Un'infezione reovirus trasmesse dagli insetti dei cavalli e asini, dei muli in Africa e Medio Oriente, caratterizzata da un edema polmonare, edema ed interessamento cardiaco, della testa e del collo.
Una specie di malattia che causa ORBIVIRUS nei cavalli e asini, dei muli, via del suo principale vettore CULICOIDES, puo 'infettare anche i cani, elefanti e cammelli, bovini, pecore, capre, e, in particolari circostanze, umani.
Una famiglia di mordere moschini, nell'ordine Diptera, e include il genere che trasmette Culicoides Filarial parassiti patogeno per uomo e gli altri primati.
Una specie di REOVIRIDAE infettare un 'ampia gamma di antropodi e vertebrati inclusi gli uomini. Comprenda almeno 21 sottogruppi sierologici. Si trasmette con vettori come moschini, zanzare, sandflies e da zecche.
Una famiglia di MAMMALS di cavalli, asini e zebre. I membri di questa famiglia sono severi erbivori e possono essere classificati come erbivori browser o a seconda di come si nutrono.
Grande mammifero zoccolato della famiglia Equidae. I cavalli sono attiva giorno e notte, con tutto il giorno passato cercando e consumo di cibo, picchi capitano nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio e ci sono parecchi al giorno i periodi di riposo.
Un ordine di tecari ungulati avere un numero dispari di piedi, compresi il cavallo, tapiro, e 'un rinoceronte. Dorland, 27 (M)
Il tipo specie di ORBIVIRUS causando una grave malattia negli ovini, specialmente agnelli. Potrebbe infettare anche ruminants selvaggio e altri animali domestici.
3, 12 beta, beta 14-Trihydroxy-5 beta-card-20 (22) -enolide. Un cardenolide la aglycon della digossina. Possono essere ottenuti dall ’ idrolisi della digossina e da Glicosidi orientalis L. e Glicosidi lanata Ehrh.
Una infezione reovirus, principalmente di pecore, caratterizzate da una lingua blu gonfie, catarrhal infiammazione del tratto respiratorio superiore ed il tratto gastrointestinale, e spesso da laminae sensibile ai piedi e Coronet.
Una specie di ORBIVIRUS causando una malattia mortale di cervo. E 'trasmessa dalle mosche Culicoides del genere.
Insetti che trasmettono organismi infettivi da un ospite all'altro o da un bacino per animare l'inanimato un ospite.
Sospensioni della virus attenuato o ucciso per la prevenzione o il trattamento di malattie virali infettive.
Processo di determinazione e particolare specie di batteri o virus sulla base di antigeni che condividono.
Ereditaria causata dalla moto, come mal di mare, treno nausea, mal d'auto, mal d'aria nello spazio, o la nausea da movimento. E possono includere nausea, vomito e capogiri.
Proteine che formano il capside dei virus.
Immunoglobuline prodotti in risposta a VIRAL antigeni.

La Febbre Equina Africana (FEA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce principalmente i cavalli, gli asini e i mulli. È causata da diversi serotipi di alfavirus appartenenti al genere Alphavirus nella famiglia Togaviridae. La FEA è endemica in gran parte dell'Africa subsahariana e occasionalmente si verificano epidemie in Africa settentrionale e Medio Oriente.

I sintomi della FEA includono febbre alta, letargia, diminuzione dell'appetito, dolore muscolare e articolare, edema (gonfiore) delle parti inferiori degli arti, vomito e diarrea. Nei casi più gravi, la malattia può causare aborto spontaneo nelle femmine gravide, meningite, encefalite e morte.

La trasmissione della FEA avviene principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, sebbene possa anche verificarsi attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti o materiale contaminato. Non esiste un trattamento specifico per la FEA e il trattamento è solitamente sintomatico. La prevenzione si basa sulla vaccinazione, sull'uso di repellenti per zanzare e sull'adozione di misure di biosicurezza per impedire la diffusione della malattia.

La febbre equina africana (FEA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce principalmente i cavalli e altri equidi come i muli, gli asini e le zebre. È causata dal virus della febbre equina africana (VFEA), un membro del genere Orbivirus nella famiglia Reoviridae.

Il virus è trasmesso principalmente attraverso la puntura di moscerini del genere Culicoides, che fungono da vettori meccanici. I sintomi della malattia possono variare dal lieve al grave e includono febbre alta, letargia, perdita di appetito, gonfiore delle articolazioni, vomito, diarrea e disidratazione. In casi gravi, la malattia può causare aborti nelle femmine gravide e morte negli animali infetti.

La febbre equina africana è endemica in molte parti dell'Africa subsahariana e occasionalmente si verifica anche in Medio Oriente e Asia meridionale. Non esiste un trattamento specifico per la malattia, quindi la prevenzione è fondamentale per il suo controllo. Ciò include l'adozione di misure di biosicurezza per impedire la diffusione del virus tra gli animali e l'uso di vaccini per proteggere i cavalli e altri equidi vulnerabili.

Scusami, mi hai richiesto la definizione medica della famiglia di insetti Ceratopogonidae. Questi insetti sono comunemente noti come "jeffersons" o "midges no-see-um". Nonostante siano molto piccoli, possono causare irritazioni e reazioni allergiche nella pelle umana a causa delle loro morsicate.

Ceratopogonidae è una famiglia di insetti nematoceri appartenenti all'ordine dei Ditteri. Questi insetti sono generalmente molto piccoli, con una dimensione che varia da 1 a 6 millimetri. Hanno un corpo esile e allungato, con ali trasparenti e antenne composte da 14-16 segmenti.

Le specie di Ceratopogonidae sono note per essere vettori di diverse malattie infettive, tra cui la filariosi, la febbre del Nilo occidentale e l'encefalite equina orientale. Tuttavia, solo le femmine di alcune specie si nutrono di sangue, mentre i maschi si nutrono di nettare e altri fluidi vegetali.

Le morsicate delle specie di Ceratopogonidae possono causare prurito, arrossamento e gonfiore nella pelle umana. In alcuni casi, le reazioni allergiche possono essere più gravi e causare sintomi come nausea, vomito, febbre e difficoltà respiratorie.

In medicina, è importante conoscere la famiglia di insetti Ceratopogonidae per comprendere i potenziali rischi per la salute associati alle loro morsicate e per sviluppare strategie di prevenzione e controllo delle malattie che possono essere trasmesse da questi insetti.

Orbivirus è un genere di virus appartenente alla famiglia Reoviridae. Questi virus hanno un diametro di circa 60-80 nanometri e presentano una simmetria icosaedrica. Il loro genoma è costituito da doppia elica di RNA ed è incapsidato all'interno di una proteina capside stratificata.

Gli Orbivirus sono noti per causare malattie in diversi animali, compresi gli esseri umani. Alcune delle malattie più comuni causate da questi virus includono la febbre del Nilo occidentale e la blue tongue disease (malattia della lingua blu) nelle pecore e nel bestiame.

La trasmissione di questi virus avviene generalmente attraverso la puntura di artropodi ematofagi, come le zanzare o i tafani. Una volta all'interno dell'ospite, gli Orbivirus si replicano nei tessuti epiteliali e poi infettano il sistema linfatico, dove possono causare una risposta immunitaria sistemica.

I sintomi della malattia variano a seconda del virus specifico e dell'ospite infetto, ma possono includere febbre, eruzioni cutanee, dolori muscolari, debolezza e, in casi gravi, meningite o encefalite. Non esiste un trattamento specifico per le malattie causate da Orbivirus, ed il trattamento è solitamente sintomatico.

Gli Equidae sono un'importante famiglia di mammiferi perissodattili (cioè con dita dispari) che comprende cavalli, asini e zebre. Sono noti per la loro forma caratteristica del corpo, con arti lunghi e sottili che terminano in un unico dito dotato di un robusto zoccolo. I membri di questa famiglia sono erbivori strettamente specializzati, con una dieta a base di erba che viene digerita attraverso un processo complesso di fermentazione nel loro stomaco a più camere.

Gli Equidae hanno una distribuzione naturale in diverse parti del mondo, con zebre native dell'Africa e cavalli e asini originari delle regioni temperate dell'Eurasia. Sono noti per la loro velocità e resistenza, che li rendono animali adatti alla corsa e al trasporto.

Inoltre, gli Equidae sono anche importanti animali domestici e da lavoro per l'uomo, con cavalli e asini che sono stati utilizzati per secoli come mezzi di trasporto, traino e compagnia. La loro importanza culturale è evidente nella loro presenza nell'arte, nella letteratura e nella mitologia di molte culture diverse.

Non esiste una definizione medica del termine "cavalli". I cavalli sono animali domestici comuni e non hanno alcuna relazione con la medicina o la salute umana. Se si sta cercando informazioni su problemi di salute o lesioni relative ai cavalli, si dovrebbe consultare un veterinario equino.

Scusami, potrebbe esserci stato un errore di digitazione nella tua richiesta. Non esiste un termine chiamato "Prissodactyla" nel campo della medicina o della biologia medica. Tuttavia, se stai cercando informazioni su Perissodactyla, si riferisce a un ordine di mammiferi ungulati che include cavalli, asini, zebre, rinoceronti e tapiri. Questi animali sono caratterizzati dal fatto che hanno un numero dispari di dita nelle loro zampe anteriori e posteriori. Se hai bisogno di informazioni su un termine medico specifico, faccelo sapere!

La febbre della blue tongue, nota anche come bluetongue disease (BTD), è una malattia virale non contagiosa che colpisce principalmente i ruminanti domestici e selvatici, come pecore, capre, bufali e cervi. È causata dal virus della blue tongue (BTV), un orbivirus appartenente alla famiglia Reoviridae.

Il virus è trasmesso da culicoidi infetti, insetti simili alle zanzare, durante il pasto di sangue. Esistono 27 serotipi noti di BTV, ciascuno dei quali richiede una specifica immunità protettiva. La malattia è endemica in Africa, Medio Oriente, Asia e Australia, mentre negli ultimi anni sono stati segnalati focolai anche in Europa.

I sintomi clinici della febbre della blue tongue possono variare notevolmente a seconda della specie ospite infetta, dell'età dell'animale e del ceppo virale. I segni più comuni includono febbre alta, salivazione eccessiva, lingua gonfia e di colore bluastro (da cui il nome della malattia), ulcerazioni orali, edema facciale, nasale e genitale, difficoltà respiratorie e diminuzione della produzione di latte. In alcuni casi, l'infezione può causare aborti spontanei o la morte dell'animale.

La diagnosi di febbre della blue tongue si basa sull'identificazione del virus o del suo genoma utilizzando tecniche di biologia molecolare come la reazione a catena della polimerasi (PCR) o l'isolamento virale in colture cellulari. Possono anche essere eseguite prove sierologiche per rilevare anticorpi specifici contro il virus BTV.

Non esiste un trattamento specifico per la febbre della blue tongue, pertanto il controllo e la prevenzione delle infezioni sono fondamentali per ridurre la diffusione della malattia. Le misure di biosicurezza, come l'isolamento degli animali infetti, la restrizione del movimento degli animali e la disinfezione delle attrezzature contaminate, possono aiutare a prevenire la diffusione della malattia. In alcuni paesi, sono disponibili vaccini vivi attenuati per proteggere gli animali dalle infezioni da virus BTV. Tuttavia, l'efficacia dei vaccini può variare a seconda del ceppo virale e dell'età degli animali.

La digossigenina è un glicoside cardiotonico steroideo, originariamente isolato dalla digitale lanata (Digitalis lanata). Viene utilizzato in medicina come farmaco per trattare alcune condizioni cardiache, come la fibrillazione atriale e il flutter atriale. Il suo meccanismo d'azione si basa sull'inibizione della pompa sodio-potassio (Na+/K+-ATPasi) nelle membrane cellulari, aumentando così la concentrazione di calcio intracellulare e rafforzando le contrazioni cardiache. Tuttavia, a causa dei suoi effetti tossici e della disponibilità di farmaci alternativi con profili di sicurezza migliori, l'uso clinico della digossigenina è limitato.

In laboratorio, la digossigenina viene spesso utilizzata per marchiare molecole biologiche, come anticorpi o oligonucleotidi, con isotiocianati o altri reagenti che si legano covalentemente alla digossigenina. Ciò consente la rilevazione e il monitoraggio di tali molecole marcate in varie applicazioni biochimiche e biomediche.

Si prega di notare che l'uso della digossigenina o dei suoi derivati deve essere eseguito sotto la supervisione e la guida di un professionista sanitario qualificato, poiché può causare effetti avversi pericolosi se utilizzato in modo improprio.

La Blue Tongue (BT) è una malattia virale non contagiosa che colpisce principalmente i ruminanti domestici e selvatici, come le pecore, le capre, i bufali e i cervidi. È causata dal virus Blue Tongue (BTV), un orbivirus appartenente alla famiglia Reoviridae.

I sintomi della malattia possono variare notevolmente, a seconda della specie animale infetta e della sua suscettibilità al virus. Nei casi più lievi, gli animali possono mostrare solo una leggera febbre e un calo della produzione di latte. Tuttavia, nei casi più gravi, i sintomi possono includere:

* Febbre alta
* Gonfiore delle mucose orali e del viso
* Lingua bluastra o scura (da cui prende il nome la malattia)
* Salivazione eccessiva
* Difficoltà a deglutire
* Lesioni cutanee e ulcerazioni
* Inappetenza
* Depressione
* Diarrea
* Grave disidratazione
* Mortalità elevata (fino al 70-100% in alcune specie)

La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, sebbene possa anche verificarsi tramite il contatto diretto con animali infetti o attraverso l'ingestione di alimenti contaminati. Il virus è presente in molte parti del mondo, tra cui Africa, Asia, Europa e Medio Oriente.

Non esiste un trattamento specifico per la Blue Tongue, pertanto il controllo della malattia si basa principalmente sulla prevenzione, attraverso l'adozione di misure di biosicurezza e di vaccinazione degli animali a rischio. La diagnosi viene effettuata mediante test di laboratorio su campioni di sangue o tessuti animali.

La malattia emorragica epizootica (MHE) è una malattia virale altamente contagiosa e grave che colpisce principalmente i ruminanti domestici come mucche, capre e pecore. È causata dal virus della malattia emorragica epizootica (VME), un membro del genere Orbivirus nella famiglia Reoviridae.

Il VME è un virus a doppia capsula privo di envelope, con un diametro di circa 80-100 nanometri. Il genoma è costituito da dieci segmenti di RNA a doppio filamento che codificano sette proteine strutturali e diverse proteine non strutturali.

La malattia si manifesta con sintomi come febbre alta, debolezza, perdita di appetito, naso che cola e muco agli occhi. In fasi più avanzate, possono verificarsi emorragie interne ed esterne, shock e morte entro 2-10 giorni dall'insorgenza dei sintomi.

La trasmissione del virus può avvenire attraverso il contatto diretto con animali infetti o materiale infetto come sangue, secrezioni nasali e feci. Inoltre, il virus può essere trasmesso anche attraverso artropodi ematofagi come le zecche.

La malattia è endemica in alcune regioni dell'Asia, del Medio Oriente e dell'Africa, ma non è presente in Nord e Sud America o in Europa occidentale. Tuttavia, ci sono state recenti epidemie in diversi paesi europei, il che ha portato alla preoccupazione per la diffusione della malattia a livello globale.

La diagnosi di MHE si basa sui sintomi clinici, test sierologici e test molecolari come la reazione a catena della polimerasi (PCR) o l'isolamento del virus in colture cellulari.

Il trattamento dell'MHE è principalmente di supporto, con fluidoterapia, terapia antiemorragica e antibiotici per prevenire le infezioni secondarie. Non esiste un vaccino approvato per la malattia, sebbene siano in corso ricerche su diversi vaccini candidati.

La prevenzione dell'MHE si basa sulla biosicurezza e sull'igiene delle stalle, nonché sul monitoraggio e sulla sorveglianza attiva dei focolai di malattia. Inoltre, è importante limitare la diffusione del virus attraverso il commercio internazionale di animali vivi e prodotti animali.

In medicina, gli "insetti vettori" si riferiscono a specifici insetti (come zanzare, pulci, zecche e pidocchi) che sono capaci di trasmettere agenti infettivi dall'ambiente o da un ospite infetto all'ospite suscettibile. Questi insetti possono veicolare vari patogeni, come batteri, virus, protozoi e helminti, che causano diverse malattie infettive nell'uomo e negli animali.

Le zanzare, ad esempio, sono vettori noti di malattie importanti come la malaria, la febbre gialla, la dengue e il virus Zika. Le pulci possono trasmettere la peste bubbonica e altre rickettsiosi. Le zecche sono vettori di malattie come la borreliosi di Lyme, l'ehrlichiosi e l'anaplasmosi. I pidocchi possono diffondere il tifo epidemico.

Gli insetti vettori svolgono un ruolo cruciale nella trasmissione delle malattie infettive, e la comprensione della loro biologia e comportamento è fondamentale per lo sviluppo di strategie efficaci di controllo e prevenzione delle malattie.

I vaccini virali sono tipi di vaccini che utilizzano virus o parti di essi per stimolare il sistema immunitario a sviluppare una risposta immunitaria protettiva contro una specifica malattia infettiva causata da quel particolare virus. I vaccini virali possono essere realizzati in diversi modi, tra cui:

1. Vaccini vivi attenuati: Questi vaccini utilizzano un virus indebolito o attenuato che è ancora capace di replicarsi all'interno dell'organismo ma non causa la malattia. Il sistema immunitario riconosce il virus indebolito come estraneo e produce una risposta immunitaria per combatterlo, fornendo protezione contro l'infezione da virus selvatici.
2. Vaccini inattivati: Questi vaccini utilizzano un virus ucciso o inattivato che non può più replicarsi all'interno dell'organismo. Il sistema immunitario riconosce il virus ucciso come estraneo e produce una risposta immunitaria per combatterlo, fornendo protezione contro l'infezione da virus selvatici.
3. Vaccini a subunità: Questi vaccini utilizzano solo una parte del virus, come una proteina o un peptide, per stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici contro quella particolare proteina o peptide. Questo tipo di vaccino non contiene l'intero virus e quindi non può causare la malattia.
4. Vaccini a vettore virale: Questi vaccini utilizzano un altro virus come vettore per consegnare il materiale genetico del virus bersaglio all'interno delle cellule dell'organismo. Il vettore virale non causa la malattia ma stimola il sistema immunitario a produrre una risposta immunitaria contro il virus bersaglio.

Esempi di vaccini virali includono il vaccino contro l'influenza, il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR), il vaccino contro il papillomavirus umano (HPV) e il vaccino contro il virus dell'epatite B.

La sierotipizzazione è un metodo di classificazione dei microrganismi basato sulle loro risposte antigeniche specifiche. Viene comunemente utilizzata per differenziare i diversi ceppi di batteri o virus in base ai tipi di anticorpi che producono come risposta a particolari antigeni presenti sulla superficie del microrganismo.

Ad esempio, nella sierotipizzazione dei batteri come la Salmonella o la Shigella, si utilizzano diversi sieri contenenti anticorpi specifici per determinare il tipo di antigeni presenti sul batterio. Questo metodo è particolarmente utile in epidemiologia per identificare ceppi specifici di batteri o virus che possono essere associati a focolai o outbreak e per monitorare l'efficacia dei programmi di vaccinazione.

Tuttavia, va notato che non tutti i microrganismi hanno antigeni sufficientemente diversi per consentire la sierotipizzazione, quindi questo metodo non è universale per tutte le specie batteriche o virali.

La cinetosi, nota anche come mal d'auto o mal di mare, è una condizione medica che causa nausea e vomito a seguito di movimenti ripetitivi o stimoli visivi ingannevoli. Può verificarsi durante la navigazione in barca, il viaggio in auto, l'uso di veicoli come treni o aerei, o anche mentre si utilizzano dispositivi di realtà virtuale.

I sintomi della cinetosi possono includere nausea, vomito, vertigini, sudorazione, pallore, debolezza, mal di testa e affaticamento. Questi sintomi si verificano quando il cervello riceve messaggi contrastanti dai muscoli del corpo, dall'apparato vestibolare dell'orecchio interno (che controlla l'equilibrio) e dagli occhi. Ad esempio, se sei in auto e guardi fuori dal finestrino, i tuoi occhi vedono il paesaggio che scorre, ma il tuo corpo è seduto fermo all'interno del veicolo. Questa discrepanza può causare confusione nel cervello e portare a sintomi di cinetosi.

La cinetosi può essere trattata con farmaci da banco o prescritti, come antistaminici o scopolamina, che possono aiutare a prevenire o alleviare i sintomi. Alcune tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la focalizzazione visiva su un punto fisso, possono anche essere utili per gestire i sintomi della cinetosi. In alcuni casi, evitare cibi pesanti o grassi prima di un viaggio può aiutare a prevenire la cinetosi.

Le proteine del capside sono una componente strutturale importante dei virus. Essi formano il capside, la shell protettiva che circonda il materiale genetico virale (DNA o RNA). Le proteine del capside si legano insieme per formare un'impalcatura simmetrica che racchiude e protegge il genoma virale. Questa struttura fornisce stabilità al virus e facilita il suo attacco e l'infezione delle cellule ospiti. La composizione e la disposizione delle proteine del capside variano tra i diversi tipi di virus, ma svolgono tutte funzioni simili nella protezione e nella consegna del materiale genetico virale. Le proteine del capside possono anche avere un ruolo nel legame del virus alle cellule ospiti durante l'infezione.

Gli anticorpi virali sono una risposta specifica del sistema immunitario all'infezione da un virus. Sono proteine prodotte dalle cellule B del sistema immunitario in risposta alla presenza di un antigene virale estraneo. Questi anticorpi si legano specificamente agli antigeni virali, neutralizzandoli e impedendo loro di infettare altre cellule.

Gli anticorpi virali possono essere trovati nel sangue e in altri fluidi corporei e possono persistere per periodi prolungati dopo l'infezione, fornendo immunità protettiva contro future infezioni da parte dello stesso virus. Tuttavia, alcuni virus possono mutare i loro antigeni, eludendo così la risposta degli anticorpi e causando reinfezioni.

La presenza di anticorpi virali può essere rilevata attraverso test sierologici, che misurano la quantità di anticorpi presenti nel sangue. Questi test possono essere utilizzati per diagnosticare infezioni acute o croniche da virus e monitorare l'efficacia del trattamento.

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