L'autosperimentazione, in campo medico, si riferisce alla pratica di un ricercatore che utilizza se stesso come soggetto di studio per un esperimento o una procedura medica. Questa pratica è considerata eticamente controversa, poiché espone il ricercatore a possibili rischi e danni senza alcun beneficio diretto per la salute.
Tuttavia, ci sono stati casi storici di autosperimentazione che hanno contribuito in modo significativo all'avanzamento della medicina. Un esempio famoso è il caso del medico britannico Barry Marshall, che nel 1982 si auto-infettò con l'Helicobacter pylori per dimostrare il suo ruolo nella gastrite e nell'ulcera peptica. Questa scoperta ha portato a nuove terapie efficaci per queste condizioni e Marshall ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 2005 insieme al suo collega J. Robin Warren.
Nonostante ciò, l'autosperimentazione è generalmente scoraggiata ed esistono rigide linee guida etiche e regolamentari per proteggere i soggetti umani che partecipano agli studi clinici. Questi includono il rispetto dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti, nonché l'ottenimento del consenso informato prima di procedere con qualsiasi esperimento o procedura medica.