalasina D agisce legandosi al sito di interazione tra la subunità α e β delle proteine tubuliniche, impedendo così la polimerizzazione della tubulina in microtubuli. Ciò può portare alla morte cellulare indotta dalla mitosi (MIDA) o apoptosi.
In medicina, la citocalasina D non viene utilizzata come farmaco a causa della sua tossicità generale e della mancanza di specificità per i tipi cellulari. Tuttavia, continua ad essere uno strumento importante nella ricerca biomedica per comprendere meglio la dinamica dei microtubuli e il loro ruolo in processi come la divisione cellulare, il traffico intracellulare e la morfologia cellulare.
L'actina citoscheletrica è una rete dinamica e vitale di filamenti proteici che si trova all'interno delle cellule viventi. Essa fornisce la struttura meccanica per mantenere la forma cellulare, permettendo anche il movimento cellulare e il trasporto intracellulare.
I filamenti di actina sono composti da subunità globulari di actina che possono polimerizzare o depolimerizzare per creare una struttura flessibile ma resistente. Questi filamenti si organizzano in diversi modelli, come reticoli, fasci o singoli filamenti, a seconda delle esigenze funzionali della cellula.
L'actina citoscheletrica svolge un ruolo cruciale nella divisione cellulare, nell'adesione cellulare, nel movimento dei recettori di membrana e nella motilità cellulare complessiva. Inoltre, è anche implicata in processi patologici come la tumorigenesi e il danno tissutale.
La regolazione dell'actina citoscheletrica è altamente controllata da una varietà di proteine accessorie che promuovono o inibiscono la polimerizzazione dell'actina, stabilizzano i filamenti esistenti o ne facilitano il riarrangiamento. Queste interazioni dinamiche consentono alla cellula di rispondere rapidamente a stimoli ambientali e intracellulari, garantendo così la sua sopravvivenza e funzionalità ottimali.
Le citocalasine sono un gruppo di farmaci chemioterapici derivati dai funghi che interferiscono con il processo di divisione cellulare. Agiscono bloccando la polimerizzazione dei microtubuli durante la mitosi, una fase cruciale del ciclo cellulare in cui le cellule si dividono per formare due cellule figlie. Ciò porta ad un arresto della crescita e divisione cellulare, con conseguente morte delle cellule.
Le citocalasine sono utilizzate principalmente nella ricerca biomedica come strumenti di studio per comprendere meglio i processi cellulari e mitotici. In clinica, le citocalasine hanno un'applicazione limitata a causa della loro tossicità sistemica elevata, che può causare effetti avversi gravi, come danni ai reni e al midollo osseo. Tuttavia, alcune citocalasine, come la vincristina e la vinblastina, sono ancora utilizzate nel trattamento di alcuni tumori, sebbene siano state sostituite in molti casi da farmaci più moderni e meno tossici.
L'epitelio pigmentato, noto anche come epitelio melanico o epidermide, è un tipo di epitelio che contiene cellule produttrici di melanina chiamate melanociti. La melanina è il pigmento responsabile del colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Questo tipo di epitelio forma la superficie esterna della pelle e fornisce una barriera protettiva contro i danni fisici, le infezioni e l'esposizione ai raggi UV. L'epitelio pigmentato ha anche la capacità di rigenerarsi e guarire rapidamente dalle ferite.
L'intestino, in termini medici, è la parte più lunga del tratto gastrointestinale che si estende dal piloro dello stomaco alla parte superiore dell'ano. Si divide principalmente in due sezioni: l'intestino tenue e l'intestino crasso.
L'intestino tenue, a sua volta, è composto da duodeno, digiuno e ileo. Qui avviene la maggior parte dell'assorbimento dei nutrienti dalle sostanze alimentari. Il duodeno misura circa 25 cm di lunghezza e riceve il chimo (miscela acida di cibo parzialmente digerito e succo gastrico) dallo stomaco, che poi si mescola con la bile prodotta dal fegato e i secreti del pancreas per neutralizzare l'acidità e facilitare la digestione. Il digiuno e l'ileo misurano rispettivamente circa 2,5 metri e 3,5 metri di lunghezza e hanno un ruolo cruciale nell'assorbimento degli aminoacidi, glucosio, acidi grassi a catena corta, vitamine liposolubili, elettroliti e acqua.
L'intestino crasso, che misura circa 1,5 metri di lunghezza, comprende cieco, colon (che include colon ascendente, trasverso, discendente e sigmoide) ed retto. Il suo compito principale è quello dell'assorbimento di acqua e sali minerali, oltre allo stoccaggio e all'evacuazione delle feci. Nell'ileo terminale avviene l'ultimo assorbimento dei nutrienti prima che il materiale residuo passi nel cieco, dove ha inizio la fermentazione batterica che porta alla formazione di acidi grassi a catena corta e vitamine. Il colon assorbe questi prodotti della fermentazione, insieme all'acqua ed agli elettroliti, mentre le feci si accumulano nel retto in attesa dell'espulsione.
Freeze etching è una tecnica di microscopia elettronica utilizzata per studiare la struttura superficiale dei campioni. Questa tecnica prevede il congelamento rapido del campione a temperature criogeniche, seguito dall'ablazione controllata della superficie ghiacciata con un fascio di elettroni ad alta energia. L'ablazione causa la sublimazione del ghiaccio, lasciando esposte le strutture superficiali del campione. Successivamente, il campione viene etchato in vuoto per un periodo di tempo controllato, durante il quale le superfici esposte vengono pulite e rese più piatte.
Dopo l'etching, il campione viene rotto in modo da esporre una nuova superficie fresca, che viene poi rivestita con un sottile strato di metallo per renderla conduttiva. Questo strato di metallo serve anche a preservare la morfologia della superficie del campione durante l'osservazione al microscopio elettronico a trasmissione (TEM).
La tecnica di freeze etching è particolarmente utile per lo studio delle membrane biologiche, poiché consente di osservare la loro struttura a livello molecolare. Inoltre, questa tecnica può essere utilizzata per studiare la distribuzione e l'organizzazione di proteine e altri componenti della membrana cellulare.
Le giunzioni intracellulari sono complessi strutturali e funzionali che collegano due o più cellule insieme o connettivano parti diverse della stessa cellula. Essi svolgono un ruolo cruciale nella comunicazione intercellulare, nella regolazione dei gradienti ionici e nella sincronizzazione delle attività elettriche tra le cellule. Ci sono diversi tipi di giunzioni intracellulari, tra cui:
1. Giunzioni comunicanti (GAP junctions): Sono costituite da canali proteici transmembrana chiamati connessoni che collegano i citoplasmi di due cellule adiacenti, permettendo il passaggio diretto di ioni e molecole idrofiliche a basso peso molecolare (fino a circa 1 kDa). Questo tipo di giunzione è importante per la coordinazione delle attività elettriche e biochimiche tra le cellule, come quelle del miocardio e del tessuto nervoso.
2. Giunzioni aderenti (Adherens junctions): Sono formate da complessi proteici che connettono il citoscheletro di due cellule adiacenti, garantendo l'adesione meccanica tra loro. Le giunzioni aderenti sono costituite principalmente da cadherine, catenine e actina. Queste strutture svolgono un ruolo fondamentale nella formazione di barriere cellulari, come quelle presenti nell'epitelio e nell'endotelio.
3. Giunzioni serrate (Tight junctions): Sono giunzioni intracellulari specializzate che si trovano principalmente negli epiteli e negli endoteli, dove formano una barriera impermeabile alla diffusione paracellulare di molecole idrofile. Le giunzioni serrate sono costituite da proteine transmembrana chiamate claudine, occludine e JAM-A, che interagiscono con il citoscheletro attraverso le proteine accessorie come la zonulina e la guanylato ciclasi.
4. Desmosomi: Sono giunzioni intracellulari specializzate che forniscono un'ancoraggio meccanico tra cellule adiacenti, garantendo l'integrità strutturale dei tessuti. I desmosomi sono costituiti da proteine transmembrana chiamate desmogleine e desmocolline, che si legano alle proteine citoplasmatiche desmina e plakoglobina, connettono il citoscheletro intermedio di due cellule adiacenti.
5. Emidesmosomi: Sono giunzioni intracellulari specializzate che forniscono un'ancoraggio meccanico tra le cellule basali e la membrana basale, garantendo l'integrità strutturale dei tessuti epiteliali. Gli emidesmosomi sono costituiti da proteine transmembrana chiamate integrine e collagene di tipo IV, che si legano alle proteine citoplasmatiche come la plectina e la bullous pemphigoid antigen 180 (BPAG180).
In sintesi, le giunzioni intercellulari sono strutture altamente specializzate che permettono la comunicazione e l'interazione tra cellule adiacenti. Esse sono essenziali per mantenere l'integrità strutturale e funzionale dei tessuti, nonché per regolare il passaggio di molecole e segnali tra le cellule. Le diverse tipologie di giunzioni intercellulari, come ad esempio le giunzioni strette, le aderenti e le comunicanti, svolgono funzioni specifiche e contribuiscono alla formazione di barriere fisiche e chimiche che proteggono l'organismo dalle infezioni e dai danni tissutali.
L'ependima è un tessuto neuroepiteliale presente nel sistema nervoso centrale (SNC) che riveste la superficie interna dei ventricoli cerebrali e del canale centrale della colonna vertebrale. Questo strato di cellule cuboidali a singola layer funge da barriera fisica e chimica tra il liquido cerebrospinale (LCS) e il parenchima encefalico o midollare.
Le cellule ependimali presentano caratteristiche sia di cellule gliali che di cellule epiteliali. Possiedono microvilli e ciglia sulla loro superficie apicale a contatto con il LCS, mentre le loro estremità basali sono adese alla membrana basale sottostante. Queste cellule svolgono un ruolo importante nella produzione, filtrazione e circolazione del LCS, nonché nel mantenimento dell'omeostasi ionica e del pH all'interno dei ventricoli cerebrali.
Inoltre, le cellule ependimali sono in grado di proliferare e differenziarsi in diversi tipi cellulari a seconda delle esigenze funzionali dell'organismo. Possono dare origine a cellule gliali (ad esempio astrociti ed oligodendrociti) e neuroni durante lo sviluppo embrionale e persino in età adulta, come dimostrato da diversi studi su modelli animali e colture cellulari.
Lesioni o malattie che interessano l'ependima possono causare disfunzioni nel sistema nervoso centrale, tra cui idrocefalo, encefalite e tumori ependimali. Pertanto, una corretta funzione ependimale è essenziale per il mantenimento della normale attività cerebrale e spinale.
Invertebrate photoreceptor cells sono cellule specializzate che si trovano negli animali invertebrati e sono responsabili della percezione della luce. A differenza dei vertebrati, che hanno due tipi di fotorecettori (coni e bastoncelli), gli invertebrati possono avere configurazioni diverse di fotorecettori.
Negli invertebrati, i fotorecettori sono costituiti da microvilli o peli che contengono pigmenti visivi. Questi pigmenti visivi sono proteine chiamate opsine che si legano alla retinaldeide, un derivato della vitamina A. Quando la luce colpisce il pigmento visivo, provoca una modifica conformazionale dell'opsina, portando all'attivazione di una cascata di eventi che alla fine porta a un segnale elettrico.
Gli invertebrati possono avere diversi tipi di fotorecettori specializzati per la visione del colore, la polarizzazione della luce o la visione a bassa intensità. Ad esempio, i ragni e i crostacei hanno cellule fotosensibili chiamate cellule rhabdomeriche, mentre i molluschi come il polpo e il calamaro hanno cellule fotosensibili chiamate cellule ellipsoidali e maculare.
In sintesi, le cellule fotorecettori degli invertebrati sono cellule specializzate che convertono la luce in segnali elettrici, permettendo agli animali di percepire e rispondere all'ambiente visivo.
Le fosfoproteine sono proteine che contengono gruppi fosfato covalentemente legati. Il gruppo fosfato è generalmente attaccato a residui di serina, treonina o tirosina attraverso un legame fosfoestere. Queste modificazioni post-traduzionali delle proteine sono importanti per la regolazione della funzione delle proteine, compreso il loro ripiegamento, stabilità, interazione con altre molecole e attività enzimatica. L'aggiunta e la rimozione di gruppi fosfato dalle fosfoproteine sono catalizzate da enzimi specifici chiamati kinasi e fosfatasi, rispettivamente. Le alterazioni nel livello o nella localizzazione delle fosfoproteine possono essere associate a varie condizioni patologiche, come il cancro e le malattie neurodegenerative.
In termini medici, il termine "uovo" si riferisce specificamente all'organo riproduttivo femminile che produce e contiene l'ovulo (o cellula uovo), che è la parte fertile dell'uovo fecondato. L'uovo lascia periodicamente l'ovaio durante il processo chiamato ovulazione, e se viene fecondato dallo sperma, può portare alla formazione di un embrione e successivamente a una gravidanza.
Tuttavia, il termine "uovo" è spesso usato anche in senso più generale per riferirsi all'intera struttura riproduttiva femminile, che include l'ovaio, la tuba di Falloppio (la quale guida l'uovo verso l'utero), l'utero e la vagina.
È importante notare che il termine "uovo" è anche usato comunemente per descrivere il cibo consumato, ma in questo contesto non ha alcuna relazione con la definizione medica.
In medicina, una linea cellulare è una cultura di cellule che mantengono la capacità di dividersi e crescere in modo continuo in condizioni appropriate. Le linee cellulari sono comunemente utilizzate in ricerca per studiare il comportamento delle cellule, testare l'efficacia e la tossicità dei farmaci, e capire i meccanismi delle malattie.
Le linee cellulari possono essere derivate da diversi tipi di tessuti, come quelli tumorali o normali. Le linee cellulari tumorali sono ottenute da cellule cancerose prelevate da un paziente e successivamente coltivate in laboratorio. Queste linee cellulari mantengono le caratteristiche della malattia originale e possono essere utilizzate per studiare la biologia del cancro e testare nuovi trattamenti.
Le linee cellulari normali, d'altra parte, sono derivate da tessuti non cancerosi e possono essere utilizzate per studiare la fisiologia e la patofisiologia di varie malattie. Ad esempio, le linee cellulari epiteliali possono essere utilizzate per studiare l'infezione da virus o batteri, mentre le linee cellulari neuronali possono essere utilizzate per studiare le malattie neurodegenerative.
E' importante notare che l'uso di linee cellulari in ricerca ha alcune limitazioni e precauzioni etiche da considerare, come il consenso informato del paziente per la derivazione di linee cellulari tumorali, e la verifica dell'identità e della purezza delle linee cellulari utilizzate.
L'apparato digerente è un sistema complesso di organi che lavorano insieme per scomporre il cibo in nutrienti e rimuovere i rifiuti dal corpo. Esso comprende:
1. Il tratto gastrointestinale (GI): questo include la bocca, l'esofago, lo stomaco, l'intestino tenue, il colon (grosso intestino), il retto e l'ano. Questi organi sono responsabili della maggior parte del processo digestivo.
2. Il fegato e la cistifellea: il fegato produce la bile, una sostanza che aiuta a scomporre i grassi nel cibo. La cistifellea immagazzina la bile fino a quando non è necessaria nell'intestino tenue durante la digestione dei grassi.
3. Il pancreas: questo organo produce enzimi che aiutano a scomporre carboidrati, proteine e lipidi nel cibo.
4. Il sistema endocrino: alcune ghiandole endocrine, come il duodeno (la prima parte dell'intestino tenue), producono ormoni che regolano la digestione e l'assorbimento dei nutrienti.
L'apparato digerente svolge un ruolo fondamentale nella nostra salute, poiché è responsabile dell'assorbimento di vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo.
La mucosa olfattiva è una parte specializzata della membrana mucosa che riveste la cavità nasale. Si trova nella parte superiore delle fosse nasali, dove i nervi olfattivi (cranici I) sono in grado di rilevare le molecole odorose presenti nell'aria inspirata. Questa mucosa contiene cellule sensoriali olfattive e cellule di supporto, che formano gli organuli sensoriali responsabili della percezione degli odori. La mucosa olfattiva è costantemente umidificata dal muco secreto dalle ghiandole presenti nella stessa area, in quanto l'olfazione funziona meglio quando le molecole odorose sono solubili in un ambiente acquoso.
Lesioni o malattie che colpiscono la mucosa olfattiva possono causare perdita dell'olfatto (anosmia) o alterazioni nell'olfatto (parosmia). Alcuni esempi di tali condizioni includono riniti, sinusiti, traumi cranici, malattie neurodegenerative e l'esposizione a sostanze chimiche tossiche.
Le proteine della membrana sono un tipo speciale di proteine che si trovano nella membrana cellulare e nelle membrane organellari all'interno delle cellule. Sono incaricate di svolgere una vasta gamma di funzioni cruciali per la vita e l'attività della cellula, tra cui il trasporto di molecole, il riconoscimento e il legame con altre cellule o sostanze estranee, la segnalazione cellulare e la comunicazione, nonché la struttura e la stabilità delle membrane.
Esistono diversi tipi di proteine della membrana, tra cui:
1. Proteine integrali di membrana: ancorate permanentemente alla membrana, possono attraversarla completamente o parzialmente.
2. Proteine periferiche di membrana: associate in modo non covalente alle superfici interne o esterne della membrana, ma possono essere facilmente separate dalle stesse.
3. Proteine transmembrana: sporgono da entrambe le facce della membrana e svolgono funzioni di canale o pompa per il trasporto di molecole attraverso la membrana.
4. Proteine di ancoraggio: mantengono unite le proteine della membrana a filamenti del citoscheletro, fornendo stabilità e supporto strutturale.
5. Proteine di adesione: mediano l'adesione cellulare e la comunicazione tra cellule o tra cellule e matrice extracellulare.
Le proteine della membrana sono bersagli importanti per i farmaci, poiché spesso svolgono un ruolo chiave nei processi patologici come il cancro, le infezioni e le malattie neurodegenerative.
L'immunoistochimica è una tecnica di laboratorio utilizzata in patologia e ricerca biomedica per rilevare e localizzare specifiche proteine o antigeni all'interno di cellule, tessuti o organismi. Questa tecnica combina l'immunochimica, che studia le interazioni tra anticorpi e antigeni, con la chimica istologica, che analizza i componenti chimici dei tessuti.
Nell'immunoistochimica, un anticorpo marcato (con un enzima o fluorocromo) viene applicato a una sezione di tessuto fissato e tagliato sottilmente. L'anticorpo si lega specificamente all'antigene desiderato. Successivamente, un substrato appropriato viene aggiunto, che reagisce con il marcatore enzimatico o fluorescente per produrre un segnale visibile al microscopio. Ciò consente di identificare e localizzare la proteina o l'antigene target all'interno del tessuto.
L'immunoistochimica è una tecnica sensibile e specifica che fornisce informazioni cruciali sulla distribuzione, l'identità e l'espressione di proteine e antigeni in vari processi fisiologici e patologici, come infiammazione, infezione, tumori e malattie neurodegenerative.
Il plesso coroide è una struttura situata nella parte dorsale del terzo ventricolo nel cervello. Si tratta di una massa di vasi sanguigni che produce il liquido cerebrospinale (LCS), il fluido che circonda e protegge il cervello e il midollo spinale. Il plesso coroide è costituito da cellule ependimali modificate che si ripiegano su se stesse per formare una struttura vascolare complessa. Queste cellule hanno estroflessioni citoplasmatiche che formano una rete di spazi lacunari attraverso i quali viene prodotto il LCS. Il plesso coroide svolge un ruolo importante nella regolazione del volume e della pressione del LCS, nonché nel mantenimento dell'omeostasi del cervello.
'Non Translated' non è una definizione medica riconosciuta, poiché si riferisce più probabilmente a un contesto di traduzione o linguistico piuttosto che a uno strettamente medico. Tuttavia, in un contesto medico, "non tradotto" potrebbe essere usato per descrivere una situazione in cui i risultati di un test di laboratorio o di imaging non sono chiari o presentano anomalie che devono ancora essere interpretate o "tradotte" in termini di diagnosi o significato clinico. In altre parole, il medico potrebbe dire che i risultati del test non sono stati "tradotti" in una conclusione definitiva o in un piano di trattamento specifico.
Il Torio (Tm o Th) è un elemento chimico con simbolo Tm e numero atomico 90. È un lantanoide metallico grigio-argento, pesante e lucido. Il torio si trova in piccole quantità nella crosta terrestre e viene estratto principalmente dal monazite, un minerale di fosfato contenente anche altri lantanoidi.
In medicina, il torio è stato storicamente utilizzato in alcuni dispositivi medici come il torio-232 per la produzione di radiazioni ionizzanti. Tuttavia, a causa dei rischi associati all'esposizione alle radiazioni e alla scoperta di alternative più sicure ed efficienti, l'uso del torio in medicina è stato gradualmente abbandonato.
Attualmente, il torio non ha alcuna applicazione medica diretta nota o raccomandata. È importante notare che l'esposizione al torio e ad altre sostanze radioattive dovrebbe essere evitata o mantenuta a livelli minimi per ridurre al minimo i rischi per la salute associati all'esposizione alle radiazioni.
La cloaca è una condizione congenita rara in cui l'apparato genitourinario e il sistema gastrointestinale non si sviluppano correttamente durante lo sviluppo embrionale, risultando in un'unica apertura escretrice per le urine, le feci e talvolta gli spermatozoi o l'apparato genitale nelle femmine. Nella maggior parte dei mammiferi, inclusi gli esseri umani, durante lo sviluppo embrionale, i sistemi gastrointestinale, urinario e riproduttivo si separano in aperture separate. Tuttavia, nella cloaca, questa separazione non si verifica completamente, portando a una serie di potenziali problemi di salute, tra cui infezioni ricorrenti, difficoltà nella gestione delle feci e delle urine e, nei casi più gravi, disfunzione renale o problemi respiratori. La condizione richiede un trattamento medico immediato e spesso comporta interventi chirurgici correttivi multipli per creare aperture separate per l'escrezione delle urine e delle feci.
I "coated pits" della membrana cellulare sono regioni specializzate e temporanee della membrana plasmatica delle cellule eucariotiche che si formano quando le proteine di adesione recettoriali si clustran insieme a proteine accessorie e lipidi all'interno della membrana. Questo cluster forma una struttura a forma di coppa o fossetta, circondata da un "mantello" o "cappotto" di subunità del complesso coat proteico (clathrin e adaptina).
I coated pits svolgono un ruolo cruciale nel processo di endocitosi, che è il meccanismo di internalizzazione delle molecole dalla superficie cellulare all'interno della cellula. Una volta formati, i coated pits si invaginano e si staccano dalla membrana plasmatica per formare vescicole rivestite da clatrina (coated vesicles). Queste vescicole poi maturano in endosomi early e late, dove le molecole interne possono essere destinate al riciclaggio, alla degradazione lisosomiale o al trasporto intracellulare.
I coated pits sono particolarmente importanti per il riciclo dei recettori transmembrana e la regolazione dell'attività di segnalazione cellulare, poiché consentono alle cellule di internalizzare selettivamente i ligandi legati ai loro rispettivi recettori. In questo modo, le cellule possono modulare rapidamente e in modo dinamico la loro sensibilità a vari segnali extracellulari e mantenere l'omeostasi cellulare.
La miosina di tipo I, anche nota come miosina lenta o miosina ATPasi lenta, è una proteina motrice fondamentale nei muscoli scheletrici di tipo I (muscoli rossi a contrazione lenta). Questa forma specifica di miosina è coinvolta nella generazione di forza e nel movimento delle cellule muscolari durante la contrazione.
La miosina di tipo I è caratterizzata da una maggiore resistenza alla fatica e un'elevata capacità di ossidazione, il che la rende particolarmente adatta ai muscoli che richiedono un'attività prolungata a bassa intensità. Questi muscoli sono utilizzati principalmente per il mantenimento della postura e il movimento lento e costante, come quello osservato durante la camminata o la corsa di lunga distanza.
La miosina di tipo I è composta da due catene pesanti identiche e due coppie di catene leggere, che insieme formano un'unità molecolare chiamata testa della miosina. La testa della miosina contiene il sito attivo responsabile dell'interazione con l'actina, una proteina fondamentale per la contrazione muscolare. Quando la miosina di tipo I si lega all'actina e viene idrolizzato l'ATP, la testa della miosina ruota, provocando lo spostamento dell'actina e la conseguente contrazione del muscolo.
In sintesi, la miosina di tipo I è una proteina motrice chiave nei muscoli scheletrici a contrazione lenta, che fornisce forza e movimento durante l'attività prolungata a bassa intensità.
"Rhodnius" è un genere di piccoli insetti ematofagi appartenenti all'ordine dei Rincoti, sottordine Eterotteri, infraordine Cimicomorfi e famiglia Reduviidae. Questi insetti sono noti comunemente come "pidocchi delle piante" o "cimici delle foglie".
Il genere Rhodnius comprende diverse specie di piccoli insetti ematofagi, che si nutrono prevalentemente del sangue di mammiferi e uccelli. Tra le specie più note di questo genere vi sono il Rhodnius prolixus e il Rhodnius neglectus, entrambi originari dell'America centrale e meridionale.
Questi insetti hanno una particolare importanza in campo medico perché possono essere vettori di agenti patogeni, come la Trypanosoma cruzi, il protozoo responsabile della malattia di Chagas. La trasmissione della malattia di Chagas da parte dei Rhodnius avviene principalmente attraverso le loro feci, che possono contaminare il sito di puntura e favorire l'ingresso del parassita nell'organismo umano.
La prevenzione della trasmissione della malattia di Chagas da parte dei Rhodnius si basa principalmente sulla protezione dell'ambiente abitativo, attraverso la riduzione delle condizioni che favoriscono la proliferazione degli insetti e l'adozione di misure igieniche appropriate.
"Polipo" è un termine medico utilizzato per descrivere una crescita benigna (non cancerosa) del tessuto che si protende da una mucosa sottostante. I polipi possono svilupparsi in diversi organi cavi del corpo umano, come il naso, l'orecchio, l'intestino tenue, il colon e il retto.
I polipi nasali si verificano comunemente nelle cavità nasali e nei seni paranasali. Possono causare sintomi come congestione nasale, perdite nasali, difficoltà respiratorie e perdita dell'olfatto.
I polipi auricolari possono svilupparsi nell'orecchio medio o nel canale uditivo esterno e possono causare sintomi come perdita dell'udito, acufene (ronzio nelle orecchie) e vertigini.
I polipi intestinali si verificano comunemente nel colon e nel retto e possono causare sintomi come sanguinamento rettale, dolore addominale, diarrea o stitichezza. Alcuni polipi intestinali possono anche avere il potenziale per diventare cancerosi se non vengono rimossi in modo tempestivo.
Il trattamento dei polipi dipende dalla loro posizione, dimensione e sintomi associati. Le opzioni di trattamento possono includere la rimozione chirurgica o l'asportazione endoscopica, a seconda della situazione specifica.
L'istochimica è una tecnica di laboratorio utilizzata in anatomia patologica e citologia per identificare e localizzare specifiche sostanze chimiche all'interno di cellule, tessuti o organismi. Nella sua forma più semplice, l'istochimica può essere eseguita utilizzando coloranti vitali o vitali come blu di metilene o rosso neutro, che possono distinguere tra diversi tipi di cellule e tessuti in base alle loro proprietà chimiche intrinseche.
Tuttavia, la forma più avanzata e sofisticata di istochimica è l'istochimica immunologica o immunoistochimica (IHC). Questa tecnica utilizza anticorpi marcati per identificare e localizzare specifiche proteine o antigeni all'interno di cellule e tessuti. Gli anticorpi sono prodotti dal sistema immunitario come risposta a sostanze estranee (antigeni) e possono essere marcati con enzimi, fluorocromi o metalli pesanti che emettono segnali visibili quando rilevano l'antigene target.
Nell'istochimica immunologica, i tessuti vengono prima preparati mediante processi di fissazione e taglio in sezioni sottili. Quindi, le sezioni vengono esposte a soluzioni di anticorpi primari marcati che si legano specificamente all'antigene target. Successivamente, vengono aggiunti anticorpi secondari marcati che si legano agli anticorpi primari, amplificando il segnale e facilitandone la visualizzazione. Infine, le sezioni vengono lavate per rimuovere eventuali legami non specifici e stained con coloranti appropriati per evidenziare la localizzazione dell'antigene target all'interno delle cellule o dei tessuti.
L'istochimica immunologica è una tecnica potente e versatile utilizzata in molte applicazioni di ricerca biomedica, tra cui la diagnosi di malattie, lo studio della patogenesi delle malattie e la scoperta di nuovi bersagli terapeutici. Tuttavia, richiede una formazione adeguata e un'esecuzione accurata per garantire risultati affidabili e riproducibili.
L'organo vomeronasale, anche noto come organo di Jacobson, è un organo olfattivo accessorio situato nei mammiferi, compreso l'uomo. Si trova nella parte posteriore della cavità nasale e consiste in una piccola sacca ripiena di liquido, connessa al resto del sistema olfattivo attraverso il dotto vomeronasale.
Questo organo è specializzato nel rilevare feromoni, che sono sostanze chimiche prodotte da altri esseri viventi che possono influenzare il comportamento e la fisiologia dell'individuo che le percepisce. Tuttavia, il ruolo dell'organo vomeronasale nell'uomo è ancora oggetto di dibattito e non è del tutto chiaro se sia funzionale o atrofizzato.
In sintesi, l'organo vomeronasale è un organo olfattivo accessorio che nei mammiferi è specializzato nel rilevare feromoni, ma il suo ruolo nell'uomo non è ancora del tutto chiaro.
La crioultramicrotomia è una tecnica di microscopia elettronica che prevede il taglio di campioni biologici congelati in sezioni estremamente sottili, dell'ordine dei 50-100 nanometri. Questa tecnica utilizza un temperatura molto bassa, solitamente intorno ai -196°C, per mantenere il campione congelato durante il processo di taglio. La crioultramicrotomia è spesso utilizzata in studi biochimici e strutturali delle cellule e dei tessuti, come ad esempio per l'osservazione di membrane, organelli e proteine all'interno delle cellule. Questa tecnica permette di ottenere immagini altamente dettagliate del campione, che possono essere analizzate con un microscopio elettronico a trasmissione (TEM).
La crioultramicrotomia richiede una particolare attrezzatura, come ad esempio un ultramicrotomo criogenico, e una specifica preparazione del campione. Il campione deve essere vitrificato rapidamente per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiare la sua struttura. Una volta congelato, il campione viene tagliato con un coltello di diamante refrigerato a temperature criogeniche. Le sezioni così ottenute vengono quindi poste su una griglia di supporto e osservate al microscopio elettronico a trasmissione (TEM).
In sintesi, la crioultramicrotomia è una tecnica avanzata di microscopia elettronica che permette di ottenere immagini altamente dettagliate di campioni biologici congelati a temperature molto basse. Questa tecnica è utilizzata in studi biochimici e strutturali delle cellule e dei tessuti, e richiede una particolare attrezzatura e una specifica preparazione del campione.
L'actinina è una proteina strutturale che si trova nelle cellule muscolari scheletriche, cardiache e lisce. È particolarmente abbondante nelle giunzioni intercalate, le strutture specializzate che collegano i filamenti di actina e miosina e permettono la contrazione muscolare.
Esistono due tipi principali di actinina: alpha-actinina e beta-actinina. L'alpha-actinina è una proteina filamentosa che si lega all'actina fissa e forma un reticolo a maglie strette nella giunzione intercalata, mentre la beta-actinina è una proteina globulare che si lega all'actina mobile e aiuta a regolare il movimento dei filamenti di actina durante la contrazione muscolare.
Mutazioni nel gene che codifica per l'alpha-actinina possono causare diverse malattie genetiche, come la distrofia muscolare congenita di tipo 1A e la displasia aritmogena del ventricolo destro. Anomalie nella beta-actinina sono state associate a disturbi della crescita e dello sviluppo, come la sindrome di Baraitser-Winter e la sindrome di Williams-Beuren.
Il complesso Sucrase-Isomaltase è un enzima presente sulla superficie dell'intestino tenue umano, più precisamente sulle membrane apicali dei microvilli che costituiscono la brush border delle cellule enterociti. Questo complesso enzimatico svolge un ruolo fondamentale nella digestione e assorbimento dei carboidrati complessi, in particolare del disaccaride saccarosio e dell'oligosaccaride maltosio.
In embriologia, i blastomeri sono cellule che derivano dalla divisione mitotica di un singolo zigote dopo la fecondazione. Questi sono le prime cellule formate durante lo sviluppo embrionale e contribuiscono alla formazione della massa cellulare chiamata morula. Man mano che il blastocisti si forma, i blastomeri diventano più specializzati e danno origine a diversi tipi di cellule, come le cellule del trofoblasto e dell'embrione vero e proprio. Il termine "blastomero" non è utilizzato per descrivere le cellule in altri contesti al di fuori dello sviluppo embrionale.
Le cellule Caco-2 sono una linea cellulare derivata da cellule epiteliali intestinali umane tumorali. Queste cellule sono ampiamente utilizzate come modello in vitro per lo studio dell'assorbimento e del trasporto di farmaci, poiché spontaneamente formano monostrati con giunzioni strette simili a quelle presenti nell'epitelio intestinale in vivo.
Le cellule Caco-2 sono state isolate per la prima volta nel 1977 da una biopsia di carcinoma colonico umano e sono ora ampiamente utilizzate nella ricerca farmacologica e tossicologica. Quando vengono coltivate in laboratorio, le cellule Caco-2 si differenziano spontaneamente in cellule epiteliali simili a quelle dell'intestino tenue umano, sviluppando microvilli, giunzioni strette e canali di trasporto.
Le monoculture di cellule Caco-2 sono spesso utilizzate per studiare l'assorbimento e il trasporto di farmaci attraverso la barriera epiteliale intestinale. Queste cellule possono anche essere utilizzate per testare la citotossicità dei farmaci, lo stress ossidativo e l'infiammazione indotta da farmaci.
Tuttavia, è importante notare che le cellule Caco-2 non sono prive di limitazioni come modello in vitro. Ad esempio, possono differire nella morfologia e nelle funzioni rispetto alle cellule epiteliali intestinali normali, e la loro differenziazione può essere influenzata da fattori quali la densità di semina e il tempo di coltura. Pertanto, i dati ottenuti utilizzando le cellule Caco-2 devono essere interpretati con cautela e considerati in combinazione con altri modelli sperimentali e studi clinici.
Le cellule parietali, anche conosciute come cellule ossintiche, sono un tipo specifico di cellula presente nella mucosa dello stomaco. Esse svolgono un ruolo fondamentale nella digestione producendo e secernendo acido cloridrico (HCl) e fattore intrinseco, una glicoproteina necessaria per l'assorbimento della vitamina B12 nell'intestino tenue.
L'acido cloridrico contribuisce a creare un ambiente acido nello stomaco, favorendo la digestione delle proteine e uccidendo batteri e altri microrganismi che potrebbero essere presenti negli alimenti ingeriti. Il fattore intrinseco, d'altra parte, si lega alla vitamina B12 nell'ambiente acido dello stomaco e protegge questa vitamina durante il suo passaggio attraverso l'intestino tenue, dove viene assorbita.
Una disfunzione delle cellule parietali può portare a disturbi come l'anemia perniciosa (caratterizzata da una carenza di vitamina B12) o la sindrome di Zollinger-Ellison (un tumore raro che causa un aumento della produzione di acido cloridrico nello stomaco).
In medicina, l'agglutinazione si riferisce al fenomeno in cui le cellule o particelle solide vengono fatte aderire insieme per formare grumi o aggregati come risultato di una reazione chimica. Questo processo è causato dall'unione di anticorpi (agglutinine) con antigeni specifici sulla superficie delle cellule o particelle, portando a un'interazione tra le molecole che causa l'aggregazione.
L'agglutinazione è particolarmente importante in immunologia e diagnostica di laboratorio, dove i test sierologici comunemente utilizzati per rilevare la presenza di anticorpi o antigeni si basano su questo principio. Ad esempio, nel test di Coombs diretto, l'agglutinazione viene utilizzata per identificare la presenza di anticorpi sulla superficie dei globuli rossi, che può indicare una reazione avversa al trapianto o un disturbo emolitico.
In sintesi, l'agglutinazione è un processo in cui gli anticorpi si legano agli antigeni sulla superficie delle cellule o particelle solide, portando alla loro aggregazione e formando grumi visibili. Questo fenomeno è fondamentale per la comprensione dei meccanismi di difesa immunitaria e per lo sviluppo di test diagnostici in laboratorio.
L'adesività batterica è il processo mediante il quale i batteri sono in grado di aderire alle superfici, sia biologiche che inorganiche. Questo è un passo cruciale nel processo di colonizzazione e infezione da parte dei batteri.
L'adesione batterica è mediata da una varietà di fattori, tra cui i cosiddetti "fattori adesivi" o "fimbrie", che sono filamenti proteici sulla superficie batterica che possono legarsi a specifiche molecole presenti sulla superficie della cellula ospite. Altri fattori che contribuiscono all'adesività batterica includono la produzione di sostanze appiccicose chiamate "polisaccaridi extracellulari" e l'espressione di proteine di superficie specializzate.
L'adesività batterica è un processo complesso che dipende da una serie di interazioni biomolecolari tra il batterio e la superficie sulla quale si sta aderendo. Comprendere questo processo è importante per lo sviluppo di strategie efficaci per prevenire e trattare le infezioni batteriche.
In medicina, il termine "suini" si riferisce alla famiglia di mammiferi artiodattili noti come Suidae. Questo gruppo include maiali domestici e selvatici, cinghiali, pecari e altri parenti stretti. I suini sono onnivori, il che significa che mangiano una varietà di cibo, tra cui erba, frutta, insetti e piccoli animali.
I suini sono spesso utilizzati in ricerca medica e sperimentazione a causa della loro somiglianza con gli esseri umani in termini di anatomia, fisiologia e genetica. Ad esempio, i maiali sono noti per avere un sistema cardiovascolare simile a quello umano, il che li rende utili come modelli per lo studio delle malattie cardiache e dei trapianti d'organo.
Inoltre, i suini possono anche ospitare una varietà di patogeni che possono infettare gli esseri umani, tra cui virus della influenza, Streptococcus suis e Toxoplasma gondii. Pertanto, lo studio dei suini può fornire informazioni importanti sulla trasmissione delle malattie zoonotiche e sullo sviluppo di strategie di controllo.
La definizione medica di "cellule coltivate" si riferisce a cellule vive che sono state prelevate da un tessuto o organismo e fatte crescere in un ambiente di laboratorio controllato, ad esempio in un piatto di Petri o in un bioreattore. Questo processo è noto come coltura cellulare ed è utilizzato per studiare il comportamento delle cellule, testare l'efficacia e la sicurezza dei farmaci, produrre vaccini e terapie cellulari avanzate, nonché per scopi di ricerca biologica di base.
Le cellule coltivate possono essere prelevate da una varietà di fonti, come linee cellulari immortalizzate, cellule primarie isolate da tessuti umani o animali, o cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC). Le condizioni di coltura, come la composizione del mezzo di coltura, il pH, la temperatura e la presenza di fattori di crescita, possono essere regolate per supportare la crescita e la sopravvivenza delle cellule e per indurre differenti fenotipi cellulari.
La coltura cellulare è una tecnologia essenziale nella ricerca biomedica e ha contribuito a numerose scoperte scientifiche e innovazioni mediche. Tuttavia, la coltivazione di cellule in laboratorio presenta anche alcune sfide, come il rischio di contaminazione microbica, la difficoltà nella replicazione delle condizioni fisiologiche complessi dei tessuti e degli organismi viventi, e l'etica associata all'uso di cellule umane e animali in ricerca.
Triatominae, noti anche come "reduviidae assassini" o semplicemente "insetti assassini", sono un sottordine di insetti ematofagi (si nutrono di sangue) appartenenti all'ordine Hemiptera. Sono noti per la loro trasmissione del tripanosoma cruzi, il parassita che causa la malattia di Chagas, una malattia tropicale diffusa in America centrale e meridionale.
Gli insetti della sottofamiglia Triatominae sono generalmente di grandi dimensioni, con un corpo allungato e appiattito lateralmente. Hanno antenne lunghe e sottili, zampe snelle e ali anteriori dure e spesse (elitre) che proteggono le ali posteriori membranose ripiegate sotto di esse. Questi insetti sono principalmente notturni e si nutrono di sangue di vari vertebrati, tra cui umani e animali domestici.
La malattia di Chagas è trasmessa all'uomo attraverso il contatto con le feci dell'insetto infetto, che possono contenere il parassita tripanosoma cruzi. Ciò può verificarsi quando l'insetto defeca durante o dopo aver succhiato il sangue di una persona, permettendo al parassita di entrare nel corpo attraverso lesioni della pelle, mucose degli occhi o bocca. La malattia di Chagas può causare sintomi acuti e cronici, tra cui febbre, gonfiore, dolori muscolari e articolari, affaticamento e, in casi più gravi, danni cardiaci e digestivi a lungo termine.
La prevenzione della malattia di Chagas si ottiene principalmente attraverso la riduzione dell'esposizione agli insetti infetti e l'adozione di misure per controllare e prevenire le infestazioni di Triatominae nelle abitazioni umane. Ciò include l'uso di reti antizanzare, il sigillamento delle crepe e delle fessure negli edifici, la pulizia regolare e l'eliminazione dei rifiuti solidi per ridurre i siti di riproduzione degli insetti.
Mi spiace, sembra che ci sia stato un malinteso. La parola "conigli" non ha una definizione medica specifica poiché si riferisce generalmente a un animale da fattoria o domestico della famiglia Leporidae. Tuttavia, i conigli possono essere utilizzati in alcuni contesti medici o di ricerca come animali da laboratorio per studiare varie condizioni o per testare la sicurezza e l'efficacia dei farmaci. In questo contesto, il termine "conigli" si riferirebbe all'animale utilizzato nello studio e non a una condizione medica specifica.
L'adesività cellulare è un termine utilizzato in biologia e medicina per descrivere la capacità delle cellule di aderire tra loro o ad altre strutture. Questo processo è mediato da molecole adesive chiamate "adhesion molecules" che si trovano sulla superficie cellulare e interagiscono con altre molecole adesive presenti su altre cellule o su matrici extracellulari.
L'adesività cellulare svolge un ruolo fondamentale in una varietà di processi biologici, tra cui lo sviluppo embrionale, la riparazione dei tessuti, l'infiammazione e l'immunità. Ad esempio, durante lo sviluppo embrionale, le cellule devono aderire tra loro per formare strutture complesse come gli organi. Inoltre, nelle risposte infiammatorie, i globuli bianchi devono aderire alle pareti dei vasi sanguigni e migrare attraverso di essi per raggiungere il sito dell'infiammazione.
Tuttavia, un'eccessiva adesività cellulare può anche contribuire allo sviluppo di malattie come l'aterosclerosi, in cui le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni diventano iperadessive e permettono ai lipidi e alle cellule immunitarie di accumularsi nella parete del vaso. Questo accumulo può portare alla formazione di placche che possono ostruire il flusso sanguigno e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari avversi come l'infarto miocardico o l'ictus.
In sintesi, l'adesività cellulare è un processo complesso e fondamentale che regola una varietà di funzioni cellulari e può avere implicazioni importanti per la salute e la malattia.
La microscopia a fluorescenza è una tecnica di microscopia che utilizza la fluorescenza dei campioni per generare un'immagine. Viene utilizzata per studiare la struttura e la funzione delle cellule e dei tessuti, oltre che per l'identificazione e la quantificazione di specifiche molecole biologiche all'interno di campioni.
Nella microscopia a fluorescenza, i campioni vengono trattati con uno o più marcatori fluorescenti, noti come sonde, che si legano selettivamente alle molecole target di interesse. Quando il campione è esposto alla luce ad una specifica lunghezza d'onda, la sonda assorbe l'energia della luce e entra in uno stato eccitato. Successivamente, la sonda decade dallo stato eccitato allo stato fondamentale emettendo luce a una diversa lunghezza d'onda, che può essere rilevata e misurata dal microscopio.
La microscopia a fluorescenza offre un'elevata sensibilità e specificità, poiché solo le molecole marcate con la sonda fluorescente emetteranno luce. Inoltre, questa tecnica consente di ottenere immagini altamente risolvibili, poiché la lunghezza d'onda della luce emessa dalle sonde è generalmente più corta di quella della luce utilizzata per l'eccitazione, il che si traduce in una maggiore separazione tra le immagini delle diverse molecole target.
La microscopia a fluorescenza viene ampiamente utilizzata in diversi campi della biologia e della medicina, come la citologia, l'istologia, la biologia cellulare, la neurobiologia, l'immunologia e la virologia. Tra le applicazioni più comuni di questa tecnica ci sono lo studio delle interazioni proteina-proteina, la localizzazione subcellulare delle proteine, l'analisi dell'espressione genica e la visualizzazione dei processi dinamici all'interno delle cellule.
'Freeze fracturing' è una tecnica di microscopia elettronica utilizzata per l'osservazione e lo studio della struttura ultrastrutturale delle membrane cellulari. Questa tecnica consente agli scienziati di visualizzare i componenti interni delle membrane, come i complessi proteici e le loro disposizioni spaziali.
Il processo di 'freeze fracturing' comporta il congelamento rapido di un campione biologico a temperature criogeniche (di solito inferiore a -150°C). Successivamente, il campione viene fratturato meccanicamente in condizioni di vuoto, dividendo le membrane cellulari lungo i loro piani di debolezza. Questo processo crea due superfici esposte, note come "faccette", una delle quali contiene la disposizione tridimensionale dei componenti intrinseci della membrana.
Le faccette risultanti vengono quindi etichettate con un sottile strato di vapore di platino e carbonio, che consente di osservare le caratteristiche ultrastrutturali delle membrane utilizzando il microscopio elettronico a trasmissione (TEM).
La tecnica di 'freeze fracturing' è particolarmente utile per lo studio della struttura e della funzione delle membrane cellulari, come la morfologia dei canali ionici, il traffico intracellulare e l'organizzazione delle giunzioni comunicanti.
Il citoplasma è la componente principale e centrale della cellula, esclusa il nucleo. Si tratta di un materiale semifluido che riempie la membrana cellulare ed è costituito da una soluzione acquosa di diversi organelli, molecole inorganiche e organiche, inclusi carboidrati, lipidi, proteine, sali e altri composti. Il citoplasma svolge molte funzioni vitali per la cellula, come il metabolismo, la sintesi delle proteine, il trasporto di nutrienti ed altre molecole all'interno della cellula e la partecipazione a processi cellulari come il ciclo cellulare e la divisione cellulare.
Non esiste una definizione medica standard o un termine noto come "cellule Llc-Pk1". È possibile che ci sia stata una qualche confusione con il nome o potrebbe trattarsi di un termine specifico utilizzato in un particolare studio scientifico o contestuale.
Tuttavia, esiste una linea cellulare nota come LLC-PK1, che è comunemente usata nei laboratori di ricerca biomedica. Questa linea cellulare deriva dai reni del maiale e viene utilizzata per studiare la funzione renale, il trasporto di sostanze attraverso le membrane cellulari e la tossicità dei farmaci.
Se si cerca maggiori informazioni su un termine specifico o una ricerca che include "cellule Llc-Pk1", assicurarsi di verificare l'ortografia e la capitalizzazione, confrontandolo con LLC-PK1 o altri termini simili per trovare le informazioni desiderate.
Il glicocalice è la struttura più esterna della membrana plasmatica delle cellule animali, in particolare dei batteri. Si compone di una densa matrice di glicoproteine e glicolipidi legati covalentemente tramite legami glicosidici. Il glicocalice svolge un ruolo importante nella protezione della cellula, nel riconoscimento cellulare e nell'interazione con il microambiente circostante. Nelle cellule batteriche, il glicocalice può anche essere chiamato "capsula" o "strato slime". La sua composizione chimica varia notevolmente tra specie diverse di batteri e può influenzare la virulenza del patogeno. In medicina, l'analisi della composizione del glicocalice può essere utile per la diagnosi e la classificazione dei batteri patogeni.
Un "rolling leukocytario" è un termine utilizzato in medicina e patologia per descrivere il movimento caratteristico dei globuli bianchi (leucociti) che rotolano lungo i vasi sanguigni durante l'infiammazione. Questo fenomeno si verifica quando i leucociti, in particolare i neutrofili, interagiscono con le cellule endoteliali dei vasi sanguigni in risposta a segnali chimici localizzati, come ad esempio le citochine infiammatorie.
I neutrofili attivati dalla presenza di agenti patogeni o sostanze dannose rilasciano molecole adesive sulla loro superficie, che consentono il legame con le cellule endoteliali. Questo legame causa il movimento a rotolo dei neutrofili lungo la parete vascolare, facilitando il loro reclutamento nel sito infiammatorio e preparandoli all'estrusione attraverso la parete endoteliale per svolgere le loro funzioni fagocitiche.
Il rolling leukocytario è un evento cruciale nella risposta immunitaria innata e può essere osservato durante l'infiammazione acuta o cronica, nonché in diverse condizioni patologiche come l'infezione, l'ischemia-riperfusione e le malattie autoimmuni. L'osservazione di questo fenomeno attraverso tecniche di microscopia a flusso o intravitale può fornire informazioni importanti sulla dinamica dell'infiammazione e sull'efficacia delle terapie anti-infiammatorie.
La membrana vitellina, nota anche come membrana fetale o membrana perilembalare, è una sottile struttura membranosa che avvolge e protegge la superficie anteriore della lente del occhio in sviluppo embrionale e fetale. Si forma durante lo stadio di sviluppo embrionale ed è derivata dalla parte avanzata dell'ectoderma neuroectodermico.
La membrana vitellina fornisce nutrimento alla lente in crescita e la protegge da danni meccanici e agenti infettivi. Durante il processo di sviluppo, la membrana vitellina si divide in due strati: uno strato esterno che forma la cornea e uno strato interno che diventa parte del iride.
Anomalie nello sviluppo o nella regressione della membrana vitellina possono portare a una varietà di disturbi oftalmici, come cataratta congenita, aniridia e microftalmia. Tuttavia, queste condizioni sono rare e spesso associate ad altre anomalie genetiche o ambientali.
La microscopia confocale è una tecnica avanzata di microscopia che utilizza un sistema di illuminazione e detezione focalizzati per produrre immagini ad alta risoluzione di campioni biologici. Questa tecnica consente l'osservazione ottica di sezioni sottili di un campione, riducendo al minimo il rumore di fondo e migliorando il contrasto dell'immagine.
Nella microscopia confocale, un fascio di luce laser viene focalizzato attraverso un obiettivo su un punto specifico del campione. La luce riflessa o fluorescente da questo punto è quindi raccolta e focalizzata attraverso una lente di ingrandimento su un detector. Un diaframma di pinhole posto davanti al detector permette solo alla luce proveniente dal piano focale di passare, mentre blocca la luce fuori fuoco, riducendo così il rumore di fondo e migliorando il contrasto dell'immagine.
Questa tecnica è particolarmente utile per l'osservazione di campioni vivi e di tessuti sottili, come le cellule e i tessuti nervosi. La microscopia confocale può anche essere utilizzata in combinazione con altre tecniche di imaging, come la fluorescenza o la two-photon excitation microscopy, per ottenere informazioni più dettagliate sui campioni.
In sintesi, la microscopia confocale è una tecnica avanzata di microscopia che utilizza un sistema di illuminazione e detezione focalizzati per produrre immagini ad alta risoluzione di campioni biologici, particolarmente utile per l'osservazione di campioni vivi e di tessuti sottili.
I nodi di Ranvier sono strutture specializzate del sistema nervoso periferico e centrale. Essi sono interruzioni periodiche della mielina, la guaina isolante che circonda gli assoni dei neuroni. Queste interruzioni lasciano esposte brevi porzioni di membrana degli assoni, chiamate anche "gap di Ranvier".
I nodi di Ranvier hanno un ruolo cruciale nella conduzione del potenziale d'azione lungo l'assone. A causa dell'assenza della mielina in queste regioni, la concentrazione degli ioni sodio e potassio è differente rispetto al resto dell'assone. Quando un impulso nervoso raggiunge un nodo di Ranvier, gli ioni sodio affluiscono attraverso canali voltaggio-dipendenti, generando un potenziale d'azione. Successivamente, gli ioni potassio vengono espulsi attraverso canali voltaggio-dipendenti, ripristinando il potenziale di membrana a riposo.
Questo processo, noto come salto della conduzione o saltatoria, permette una conduzione del segnale più veloce e efficiente rispetto alla conduzione continua osservata in assoni amielinici. Le malattie che colpiscono i nodi di Ranvier, come alcune neuropatie periferiche, possono causare sintomi neurologici quali formicolii, intorpidimento e debolezza muscolare.
Il Complesso Antigenico della Nefrite di Heymann (HNA) è un antigene situato nei podociti glomerulari, che sono cellule specializzate presenti nella barriera di filtrazione del glomerulo renale. Questo complesso antigenico è costituito da glicoproteine e lipoproteine altamente immunogeniche localizzate sulla membrana basale esterna dei podociti.
L'esposizione a questo antigene può indurre la formazione di autoanticorpi, che attaccano i podociti e causano l'infiammazione dei glomeruli renali. Questo processo infiammatorio può portare allo sviluppo della nefrite membranosa, una forma di glomerulonefrite caratterizzata da proteinuria (perdita di proteine nelle urine), edema (gonfiore) e, in alcuni casi, insufficienza renale.
La Nefrite di Heymann è stata descritta per la prima volta nel 1959 dal patologo tedesco Karl Wilhelm Heymann e successivamente sono stati identificati diversi antigeni associati a questa malattia, tra cui l'HNA. La comprensione dei meccanismi immunopatologici che stanno alla base di questa condizione ha portato allo sviluppo di terapie più efficaci per il trattamento della nefrite membranosa e di altre forme di glomerulonefrite.
Miosina si riferisce a una classe di proteine motorie filamentose che giocano un ruolo cruciale nella contrazione muscolare. Nello specifico, la miosina è responsabile dell'interazione con l'actina, un'altra proteina filamentosa, per produrre forza e causare il movimento delle cellule muscolari scheletriche, cardiache e lisce.
La miosina è costituita da due teste globulari che contengono siti attivi di legame per ATP (adenosina trifosfato) e actina, nonché una coda helicoidale che fornisce la struttura e la stabilità. Durante il processo di contrazione muscolare, l'ATP viene idrolizzato dalla testa della miosina, rilasciando energia che viene utilizzata per spostare la testa della miosina e farle legare all'actina. Questa interazione causa una modifica conformazionale che tira insieme i filamenti di actina e miosina, accorciando così il sarcomero (l'unità contrattile del muscolo) e provocando la contrazione muscolare.
La miosina è soggetta a diverse condizioni patologiche, come le cardiomiopatie ipertrofiche familiari, che sono causate da mutazioni genetiche nelle molecole di miosina cardiaca. Questi disturbi possono portare a disfunzione e insufficienza cardiaca.
La microscopia a contrasto di fase è un tipo di microscopia ottica che utilizza la differenza di fase della luce per creare un contrasto maggiore tra le strutture cellulari e i dettagli interni delle cellule. Questo metodo non richiede l'uso di coloranti o marcatori fluorescenti, il che lo rende particolarmente utile per l'osservazione di cellule viventi e dinamiche.
Nella microscopia a contrasto di fase, un fascio di luce monocromatica passa attraverso il campione biologico posto su un vetrino da microscopio. La luce che passa attraverso le diverse parti del campione può subire una differenza di fase, dovuta alla diversa velocità con cui la luce viaggia attraverso strutture cellulari di differente densità o spessore.
Questa differenza di fase viene quindi convertita in un contrasto visivo utilizzando un obiettivo speciale e un diaframma di fase, che modificano la polarizzazione della luce prima che raggiunga l'oculare o il sistema di ripresa. Di conseguenza, le strutture cellulari con differenti indici di rifrazione appaiono come aree più scure o più chiare, facilitando l'osservazione e l'analisi delle caratteristiche cellulari.
La microscopia a contrasto di fase è particolarmente utile per lo studio di organelli intracellulari, membrane, e movimenti citoplasmatici, fornendo informazioni dettagliate sulla struttura e la funzione delle cellule viventi.
Gli organoidi sono costruzioni tridimensionali miniaturizzate e strutturalmente complesse di cellule che si auto-organizzano spontaneamente in modo simile a un organo o alla sua porzione funzionale. Vengono coltivati in laboratorio utilizzando cellule staminali pluripotenti o progenitrici, che possono provenire da diversi tessuti, come quelli intestinali, cerebrali o polmonari. Gli organoidi possono riprodurre alcune delle caratteristiche funzionali e strutturali di un organo, offrendo un modello eccellente per studiare lo sviluppo degli organi, le malattie e i test farmacologici. Questi modelli possono contribuire a comprendere meglio la biologia umana e ad accelerare la scoperta di nuovi trattamenti per varie patologie.
La sucrosio è un disaccaride composto da glucosio e fruttosio, noto anche come zucchero del saccarosio. Viene comunemente utilizzato come dolcificante in cibi e bevande.
Nel contesto medico, la sucrosio può essere usato per descrivere un tipo di enzima digestivo chiamato sucrasi. La sucrasi è un enzima che si trova sulla superficie delle cellule dell'intestino tenue e scompone il saccarosio in glucosio e fruttosio, che vengono quindi assorbiti nel flusso sanguigno.
Una carenza di sucrasi può portare a una condizione chiamata intolleranza al saccarosio, in cui il corpo ha difficoltà a digerire e assorbire lo zucchero del saccarosio. Questa condizione può causare sintomi come gonfiore, crampi addominali, diarrea e gas dopo aver mangiato cibi che contengono saccarosio.
In medicina, i "fattori temporali" si riferiscono alla durata o al momento in cui un evento medico o una malattia si verifica o progredisce. Questi fattori possono essere cruciali per comprendere la natura di una condizione medica, pianificare il trattamento e prevedere l'esito.
Ecco alcuni esempi di come i fattori temporali possono essere utilizzati in medicina:
1. Durata dei sintomi: La durata dei sintomi può aiutare a distinguere tra diverse condizioni mediche. Ad esempio, un mal di gola che dura solo pochi giorni è probabilmente causato da un'infezione virale, mentre uno che persiste per più di una settimana potrebbe essere causato da una infezione batterica.
2. Tempo di insorgenza: Il tempo di insorgenza dei sintomi può anche essere importante. Ad esempio, i sintomi che si sviluppano improvvisamente e rapidamente possono indicare un ictus o un infarto miocardico acuto.
3. Periodicità: Alcune condizioni mediche hanno una periodicità regolare. Ad esempio, l'emicrania può verificarsi in modo ricorrente con intervalli di giorni o settimane.
4. Fattori scatenanti: I fattori temporali possono anche includere eventi che scatenano la comparsa dei sintomi. Ad esempio, l'esercizio fisico intenso può scatenare un attacco di angina in alcune persone.
5. Tempo di trattamento: I fattori temporali possono influenzare il trattamento medico. Ad esempio, un intervento chirurgico tempestivo può essere vitale per salvare la vita di una persona con un'appendicite acuta.
In sintesi, i fattori temporali sono importanti per la diagnosi, il trattamento e la prognosi delle malattie e devono essere considerati attentamente in ogni valutazione medica.
I fotorecettori cellulari sono un tipo specializzato di cellule nervose localizzate nella retina dell'occhio che hanno la capacità di convertire la luce in segnali elettrici. Questi segnali vengono quindi trasmessi al cervello, dove vengono interpretati come immagini visive. Esistono due tipi principali di cellule fotorecettori: i coni e i bastoncelli. I coni sono responsabili della visione dei colori e della percezione dei dettagli fini, mentre i bastoncelli si occupano della visione periferica e dell'adattamento alla luce scarsa. Entrambi i tipi di cellule fotorecettori contengono pigmenti che assorbono la luce e iniziano il processo di conversione della luce in segnali elettrici. I danni o le malattie che colpiscono queste cellule possono portare a disturbi visivi, come la perdita della visione notturna o dei colori, o addirittura alla cecità.
Le glicoproteine della membrana sono proteine transmembrana che contengono domini glucidici covalentemente legati. Questi zuccheri possono essere attaccati alla proteina in diversi punti, compresi i residui di asparagina (N-linked), serina/treonina (O-linked) o entrambi. Le glicoproteine della membrana svolgono una varietà di funzioni importanti, tra cui il riconoscimento cellulare, l'adesione e la segnalazione.
Le glicoproteine della membrana sono costituite da un dominio idrofobico che attraversa la membrana lipidica e da domini idrofilici situati su entrambi i lati della membrana. Il dominio idrofobo è composto da una sequenza di aminoacidi idrofobici che interagiscono con i lipidi della membrana, mentre i domini idrofili sono esposti all'ambiente acquoso all'interno o all'esterno della cellula.
Le glicoproteine della membrana possono essere classificate in base alla loro localizzazione e funzione. Alcune glicoproteine della membrana si trovano sulla superficie esterna della membrana plasmatica, dove svolgono funzioni di riconoscimento cellulare e adesione. Altre glicoproteine della membrana sono localizzate all'interno della cellula, dove svolgono funzioni di trasduzione del segnale e regolazione dell'attività enzimatica.
Le glicoproteine della membrana sono importanti bersagli per i virus e altri patogeni che utilizzano queste proteine per legarsi e infettare le cellule ospiti. Inoltre, le mutazioni nelle glicoproteine della membrana possono essere associate a malattie genetiche, come la fibrosi cistica e alcune forme di distrofia muscolare.
In sintesi, le glicoproteine della membrana sono una classe importante di proteine che svolgono funzioni vitali nella cellula, tra cui il riconoscimento cellulare, l'adesione e la trasduzione del segnale. La loro localizzazione e funzione specifiche dipendono dalla loro struttura e composizione glicanica, che possono essere modificate in risposta a stimoli ambientali o fisiologici. Le glicoproteine della membrana sono anche importanti bersagli per i virus e altri patogeni, nonché per lo sviluppo di farmaci e terapie innovative.
Le proteine di trasporto sono tipi specifici di proteine che aiutano a muovere o trasportare molecole e ioni, come glucosio, aminoacidi, lipidi e altri nutrienti, attraverso membrane cellulari. Si trovano comunemente nelle membrane cellulari e lisosomi e svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l'equilibrio chimico all'interno e all'esterno della cellula.
Le proteine di trasporto possono essere classificate in due categorie principali:
1. Proteine di trasporto passivo (o diffusione facilitata): permettono il movimento spontaneo delle molecole da un ambiente ad alta concentrazione a uno a bassa concentrazione, sfruttando il gradiente di concentrazione senza consumare energia.
2. Proteine di trasporto attivo: utilizzano l'energia (solitamente derivante dall'idrolisi dell'ATP) per spostare le molecole contro il gradiente di concentrazione, da un ambiente a bassa concentrazione a uno ad alta concentrazione.
Esempi di proteine di trasporto includono il glucosio transporter (GLUT-1), che facilita il passaggio del glucosio nelle cellule; la pompa sodio-potassio (Na+/K+-ATPasi), che mantiene i gradienti di concentrazione di sodio e potassio attraverso la membrana cellulare; e la proteina canalicolare della calcemina, che regola il trasporto del calcio nelle cellule.
Le proteine di trasporto svolgono un ruolo vitale in molti processi fisiologici, tra cui il metabolismo energetico, la segnalazione cellulare, l'equilibrio idrico ed elettrolitico e la regolazione del pH. Le disfunzioni nelle proteine di trasporto possono portare a varie condizioni patologiche, come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e disturbi neurologici.
La placenta è un organo fondamentale che si sviluppa durante la gravidanza nella donna, a partire dalla fusione della blastocisti con il tessuto endometriale dell'utero. Ha una funzione vitale per lo sviluppo fetale poiché facilita lo scambio di ossigeno, nutrienti e sostanze vitali tra la madre e il feto attraverso la barriera materno-fetale. Inoltre, produce ormoni importanti come l'estrogeno e il progesterone, necessari per mantenere la gravidanza e supportare lo sviluppo fetale. La placenta si stacca dall'utero dopo il parto ed è espulsa naturalmente dal corpo della madre. È anche nota come "organo della gravidanza" a causa delle sue funzioni uniche e cruciali durante questo periodo.
I tubuli malpighiani sono strutture anatomiche presenti nei reni che svolgono un ruolo chiave nella formazione dell'urina primaria. Essi sono il sito in cui avviene la maggior parte del riassorbimento dei soluti e dell'acqua dai filtrati glomerulari, permettendo al corpo di mantenere l'equilibrio idrico ed elettrolitico. I tubuli malpighiani sono costituiti da un epitelio altamente specializzato e presentano una struttura complessa con diversi segmenti che svolgono funzioni specifiche. In particolare, il segmento prossimale è responsabile del riassorbimento dei glucidi, aminoacidi e la maggior parte dei cationi; il loop di Henle permette il riassorbimento dell'acqua attraverso il meccanismo dell'osmoregolazione; il segmento distale è implicato nel riassorbimento degli ioni sodio e cloro, mentre il segmento connettivo o di collegamento è responsabile del riassorbimento dell'acido urico. I tubuli malpighiani sono quindi un importante organo di eliminazione dei prodotti di scarto metabolici e rappresentano una struttura fondamentale per la fisiologia renale.
L'otrossinolo è un farmaco antivertiginoso e sedativo, utilizzato per trattare i sintomi della malattia di Ménière (un disturbo dell'orecchio interno che causa vertigini, acufeni, perdita dell'udito e sensazione di pressione nell'orecchio) e altri disturbi dell'equilibrio. Agisce come un antagonista dei recettori muscarinici dell'acetilcolina, bloccando l'azione della neurotrasmettitore acetilcolina nel cervello. Ciò può aiutare a ridurre la frequenza e l'intensità degli attacchi di vertigine. Gli effetti collaterali comuni includono secchezza delle fauci, sonnolenza e visione offuscata. L'uso a lungo termine può causare dipendenza fisica e psicologica, con sintomi di astinenza che si verificano dopo l'interruzione del farmaco.
In medicina e ricerca biomedica, i modelli biologici si riferiscono a sistemi o organismi viventi che vengono utilizzati per rappresentare e studiare diversi aspetti di una malattia o di un processo fisiologico. Questi modelli possono essere costituiti da cellule in coltura, tessuti, organoidi, animali da laboratorio (come topi, ratti o moscerini della frutta) e, in alcuni casi, persino piante.
I modelli biologici sono utilizzati per:
1. Comprendere meglio i meccanismi alla base delle malattie e dei processi fisiologici.
2. Testare l'efficacia e la sicurezza di potenziali terapie, farmaci o trattamenti.
3. Studiare l'interazione tra diversi sistemi corporei e organi.
4. Esplorare le risposte dei sistemi viventi a vari stimoli ambientali o fisiologici.
5. Predire l'esito di una malattia o la risposta al trattamento in pazienti umani.
I modelli biologici offrono un contesto più vicino alla realtà rispetto ad altri metodi di studio, come le simulazioni computazionali, poiché tengono conto della complessità e dell'interconnessione dei sistemi viventi. Tuttavia, è importante notare che i modelli biologici presentano anche alcune limitazioni, come la differenza di specie e le differenze individuali, che possono influenzare la rilevanza dei risultati ottenuti per l'uomo. Pertanto, i risultati degli studi sui modelli biologici devono essere interpretati con cautela e confermati in studi clinici appropriati sull'uomo.
In termini medici, l'opossum si riferisce a un ordine di marsupiali noti come Didelphimorphia. Questi animali sono nativi dell'America centrale e meridionale, sebbene una specie, il dasiuro grigio settentrionale (Didelphis virginiana), sia stata introdotta in Nord America.
Gli opossum sono noti per la loro capacità di "simulare la morte" o entrare in uno stato catatonico quando si sentono minacciati, un comportamento noto come tanatosi. Questo può includere l'emissione di una secrezione maleodorante dalle ghiandole anali, il che li rende meno attraenti per i predatori.
Nonostante la loro reputazione associata alla trasmissione di malattie come la rabbia, gli opossum sono in realtà relativamente resistenti a molte malattie infettive a causa della loro temperatura corporea bassa e del loro sistema immunitario efficiente. Tuttavia, possono occasionalmente contrarre e trasmettere la rabbia se mordono o entrano in contatto con un animale infetto.
La disaccaridasi è un enzima che si trova sulla membrana cellulare delle cellule epiteliali della mucosa intestinale, in particolare a livello dei villi dell'intestino tenue. Questo enzima svolge un ruolo fondamentale nella digestione e nell'assorbimento dei carboidrati complessi, facilitando la scissione di specifiche molecole disaccaridiche in monosaccaridi più semplici, che possono essere assorbiti dal tratto gastrointestinale.
Esistono diversi tipi di disaccaridasi, ognuno dei quali è responsabile della scissione di un particolare disaccaride:
1. Maltasi: catalizza l'idrolisi del disaccaride maltosio in due molecole di glucosio.
2. Sucrase (o invertasi): idrolizza il saccarosio (zucchero da tavola) in una molecola di glucosio e una di fruttosio.
3. Lattasi: scinde il lattosio, presente nel latte, in glucosio e galattosio.
La carenza o la mancanza di uno di questi enzimi può portare a disturbi digestivi e malassorbimento dei carboidrati, come avviene nella deficienza di lattasi (intolleranza al lattosio).
La citocalasina B è un agente citotossico isolato dal fungo Helminthosporium dematioide. È un potente inibitore della polimerizzazione dei microtubuli e del collasso delle reti di microtubuli esistenti, il che porta a una varietà di effetti citologici, tra cui la rottura della membrana cellulare e la morte cellulare.
Viene utilizzata in ricerca biomedica come strumento per studiare la funzione dei microtubuli e il ciclo cellulare. Tuttavia, a causa della sua tossicità, non ha applicazioni cliniche dirette come farmaco terapeutico.
L'esposizione alla citocalasina B può causare effetti avversi significativi, tra cui danni ai tessuti e agli organi, che possono portare a complicanze acute o croniche. Pertanto, la sua manipolazione e utilizzo devono essere eseguiti con cautela e sotto strette precauzioni in un ambiente di laboratorio controllato.
La pinocitosi è un processo cellulare fondamentale in cui le cellule ingeriscono liquidi ed altre sostanze disciolte dall'ambiente esterno all'interno della cellula. Questo meccanismo di trasporto attivo consente il movimento di molecole idrofile che non possono diffondere direttamente attraverso la membrana plasmatica.
Nel dettaglio, la pinocitosi inizia quando la membrana cellulare si ripiega verso l'interno formando una vescicola, o sacco, che circonda il liquido e le molecole disciolte. Successivamente, questa vescicola si stacca dalla membrana plasmatica e forma un endosoma, una struttura intracellulare circondata da membrana.
Grazie a questo processo, la cellula può assorbire nutrienti, ormoni, fattori di crescita, ma anche sostanze estranee e tossiche presenti nell'ambiente esterno. La pinocitosi è quindi un meccanismo importante per la regolazione del traffico intracellulare e per la risposta cellulare a stimoli esterni.
Tuttavia, quando la pinocitosi diventa incontrollata o alterata, può portare all'ingestione di sostanze dannose per la cellula, contribuendo allo sviluppo di patologie come malattie neurodegenerative e tumori.
Le ghiandole apocrine sono un particolare tipo di ghiandole sudoripare presenti nell'essere umano e in altri mammiferi. Si trovano principalmente nella pelle, associate ai follicoli piliferi, soprattutto nelle ascelle, nel cuoio capelluto, intorno alle areole dei capezzoli e nell'area genitale.
Queste ghiandole producono una secrezione oleosa e proteica che viene rilasciata attraverso un processo chiamato "secrezione apocrina". Durante questo processo, parte della membrana cellulare viene inclusa nella secrezione stessa, conferendo alla sostanza una composizione complessa.
Le ghiandole apocrine non svolgono direttamente una funzione termoregolatrice come le altre ghiandole sudoripare eccrine, ma la loro attività sembra essere associata a processi olfattivi e probabilmente anche ad aspetti della comunicazione sociale e sessuale. Infatti, i batteri presenti sulla pelle possono degradare le sostanze rilasciate dalle ghiandole apocrine producendo composti organici volatili che contribuiscono al nostro odore corporeo.
È importante notare che l'attività delle ghiandole apocrine è influenzata dagli ormoni sessuali, in particolare durante la pubertà e la gravidanza, quando aumenta la produzione di sostanze da queste ghiandole.
Le cellule cigliari uditive sono recettori sensoriali specializzati situati nell'organo di Corti nella coclea dell'orecchio interno. Sono responsabili della rilevazione e dell'interpretazione dei suoni e svolgono un ruolo cruciale nel processo dell'udito. Le cellule cigliari uditive sono disposte in file singole e multiple all'interno dell'organo di Corti e presentano stereociglia, peli simili a capelli, sulla loro superficie apicale. Quando le onde sonore raggiungono la coclea, causano la vibrazione della membrana basilare, che a sua volta fa muovere le stereociglia delle cellule cigliari uditive. Questo movimento altera il potenziale di membrana delle cellule cigliare e innesca l'invio di segnali al sistema nervoso centrale attraverso il nervo uditivo, che vengono poi interpretati come suoni. I danni o la perdita delle cellule cigliari uditive possono portare a varie forme di perdita dell'udito.
I granuli citoplasmatici sono piccole particelle presenti nel citoplasma delle cellule, contenenti sostanze chimiche specializzate che svolgono varie funzioni importanti all'interno della cellula. Questi granuli possono essere di diversi tipi, ognuno con una composizione e una funzione distinte. Alcuni esempi comuni di granuli citoplasmatici includono:
1. Granuli di glicogeno: sono composti da molecole di glicogeno, che rappresentano la forma di riserva del glucosio nelle cellule. Si trovano principalmente nel fegato e nei muscoli scheletrici.
2. Granuli lipidici: contengono lipidi, come trigliceridi e colesterolo, ed è dove vengono immagazzinati nella cellula. Questi granuli sono spesso presenti nelle cellule adipose.
3. Granuli di secrezione: contengono sostanze che verranno rilasciate all'esterno della cellula attraverso un processo chiamato esocitosi. Ad esempio, le cellule endocrine e nervose contengono granuli di neurotrasmettitore o ormoni.
4. Granuli lisosomiali: sono membrana-bounded e contengono enzimi digestivi che aiutano nella degradazione dei materiali indesiderati all'interno della cellula, come i detriti cellulari e i batteri ingeriti dalle cellule.
5. Granuli di melanosomi: si trovano nelle cellule pigmentate della pelle, noti come melanociti, e contengono melanina, il pigmento che determina il colore della pelle, dei capelli e degli occhi.
In sintesi, i granuli citoplasmatici sono importanti organelli cellulari che svolgono una varietà di funzioni, tra cui la regolazione del metabolismo energetico, il rilascio di sostanze chimiche e l'eliminazione dei detriti cellulari.
La dextrina è un termine utilizzato in biochimica e medicina per descrivere una serie di polisaccaridi parzialmente idrolizzati, derivanti dall'amido. Viene prodotta attraverso il processo di acidoidrolisi o di pastorizzazione dell'amido, che scompone le molecole di amido in catene più piccole e ramificate di destrine.
Esistono diversi tipi di destrine, tra cui:
1. Destrine lineari (o destrine a catena diritta): Sono formate da catene di glucosio legate linearmente da legami α-1,4-glicosidici.
2. Destrine ramificate: Contengono catene laterali di glucosio legate a legami α-1,6-glicosidici.
3. Destrine cicliche (o destrine a anello): Sono formate da catene chiuse su sé stesse attraverso legami α-1,6-glicosidici.
Le destrine sono utilizzate in diversi ambiti, tra cui l'industria alimentare come addensanti e stabilizzanti, e nel campo medico per la produzione di soluzioni orali di destrina amidata, impiegate come sorgente di carboidrati per pazienti con difficoltà di masticazione o deglutizione.
Inoltre, le destrine possono essere utilizzate in test di laboratorio per la determinazione dell'attività enzimatica degli amilasi, poiché vengono idrolizzate da questi enzimi in glucosio e maltosio.
'Non Translated' non è una definizione medica riconosciuta, poiché si riferisce più probabilmente a un contesto di traduzione o linguistico piuttosto che a uno strettamente medico. Tuttavia, in un contesto medico, "non tradotto" potrebbe essere usato per descrivere una situazione in cui i risultati di un test di laboratorio o di imaging non sono chiari o presentano anomalie che devono ancora essere interpretate o "tradotte" in termini di diagnosi o significato clinico. In altre parole, il medico potrebbe dire che i risultati del test non sono stati "tradotti" in una conclusione definitiva o in un piano di trattamento specifico.
Le catene pesanti della miosina sono una componente cruciale del sarcomero, la unità contrattile delle cellule muscolari striate. Ogni catena pesante è costituita da una molecola proteica chiamata miosina, che si estende per tutta la lunghezza del sarcomero e ha un ruolo centrale nel processo di contrazione muscolare.
La miosina è composta da due teste globulari e una coda allungata. Le teste globulari sono responsabili dell'interazione con l'actina, un'altra proteina del sarcomero, e della produzione di forza durante la contrazione muscolare. La coda della miosina, invece, si lega ad altre molecole di miosina per formare le catene pesanti.
Le catene pesanti della miosina sono organizzate in un reticolo ordinato all'interno del sarcomero e svolgono una serie di funzioni importanti, tra cui il mantenimento dell'integrità strutturale del sarcomero e la regolazione della contrazione muscolare.
Le mutazioni genetiche che colpiscono le catene pesanti della miosina possono causare una serie di disturbi muscolari, tra cui la distrofia miotubulare e la cardiomiopatia ipertrofica. Questi disturbi possono portare a debolezza muscolare, affaticamento, difficoltà respiratorie e altri sintomi gravi.
Intestinali5
- Alcune malattie come la celiachia, la gastroenterite acuta e la malattia di Crohn possono infatti distruggere i microvilli intestinali in cui ha sede l'attività dell'enzima lattasi: quando sussiste una malattia intestinale di base, l' intolleranza al latte , o meglio al lattosio, può anche diventare definitiva. (parmalat.it)
- proteggere la integrità strutturale e funzionale dei villi intestinali, al fine di garantire adeguata produzione degli enzimi digestivi dei microvilli. (studionutrizionelamalfa.it)
- La charantina agisce inibendo -glicosidasi (enzima responsabile della scissione sull'orletto a spazzola dei microvilli intestinali dei carboidrati complessi in carboidrati semplici). (farmaciapiccionitito.it)
- Utilizzando il microscopio elettronico si evidenzia una riduzione di numero e di lunghezza anche dei microvilli delle cellule epiteliali intestinali, e se non si vaccinano i conigli in tempo. (churchfirstfilms.com)
- Su scala più generica si è visto che la Lattoferrina ha un ruolo importante nell' attivazione delle cellule immunitarie poiché riesce a entrare attraverso i microvilli intestinali avviando l' aumento della difesa immunitaria attraverso il rilascio di interferone gamma e fattore di necrosi tumorale, promuovendo così l' attivazione delle cellule natural killer e granulociti polimorfi , elementi importanti che costituiscono il sistema immunitario. (serenadepasquale.com)
Enzimi3
- Tale struttura esercita una funzione di protezione per la membrana del microvillo stesso, al contempo possiede enzimi in grado di influenzare l'assorbimento. (wikipedia.org)
- La sostanza diminuiva gli enzimi digestivi e i batteri, alterava le pieghe mucose e distruggeva la struttura dei microvilli nella parete intestinale. (meteoweb.eu)
- L'amilasi, enzima pancreatico, assieme agli enzimi dell'orletto a spazzola dei microvilli, scinde i carboidrati e i disaccaridi nei monosaccaridi costituenti. (msdmanuals.com)
Intestinale1
- Sulla superficie apicale del microvillo dell'epitelio intestinale si trova il glicocalice, una fitta rete composta da lunghe catene di glicoproteine e proteoglicani. (wikipedia.org)
Struttura dei microvilli1
- La struttura dei microvilli è mantenuta dal citoscheletro, costituito da trenta-quaranta microfilamenti di actina ordinati parallelamente e tenuti insieme da ponti di villina e fimbrina. (wikipedia.org)
Epiteliali2
- Il cibo passa poi in un corto esofago e da lì nel tratto centrale dell'apparato digerente (intestino), di origine endodermica, costituito da un tubo formato da cellule epiteliali fornite di microvilli. (settemuse.it)
- Il TSP e HA sono materiali ottimi per idratare, lubrificare e proteggere la superficie dell'occhio dallo stress meccanico causato dall'uso delle lenti a contatto, favorendo così la ricrescita dei microvilli epiteliali. (walterattimonelli.com)
Lattosio per carenza1
- Un maggior numero di persone ha intolleranza al lattosio per carenza dell'enzima lattasi prodotto dai microvilli dell'intestino tenue. (pierluigirossi.it)
Superficie di assorbimento1
- Vi è notevole possibilità di scambio tra gli epatociti e i sinusoidi venosi, sia grazie alla maggiore superficie di assorbimento garantita ai primi dai microvilli, sia alle fenestrazioni presenti nei sinusoidi venosi. (fegato.it)
Cellule2
- I microvilli sono delle estroflessioni digitiformi della membrana plasmatica del polo apicale di cellule appartenenti al tessuto epiteliale di rivestimento. (wikipedia.org)
- nel midollo spinale attacca le cellule del sistema immunitario, mentre sulle pareti dell'intestino aggredisce villi e microvilli, provocando conseguenze gravi per l'organismo. (cane-e-gatto.it)
Estroflessioni1
- La superficie dell'intestino è normalmente simile ad un tappeto, coperta da piccole estroflessioni cellulari chiamati microvilli. (enricodellolio.net)
Dell'intestino1
- E ancora, passa sulle pareti dell'intestino e aggredisce villi e microvilli, provocando conseguenze gravi per l'organismo. (clinicalaveterinaria.it)
Sono delle estroflessioni digitiformi1
- I microvilli sono delle estroflessioni digitiformi della membrana plasmatica del polo apicale di cellule appartenenti al tessuto epiteliale di rivestimento. (wikipedia.org)
Villi e microvilli3
- Questi villi e microvilli aumentano la superficie della mucosa duodenale, permettendo un maggiore assorbimento delle sostanze nutritive. (msdmanuals.com)
- L'assorbimento è agevolato dai movimenti digestivi e dalla grande superficie di contatto formata da pieghe, villi e microvilli. (msdmanuals.com)
- L'intestino non è un tubo liscio come una conduttura dell'acqua: sulla sua superficie sono presenti villi e microvilli. (serenamissori.it)
Superficie1
- Sulla superficie apicale del microvillo dell'epitelio intestinale si trova il glicocalice, una fitta rete composta da lunghe catene di glicoproteine e proteoglicani. (wikipedia.org)
Apicale1
- La zona apicale del fascio di microfilamenti (terminazione positiva) è stabilizzata da un cappuccio proteico elettrondenso di villina ed è collegata lateralmente alla membrana attraverso la calmodulina e la miosina I. Alla base del microvillo, i microfilamenti sono invece ancorati ad una zona corticale, ricca in actina e spectrina. (wikipedia.org)
Mucosa1
- I primissimi centimetri della mucosa duodenale sono lisci, ma il resto del rivestimento è formato da pieghe, piccole proiezioni (villi) e proiezioni ancora più piccole (microvilli). (msdmanuals.com)
Funzione1
- Tale struttura esercita una funzione di protezione per la membrana del microvillo stesso, al contempo possiede enzimi in grado di influenzare l'assorbimento. (wikipedia.org)