Anormale immunoglobuline, in particolare le immunoglobuline G, M o precipitati spontaneamente quando e 'raffreddata siero al di sotto di 37 gradi Celsius. È significativo di crioglobulinemia.
Una condizione caratterizzata dalla presenza di disturbi quantita 'di crioglobuline nel sangue, l ’ esposizione al freddo, queste proteine anormali precipitare nel microcircolo con conseguente flusso sanguigno insufficiente nel le aree esposte.
Un gruppo di malattie correlate caratterizzata da un instabile o sproporzionati immunoglobulin-producing proliferazione di cellule, di solito da un singolo clone. Queste cellule frequentemente secernono una struttura omogenea immunoglobuline (M-component) e / o un Anormale immunoglobulina.
Anticorpi in pazienti adulti RHEUMATOID ARTRITE REUMATOIDE diretti contro gamma-Chain immunoglobuline.
Uno o più enzimi che attivano COMPLEMENT proteine nel sistema del complemento che portano alla formazione della membrana COMPLEMENT è complessa, attacco di una reazione importante ospite in difesa, non possono essere enzimi nei vari COMPLEMENT attivazione.
La complessa formata attraverso il legame dell 'anticorpo dell' antigene e la deposizione di grandi molecole antigen-antibody complessi causando danni ai tessuti cause IMMUNE DISEASES è complessa.
Disturbo caratterizzato da una sindrome vasculitiche associato all'esposizione ad un antigene come una droga, agente infettivo, o in altri o sostanza endogena. La patofisiologia include deposizione immunocomplessi e un 'ampia gamma di lesioni della pelle, allergia o di ipersensibilità è presente in alcuni ma non tutti i casi.
La principale lezione di immunoglobulina umana normale isotype siero... ci sono diversi isotype sottoclassi di IgG, per esempio, IgG1, e tipo IgG2 IgG2B.
Un subcomponent di C1 Del Complemento, composta da sei copie di tre glucosio-dipendente catene (A, B e C) ogni codificato da un altro gene (C1QA; C1QB; C1QC). Questo complesso è prevista in nove subunità (sei disulfide-linked dimers di A e B, e tre disulfide-linked homodimers di C). C1q e siti di legame per gli anticorpi (la catena pesante di immunoglobulina G o immunoglobulina M). L 'interazione di C1q e immunoglobulina attiva i due proenzymes COMPLEMENT COMPLEMENT C1s C1r e, pertanto iniziare la cascata di attivazione attraverso il COMPLEMENT CLASSICAL COMPLEMENT PATHWAY.
Una glicoproteina che è centrale in entrambi i costumi e l'alternativa percorso di attivazione COMPLEMENT. C3 possono essere distinte in COMPLEMENT C3a e COMPLEMENT C3b, spontaneamente a livello basso o da C3 Convertase, ad alto livello. Un piccolo frammento C3a è un 'Anafilatossina e mediatore di processo infiammatorio. Il grosso frammento C3b si lega con C3 Convertase per formare C5 Convertase.
Una glicoproteina che è importante per l ’ attivazione della CLASSICAL COMPLEMENT PATHWAY. Il C4 e 'squarciato dal attivato COMPLEMENT C1s in COMPLEMENT C4a e COMPLEMENT C4b.
Una classe di immunoglobulina con catene (immunoglobuline A Catene Mu mu). Le IgM COMPLEMENT. Il nome deriva dal suo alto peso molecolare e inizialmente essere chiamato macroglobulin.
Anticorpi che reagiscono con i singoli fattori strutturali (idiotopes) sulla regione variabile di altri anticorpi.
La presenza di nefropatia cronica caratterizzato da proliferazione dei ematiche mesangiali, increase in the mesangiali MATRIX extracellulare e un ispessimento della parete capillare glomerulare potrebbe presentarsi come un disturbo primaria o secondaria ad altre patologie comprese le infezioni e le malattie autoimmuni SYSTEMIC Lupus eritematoso sistemico. Diversi sottotipi sono classificati in base al ultrastructures anormale e immune depositi. Hypocomplementemia caratteristica è una caratteristica di tutti i tipi di MPGN.
Infiammazione del fegato nell ’ uomo e 'l'epatite C causata dal virus della durata di sei mesi o più. Epatite cronica C può portare a pleura cirrosi.
Un disturbo caratterizzato dal linfoproliferative Pleomorphic ematiche inclusa PLASMA linfociti B, con un aumento dei livelli di immunoglobulina nel siero monoclonali M. C'è lymphoplasmacytic infiltrazione di cellule di midollo osseo e spesso altri tessuti, noto anche come lymphoplasmacytic linfoma. Caratteristiche cliniche includono anemia emolitica; emorragie; e iperviscosità.
Infiammazione da ogni parte del rene.
Tecnica che implicava la diffusione di antigene semisolid o anticorpo attraverso un medium, di solito Agar o Agarose gel, con il risultato è un precipitin reazione.
Analisi basata sul fenomeno per cui luce, passa attraverso un medium con dispersa particelle di un indice di rifrazione diversa da quella del metodo, di intensità è attenuato disperdendone. In Turbidimetria, l'intensità della luce trasmesso attraverso il mezzo, l'unscattered luce, è misurato. In nephelometry sparse, l'intensita 'della luce viene misurata, di solito, ma non necessariamente, ad angolo retto all'incidente fascio di luce.
Un cronico e recidiva, provocatorio e febbrile spesso multisistemica, del tessuto connettivo, caratterizzati principalmente dalla coinvolgimento della pelle, articolazioni, reni e serosal mucose. E 'di eziologia ignota, ma può rappresentare un fallimento dei meccanismi regolatori del sistema. La malattia autoimmune è marcata da un' ampia gamma di disfunzioni del sistema, un maggiore velocità di eritrosedimentazione LE e la produzione di cellule nel sangue o nel midollo osseo.
Autoanticorpi rivolto verso vari antigeni nucleare, incluso l'esame del DNA, RNA histones proteine nucleari, acido o complessi di questi elementi molecolare. Anticorpi antinucleari sistemica di patologie autoimmuni inclusi lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, sindrome di Sjogren polimiosite e connettivite mista.
Glicoproteine sierica partecipanti al meccanismo di difesa di attivazione COMPLEMENT ospite che crea la membrana COMPLEMENT attacco complicata. Sono inclusi nelle varie vie di attivazione del complemento (CLASSICAL COMPLEMENT PATHWAY; alternativa COMPLEMENT PATHWAY; e Lectin COMPLEMENT PATHWAY).
Infiammazione del fegato negli esseri umani l'epatite C causata dal virus, un virus a RNA a catena singola, il suo periodo di incubazione e '30-90 giorni. Epatite C sia trasmesso principalmente per via parenterale sangue contaminato, ed è spesso associata alla trasfusione e abuso di droghe intravena. Tuttavia, in un significativo numero di casi, la fonte dell ’ epatite C non è noto.

Le crioglobuline sono immunoglobuline (proteine del sistema immunitario) che precipitano a temperature fredde e si redissolvono quando vengono riscaldate. Quando presenti in quantità elevate, possono causare una condizione chiamata crioglobulinemia.

Esistono tre tipi di crioglobuline:

1. Crioglobulina di tipo I: è costituita da un'unica classe di immunoglobuline monoclonali, spesso associate a gammapatie monoclonali (condizioni in cui si producono grandi quantità di un particolare tipo di anticorpi).
2. Crioglobulina di tipo II: è costituita da una miscela di immunoglobuline monoclonali e policlonali, associate a infezioni croniche come l'epatite C.
3. Crioglobulina di tipo III: è costituita da immunoglobuline policlonali ed è spesso associata a condizioni infiammatorie croniche come l'artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico.

La presenza di crioglobuline può portare alla formazione di piccoli coaguli all'interno dei vasi sanguigni, specialmente a temperature fredde, causando una serie di sintomi come arrossamenti cutanei, prurito, dolori articolari, neuropatie periferiche e, in casi gravi, insufficienza renale o altre complicanze. La diagnosi si basa sull'identificazione del precipitato crioglobulinico nel siero del sangue dopo il raffreddamento e la sua dissoluzione con il riscaldamento.

La crioglobulinemia è una condizione caratterizzata dalla presenza di crioglobuline, proteine anomale presenti nel sangue che precipitano a temperature inferiori ai 37°C (corpo) e si ridissolvono quando riscaldate. Queste crioglobuline sono immunocomplesse formate da anticorpi monoclonali o policlonali e possono causare una serie di sintomi, tra cui artralgie, purpura, neuropatia periferica, glomerulonefrite e altre manifestazioni sistemiche.

Esistono tre tipi di crioglobulinemia:

1. Tipo I: è caratterizzata dalla presenza di un'unica classe di immunoglobuline monoclonali, spesso associate a mieloma multiplo o linfomi.
2. Tipo II e III: sono definite crioglobulinemie miste, in quanto contengono una combinazione di immunoglobuline monoclonali ed immunoglobuline policlonali. Il tipo II è spesso associato a infezioni croniche da virus dell'epatite C (HCV), mentre il tipo III può essere correlato a diverse condizioni infiammatorie o autoimmuni, come lupus eritematoso sistemico e artrite reumatoide.

La diagnosi di crioglobulinemia si basa sull'identificazione delle precipitazioni crioglobuliniche nel siero del paziente, che devono essere raccolte e analizzate a freddo (di solito a 4°C). Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere farmaci antivirali, immunosoppressori o terapie mirate alle neoplasie.

La paraproteinemia è una condizione caratterizzata dalla presenza di quantità elevate di proteine monoclonali (note come paraproteine) nel sangue. Queste paraproteine sono prodotte da un clone di plasmacellule anomale e possono essere immunoglobuline complete o frammenti di esse, oppure catene leggere libere.

Le paraproteinemie possono essere asintomatiche o associarsi a una serie di sintomi e segni clinici, a seconda della quantità di paraproteina prodotta e delle sue eventuali interazioni con altri tessuti o organi. Alcune forme di paraproteinemie possono essere associate a malattie benigne come il mieloma delle cellule plasmatiche monoclonali (MGUS), mentre altre possono indicare la presenza di patologie più severe, come il mieloma multiplo, il macroglobulinemia di Waldenström o alcune forme di linfomi non-Hodgkin.

La diagnosi di paraproteinemia si basa sull'identificazione e la quantificazione delle paraproteine nel siero o nelle urine, utilizzando tecniche come l'elettroforesi delle proteine su gel e l'immunofissazione. È importante sottolineare che la presenza di paraproteinemia non è sinonimo di malattia, ma richiede ulteriori indagini per escludere o confermare la presenza di patologie sottostanti.

Il fattore reumatoide (FR) è un anticorpo presente nel sangue che può essere rilevato in alcune condizioni patologiche, come l'artrite reumatoide. Si tratta di un autoanticorpo, prodotto dal sistema immunitario del corpo, che si lega alla porzione Fc delle immunoglobuline G (IgG) normalmente presenti nel sangue.

La presenza di fattore reumatoide non è specifica dell'artrite reumatoide e può essere riscontrata in altre patologie infiammatorie, infezioni croniche, malattie del tessuto connettivo, neoplasie o persino in soggetti sani, soprattutto in età avanzata. Tuttavia, l'elevato titolo di FR è fortemente suggestivo di artrite reumatoide e può essere utilizzato come marker di malattia attiva o grave.

Il test per la rilevazione del fattore reumatoide viene eseguito mediante metodiche immunologiche, come il test di Waaler-Rose o il metodo dell'agglutinazione latex. È importante sottolineare che un risultato positivo al test per il fattore reumatoide non è sufficiente per porre una diagnosi di artrite reumatoide, poiché questo anticorpo può essere presente anche in altre patologie e in soggetti asintomatici. Pertanto, la valutazione della positività al fattore reumatoide deve essere sempre contestualizzata all'interno dell'esame clinico completo e di altri esami di laboratorio e strumentali pertinenti.

Gli enzimi del sistema del complemento sono un gruppo di proteine plasmatiche, che giocano un ruolo cruciale nel sistema immunitario. Sono chiamati enzimi di attivazione del complemento perché svolgono la funzione di attivare il sistema del complemento, una serie di reazioni a catena che portano all'eliminazione dei patogeni invasori e alla clearance dei detriti cellulari.

Questi enzimi sono costituiti da due componenti: una subunità catalitica (chiamata serina proteasi) e una subunità regolatoria. La subunità catalitica è responsabile dell'attivazione della cascata del complemento, mentre la subunità regolatoria serve a prevenire l'attivazione indesiderata del sistema del complemento all'interno dell'organismo.

Esistono tre principali percorsi di attivazione del complemento: il percorso classico, il percorso alternativo e il percorso lectina. Ciascuno di questi percorsi è inizialmente attivato da diversi stimoli, ma alla fine conducono tutti all'attivazione della proteina C3, che è un componente chiave del sistema del complemento.

Il percorso classico è iniziato dall'interazione di una molecola del complemento chiamata C1 con l'antigene-anticorpo complesso. Questa interazione porta all'attivazione della subunità catalitica C1r, che a sua volta attiva la subunità catalitica C1s. Il complesso attivato C1r-C1s quindi cleava e attiva le proteine C4 e C2, dando origine al complesso di attacco della membrana C3bBb, che è responsabile dell'attivazione della proteina C3.

Il percorso alternativo è iniziato dall'interazione spontanea della proteina C3 con le superfici cellulari non propriamente self. Questa interazione porta alla formazione del complesso di attacco della membrana C3bBb, che può quindi attivare ulteriormente la proteina C3.

Il percorso lectina è iniziato dall'interazione della lectina mannosio-specifica con i carboidrati presenti sulla superficie delle cellule infette o dei batteri. Questa interazione porta all'attivazione della subunità catalitica MASP, che a sua volta attiva le proteine C4 e C2, dando origine al complesso di attacco della membrana C3bBb, che è responsabile dell'attivazione della proteina C3.

Una volta attivato il sistema del complemento, i prodotti della sua attivazione possono svolgere diverse funzioni importanti per la difesa immunitaria, come l'opsonizzazione delle cellule infette o dei batteri, l'attivazione del sistema del complemento e la citolisi diretta delle cellule infette o dei batteri.

Il complesso antigene-anticorpo è un'entità formatasi quando un anticorpo si lega specificamente a un antigene. Un antigene è una sostanza estranea, come una proteina, un polisaccaride o un peptide, che può indurre una risposta immunitaria quando introdotta nell'organismo. Gli anticorpi sono glicoproteine prodotti dalle cellule del sistema immunitario (linfociti B) in risposta alla presenza di un antigene. Quando un anticorpo si lega a un epitopo (la parte dell'antigene riconosciuta dall'anticorpo), forma un complesso stabile che può neutralizzare l'attività dell'antigene, marcarlo per la distruzione da parte di altre cellule del sistema immunitario o agglutinarlo (aggregarlo). Il complesso antigene-anticorpo svolge un ruolo cruciale nella difesa dell'organismo contro le infezioni e nelle reazioni avverse a sostanze estranee come farmaci e tossine.

La vasculite leucocitoclastica cutanea (CLCV), nota anche come vasculite allergica cutanea o reazione di ipersensibilità cutanea di tipo III, è una forma di vasculite che interessa principalmente i piccoli vasi sanguigni della pelle. È caratterizzata dalla presenza di lesioni infiammatorie e necrotiche nella pelle, associate a un'infiltrazione di globuli bianchi (leucociti) all'interno dei vasi sanguigni.

La CLCV è spesso associata a una reazione di ipersensibilità ad alcuni farmaci o infezioni, ma può anche verificarsi come manifestazione di altre malattie sistemiche. I sintomi più comuni della CLCV includono la comparsa di piccole macchie rosse sulla pelle (petecchie) o piccoli noduli dolorosi (papule), che possono evolvere in ulcere o croste.

La diagnosi di CLCV si basa sull'esame istologico di un campione di pelle prelevato con biopsia, che mostra caratteristici segni di infiammazione e necrosi dei piccoli vasi sanguigni, associati alla presenza di leucociti disintegrati (leucocitoclasti) all'interno dei vasi. Il trattamento della CLCV dipende dalla causa sottostante e può includere la sospensione del farmaco sospetto o l'uso di farmaci anti-infiammatori o immunosoppressori per controllare l'infiammazione.

L'immunoglobulina G (IgG) è un tipo di anticorpo, una proteina del sistema immunitario che aiuta a combattere le infezioni. È la forma più comune di anticorpi nel sangue umano e svolge un ruolo cruciale nella risposta immunitaria umorale.

Le IgG sono prodotte dalle plasmacellule, un tipo di globuli bianchi, in risposta a proteine estranee (antigeni) che invadono il corpo. Si legano specificamente agli antigeni e li neutralizzano o li marcano per essere distrutti dalle altre cellule del sistema immunitario.

Le IgG sono particolarmente importanti per fornire protezione a lungo termine contro le infezioni, poiché persistono nel sangue per mesi o addirittura anni dopo l'esposizione all'antigene. Sono anche in grado di attraversare la placenta e fornire immunità passiva al feto.

Le IgG sono divise in quattro sottoclassi (IgG1, IgG2, IgG3 e IgG4) che hanno diverse funzioni e proprietà specifiche. Ad esempio, le IgG1 e le IgG3 sono particolarmente efficaci nel legare i batteri e attivare il sistema del complemento, mentre le IgG2 e le IgG4 si legano meglio alle sostanze estranee più piccole come le tossine.

La frazione del complemento 1q (C1q) è una proteina del sistema del complemento, che svolge un ruolo cruciale nel riconoscimento e nella clearance degli agenti patogeni estranei. È la prima componente della via classica del sistema del complemento ed è essenziale per l'attivazione di questa via.

C1q è costituito da sei subunità identiche, ciascuna delle quali contiene una testa globulare e un gambo lungo. Le teste globulari sono responsabili del riconoscimento degli antigeni legati agli anticorpi (immunocomplessi), mentre i gambi si legano alla proteina C1r, che a sua volta attiva la proteina C1s. L'attivazione di C1s porta all'attivazione della via classica del sistema del complemento e alla produzione di prodotti effettori come il complesso dell'attacco di membrana (MAC), che contribuisce alla lisi delle cellule infette o tumorali.

Una carenza congenita di C1q può portare a una sindrome nota come deficit di C1q, che è associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie autoimmuni e infezioni ricorrenti. Inoltre, bassi livelli di C1q sono stati osservati in diverse condizioni patologiche, come l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e altre malattie infiammatorie croniche.

La Frazione del Complemento 3 (FC3), nota anche come C3, è una proteina importante del sistema del complemento nel corpo umano. Il sistema del complemento è un gruppo di proteine presenti nel sangue che aiutano a proteggere il corpo dalle infezioni. Quando viene attivato, questo sistema rilascia molecole che possono causare infiammazione e attaccare i batteri direttamente.

La FC3 svolge un ruolo cruciale nella via classica e nella via alternativa del sistema del complemento. Nella via classica, la FC3 viene attivata quando si lega a una sostanza estranea (come un antigene) che è stata identificata dal sistema immunitario. Questa interazione iniziale porta a una cascata di reazioni enzimatiche che alla fine conducono alla formazione del complesso di attacco della membrana (MAC), che può danneggiare le cellule batteriche e aiutare a eliminarle dal corpo.

Nella via alternativa, la FC3 viene attivata in modo più spontaneo e costantemente sulla superficie delle cellule. Questa via è particolarmente importante per il riconoscimento e l'eliminazione dei batteri Gram-negativi.

La FC3 può essere misurata come un marcatore di attivazione del sistema del complemento ed è spesso utilizzata nei test diagnostici per valutare la funzione del sistema immunitario. I livelli anormalmente bassi o alti di FC3 possono indicare una disfunzione del sistema del complemento, che può essere associata a diverse condizioni mediche, come l'insufficienza renale cronica, alcune malattie autoimmuni e infezioni.

La Frazione del Complemento 4 (C4) è una proteina sierica del sistema del complemento, che svolge un ruolo cruciale nel riconoscimento e nella rimozione delle cellule infette e delle superfici estranee. La C4 viene attivata da due percorsi del sistema del complemento: il percorso classico e il percorso della lectina.

La frazione C4 è costituita da tre subunità, α, β e γ, ed esiste in due isoforme principali, C4A e C4B, che differiscono nella struttura delle loro regioni α. L'isoforma C4A ha una maggiore attività di legame al mannosio, mentre l'isoforma C4B ha una maggiore efficienza nell'attivazione del complemento.

Quando il sistema del complemento viene attivato attraverso il percorso classico o della lectina, la proteina C4 viene convertita in C4a e C4b da enzimi chiamati C1s e MASP-2 (Mannose-binding lectin serine protease 2), rispettivamente. Questi frammenti svolgono funzioni diverse:

1. C4b si lega alla superficie della cellula bersaglio, formando un complesso con la proteina C2 e diventando il C4b2a (o C3 convertasi del percorso classico). Questo complesso converte la proteina C3 in C3b, che si lega alla superficie della cellula bersaglio e attiva ulteriormente il sistema del complemento.
2. C4a è un peptide anafilatossico con una breve emivita (circa 5 minuti). Funziona come un chemoattrattante per i leucociti, promuovendo l'infiammazione e la risposta immunitaria.

La deficienza della frazione C4 è associata a un aumentato rischio di sviluppare malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico (LES) e la sindrome di Sjogren, poiché la proteina svolge un ruolo importante nella clearance dei complessi immunitari. Inoltre, le varianti genetiche della frazione C4 sono state associate a una maggiore suscettibilità alle malattie infettive e al rischio di sviluppare disturbi neurologici come la schizofrenia.

L'immunoglobulina M (IgM) è un tipo di anticorpo, una proteina importante del sistema immunitario che aiuta a combattere le infezioni. Gli anticorpi sono prodotti dalle cellule B, un tipo di globuli bianchi, in risposta a sostanze estranee (antigeni) come batteri, virus e tossine.

L'IgM è la prima immunoglobulina prodotta quando il sistema immunitario incontra un nuovo antigene. È presente principalmente nel sangue e nei fluidi corporei, dove circola legata a proteine chiamate "componenti del complemento". Quando l'IgM si lega a un antigene, attiva il sistema del complemento, che può causare la distruzione diretta delle cellule infette o facilitare la loro eliminazione da parte di altri componenti del sistema immunitario.

L'IgM è composta da cinque unità identiche di anticorpi legati insieme a formare una struttura pentamerica, il che le conferisce un'elevata affinità per l'antigene e la capacità di agglutinare (aggregare) particelle estranee. Tuttavia, l'IgM ha anche alcuni svantaggi: è relativamente instabile e può essere facilmente degradata, il che significa che non dura a lungo nel corpo. Inoltre, non attraversa facilmente le barriere dei tessuti, il che limita la sua capacità di raggiungere alcune aree del corpo.

In sintesi, l'immunoglobulina M (IgM) è un tipo importante di anticorpo che viene prodotto precocemente in risposta a nuovi antigeni e aiuta ad attivare il sistema del complemento per distruggere le cellule infette. Tuttavia, ha una durata relativamente breve e una limitata capacità di diffondersi nei tessuti del corpo.

Gli anticorpi anti-idiotipici sono una classe speciale di anticorpi che possono essere prodotti dal sistema immunitario in risposta a un'altra classe di anticorpi. Questi anticorpi si legano alla regione variabile dell'antigene, nota come "idiotipo", situata sulla superficie delle molecole degli anticorpi.

Gli idiotipi sono sequenze uniche di amminoacidi che conferiscono all'anticorpo la sua specificità per il suo antigene target. Gli anticorpi anti-idiotipici possono essere utilizzati in vari contesti, come ad esempio nella ricerca scientifica per studiare la struttura e la funzione degli anticorpi, o in terapia per modulare la risposta immune.

Tuttavia, è importante notare che gli anticorpi anti-idiotipici possono anche avere effetti immunosoppressivi, poiché possono bloccare l'attività degli anticorpi a cui si legano. Pertanto, la loro produzione e utilizzo devono essere attentamente monitorati e gestiti per evitare conseguenze negative sulla salute del paziente.

La glomerulonefrite proliferativa mesangiale è una condizione renale caratterizzata da un'infiammazione dei glomeruli (i filtri del rene) con proliferazione di cellule mesangiali. I glomeruli diventano ingranditi e i loro muri risultano ispessiti a causa dell'aumento della matrice mesangiale e delle cellule. Questo tipo di glomerulonefrite può essere primaria o secondaria a diverse condizioni, come malattie infettive, autoimmuni o tossiche.

I sintomi possono variare da lievi a gravi e possono includere proteinuria (perdita di proteine nelle urine), ematuria (sangue nelle urine), edema (gonfiore) e ipertensione (pressione alta). La diagnosi viene posta mediante biopsia renale con esame istologico che mostra la proliferazione mesangiale. Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere farmaci antinfiammatori, immunosoppressori o terapie specifiche per le malattie di base. Nei casi più gravi, può essere necessaria una dialisi o un trapianto renale.

L'epatite C cronica è una condizione medica a lungo termine caratterizzata dall'infiammazione del fegato causata dal virus dell'epatite C (HCV). Questa infiammazione persistente può portare a lesioni al fegato, come la fibrosi e la cirrosi, che possono compromettere la sua funzionalità.

Quando una persona viene infettata dal virus HCV, il suo sistema immunitario tenta di combattere l'infezione. Tuttavia, il virus dell'epatite C è noto per essere un "agente stealth", poiché è in grado di eludere le risposte immunitarie e stabilirsi nell'organismo per periodi prolungati. Di conseguenza, l'infezione da HCV può persistere per mesi, anni o addirittura decenni senza causare sintomi evidenti.

L'epatite C cronica viene definita come un'infezione da HCV che dura per più di sei mesi. Si stima che circa il 70-85% delle persone infettate dal virus dell'epatite C sviluppino una forma cronica della malattia. Il rischio di progressione verso la cirrosi epatica dipende da diversi fattori, come l'età al momento dell'infezione, il grado di compromissione del sistema immunitario e la coesistenza di altri fattori di rischio per le malattie epatiche, come l'abuso di alcol o l'infezione da virus dell'epatite B.

I sintomi dell'epatite C cronica possono essere lievi o assenti per molti anni, il che rende difficile la diagnosi precoce. Tuttavia, alcuni pazienti con epatite C cronica possono presentare affaticamento, dolore addominale, perdita di appetito, nausea, vomito e ittero (colorazione giallastra della pelle e degli occhi). Nei casi più avanzati, l'epatite C cronica può causare complicazioni gravi, come la cirrosi epatica, il cancro del fegato e l'insufficienza epatica.

Il trattamento dell'epatite C cronica si è notevolmente evoluto negli ultimi anni grazie allo sviluppo di nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) altamente efficaci. Questi farmaci hanno dimostrato tassi di guarigione superiori al 90% e possono essere somministrati per periodi relativamente brevi, con minori effetti collaterali rispetto ai trattamenti precedenti. L'obiettivo del trattamento è quello di eliminare il virus dall'organismo (guarigione virologica sostenuta) e prevenire le complicanze a lungo termine della malattia.

La macroglobulinemia di Waldenström è un tipo raro di cancro che colpisce il sistema immunitario. In particolare, si verifica quando determinati tipi di globuline, note come immunoglobuline M (IgM), crescono in modo anomalo all'interno delle cellule del midollo osseo chiamate plasmacellule. Queste cellule cancerose si accumulano nel midollo osseo e possono anche diffondersi al sangue, ai linfonodi e ad altri organi.

I sintomi della macroglobulinemia di Waldenström possono variare ampiamente, ma spesso includono affaticamento, debolezza, perdita di peso involontaria, dolori articolari, episodi di sanguinamento e problemi neurologici. La diagnosi viene effettuata attraverso una serie di test, tra cui un'analisi del sangue per rilevare alti livelli di IgM e una biopsia del midollo osseo per confermare la presenza di cellule cancerose.

Il trattamento della macroglobulinemia di Waldenström dipende dalla gravità dei sintomi e dallo stadio della malattia. Può includere farmaci chemioterapici, terapie target come inibitori del proteasoma o anticorpi monoclonali, plasmaferesi per ridurre i livelli di IgM nel sangue, radioterapia e trapianto di cellule staminali. Tuttavia, poiché la malattia può progredire lentamente e presentare sintomi diversi da persona a persona, il trattamento viene spesso personalizzato per ogni paziente.

La nefrite è un termine medico che si riferisce a un'infiammazione dei reni, in particolare del tessuto glomerulare e tubulare. Può verificarsi come conseguenza di varie condizioni, tra cui infezioni, malattie autoimmuni, disordini genetici o esposizione a sostanze tossiche. I sintomi della nefrite possono includere edema (gonfiore), proteinuria (proteine nelle urine), ematuria (sangue nelle urine), ipertensione (pressione alta) e insufficienza renale acuta o cronica. Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può comprendere farmaci antinfiammatori, immunosoppressori o terapie di supporto per il rene danneggiato. È importante che venga diagnosticata e trattata precocemente per prevenire danni permanenti ai reni.

L'immunodiffusione è una tecnica di laboratorio utilizzata in patologia e immunologia per identificare e quantificare sostanze antigeniche o anticorpali in un campione, sfruttando la diffusione passiva dei reagenti attraverso un gel semi-solido, come l'agaroso. Questo processo consente la formazione di bande visibili dove si verifica la precipitazione dell'antigene e dell'anticorpo, che possono essere quindi analizzate per caratterizzare le proprietà delle sostanze in esame.

Esistono diversi tipi di immunodiffusione, tra cui:

1. Immunodiffusione semplice (OD): una tecnica in cui un antigene e un anticorpo vengono posti in due compartimenti separati di un supporto gellificato. I reagenti diffondono l'uno verso l'altro, formando una linea di precipitazione dove si verifica la reazione antigene-anticorpo.

2. Immunodiffusione doppia (DO): in questo metodo, entrambi i reagenti vengono incorporati nello stesso gel, con diversi pozzi contenenti il campione e il siero di controllo o standardizzato. La diffusione avviene radialmente dal centro dei pozzi verso l'esterno, formando bande di precipitazione che possono essere confrontate per identificare e quantificare l'antigene in esame.

3. Immunoeletroforesi (IEF): una combinazione di elettroforesi e immunodiffusione, in cui il campione viene sottoposto a separazione elettroforetica prima della diffusione dei reagenti. Ciò consente la caratterizzazione delle proteine in base alle loro proprietà chimico-fisiche, come la carica e il peso molecolare.

L'immunodiffusione è una metodologia utile per l'identificazione e la quantificazione di antigeni o anticorpi specifici, nonché per lo studio delle interazioni antigene-anticorpo. Tuttavia, con l'avvento di tecniche più sensibili e veloci come ELISA e PCR, l'uso dell'immunodiffusione è progressivamente diminuito nel corso degli anni.

La nefelometria e la turbidimetria sono due metodi fotometrici utilizzati in laboratorio per misurare la quantità di sostanze presenti in una soluzione. Vengono spesso utilizzate nelle analisi chimiche e cliniche, compresi i test delle urine e del siero sanguigno.

La nefelometria misura la quantità di particelle sospese in una soluzione attraverso la misurazione della luce diffusa da tali particelle. Quando un raggio di luce passa attraverso una soluzione contenente particelle sospese, una parte della luce viene diffusa in diverse direzioni. La nefelometria misura l'intensità della luce diffusa ad un angolo specifico, che è proporzionale alla concentrazione delle particelle presenti nella soluzione.

La turbidimetria, d'altra parte, misura la quantità di sostanze presenti in una soluzione attraverso la misurazione dell'attenuazione della luce trasmessa attraverso la soluzione stessa. Quando un raggio di luce passa attraverso una soluzione contenente particelle sospese, una parte della luce viene assorbita dalle particelle e un'altra parte viene diffusa. La turbidimetria misura la riduzione dell'intensità della luce trasmessa attraverso la soluzione, che è proporzionale alla concentrazione delle particelle presenti nella soluzione.

In sintesi, la nefelometria e la turbidimetria sono due metodi fotometrici utilizzati per misurare la quantità di sostanze presenti in una soluzione attraverso la misurazione della luce diffusa o attenuata dalle particelle sospese nella soluzione stessa. Questi metodi sono spesso utilizzati in ambito medico e clinico per analisi delle urine e del sangue, come ad esempio per la misurazione dei livelli di proteine o di altri marcatori biochimici.

Il lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia autoimmune cronica che può colpire diversi organi e tessuti del corpo. Normalmente, il sistema immunitario del corpo produce anticorpi per combattere virus, batteri e altri agenti patogeni dannosi. Tuttavia, nel LES, il sistema immunitario produce erroneamente autoanticorpi che attaccano i propri tessuti sani, causando infiammazione e danni.

I sintomi del LES variano ampiamente e possono essere lievi o gravi. Possono includere eruzioni cutanee a farfalla sul viso, artrite, febbre, affaticamento, gonfiore dei linfonodi, anemia, dolori muscolari, problemi ai reni e al cervello. Alcune persone con LES possono anche sviluppare fotosensibilità, bocca o naso secchi, ulcerazioni della mucosa orale e polmonite.

La causa esatta del LES è sconosciuta, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori genetici ed ambientali. La diagnosi di LES si basa sui sintomi, esami del sangue e altri test di laboratorio, oltre a una biopsia cutanea o renale.

Il trattamento del LES dipende dalla gravità e dai sintomi specifici della malattia. Può includere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi, immunosoppressori, farmaci biologici e terapie mirate per controllare l'infiammazione e prevenire danni agli organi. Le persone con LES richiedono cure mediche regolari e un monitoraggio attento per gestire la malattia e prevenire complicanze a lungo termine.

Gli anticorpi antinucleari (ANA) sono autoanticorpi che si legano alle componenti presenti nel nucleo delle cellule. Questi anticorpi possono essere rilevati nel sangue e sono spesso associati a diverse malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico (LES), la sclerodermia, la sindrome di Sjogren e altre connessioni reumatiche. Tuttavia, la presenza di ANA non è sufficiente per porre una diagnosi definitiva di queste malattie, poiché possono essere presenti anche in individui sani o con altre condizioni non autoimmuni.

Per determinare la presenza di anticorpi antinucleari, si utilizza il test ANA (ANA test), che rileva gli anticorpi che si legano a diverse sostanze nel nucleo cellulare durante un'analisi di immunofluorescenza indiretta. Il risultato del test viene solitamente espresso come titolo, che rappresenta la diluizione più alta del siero in grado di mostrare una reazione positiva. Titoli più elevati possono indicare un'aumentata probabilità di malattia autoimmune, ma è necessario considerare altri fattori clinici e di laboratorio per confermare la diagnosi.

In medicina e biologia, il termine "complemento" si riferisce a un sistema di proteine presenti nel sangue e nei tessuti che, quando vengono attivate in una specifica sequenza, svolgono varie funzioni importanti per la risposta immunitaria e l'infiammazione.

Il sistema del complemento è costituito da oltre 30 proteine plasmatiche diverse che interagiscono tra loro attraverso una cascata di reazioni enzimatiche. Quando un agente estraneo, come un batterio o un virus, entra nell'organismo, il sistema del complemento può essere attivato in diversi modi, ad esempio attraverso la via classica, la via alternativa o la via lectina.

Una volta attivato, il sistema del complemento svolge varie funzioni importanti per l'eliminazione dell'agente estraneo e la riparazione dei tessuti danneggiati. Tra queste funzioni ci sono:

* Opsonizzazione: le proteine del complemento si legano all'agente estraneo, rendendolo più facilmente riconoscibile e fagocitabile dalle cellule immunitarie.
* Citolisi: alcune proteine del complemento formano un poro nella membrana dell'agente estraneo, causandone la lisi (cioè la rottura) e la morte.
* Chemiotassi: il sistema del complemento produce molecole che attirano le cellule immunitarie nel sito di infezione.
* Infiammazione: il sistema del complemento produce mediatori dell'infiammazione, come le prostaglandine e i leucotrieni, che contribuiscono alla risposta infiammatoria dell'organismo.

Un'eccessiva o inappropriata attivazione del sistema del complemento può causare danni ai tessuti e malattie autoimmuni. Al contrario, una carenza congenita o acquisita di proteine del complemento può rendere l'organismo più suscettibile alle infezioni.

L'epatite C è un'infiammazione del fegato causata dal virus dell'epatite C (HCV). Si trasmette principalmente attraverso il contatto con sangue infetto, ad esempio tramite l'uso condiviso di aghi o siringhe contaminati, durante la dialisi o in rari casi attraverso rapporti sessuali non protetti o da madre a figlio durante la gravidanza o il parto.

Molte persone con epatite C non presentano sintomi nelle fasi iniziali della malattia, ma alcuni possono manifestare affaticamento, nausea, dolore addominale, urine scure e ittero (colorazione gialla della pelle e del bianco degli occhi).

L'infezione da HCV può diventare cronica e causare complicazioni a lungo termine, come la cirrosi epatica, l'insufficienza epatica e il carcinoma epatico. Il trattamento precoce dell'epatite C può aiutare a controllare l'infezione, prevenire le complicanze e ridurre il rischio di trasmissione ad altre persone.

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