Antifibrinolitici
Aminocaproic Acid
Aminocaproates
Aprotinina
Trasfusione Di Sangue
Carbossipeptidasi U
Emorragia Postoperatoria
Carbossipeptidasi B
Emostatici
Trombomodulina
Coagulazione Del Sangue
alpha-2-Antiplasmin
Carbossipeptidasi
Emostasi
Bypass Cardiopolmonare
Encyclopedias as Topic
Iraq
Gum Arabic
Estratti Vegetali
Arabi
Gli antifibrinolitici sono farmaci che impediscono o riducono la dissoluzione della fibrina, una proteina che forma coaguli di sangue. Questi farmaci agiscono inibendo l'attività dell'enzima plasmina, che è responsabile della rottura dei coaguli di sangue.
Gli antifibrinolitici sono spesso utilizzati per trattare o prevenire il sanguinamento eccessivo nelle situazioni in cui c'è un aumentato rischio di emorragia, come dopo interventi chirurgici maggiori o in pazienti con disturbi della coagulazione del sangue.
Esempi comuni di antifibrinolitici includono l'acido tranexamico e l'amiloride. Questi farmaci possono essere somministrati per via orale, endovenosa o topica, a seconda delle esigenze del paziente.
Tuttavia, gli antifibrinolitici possono anche aumentare il rischio di trombosi (coaguli di sangue) e quindi devono essere utilizzati con cautela e sotto la supervisione di un medico qualificato.
L'acido aminocaproico è un farmaco antifibrinolitico che viene utilizzato per prevenire o controllare il sanguinamento eccessivo. Agisce inibendo l'attività della plasmina, un enzima che dissolve i coaguli di sangue.
Viene spesso utilizzato durante o dopo interventi chirurgici, come quelli alla bocca, al naso e alla gola, o in caso di traumi gravi, emorragie postpartum o durante l'emodialisi.
L'acido aminocaproico può essere somministrato per via endovenosa (negli adulti) o per via orale (nei bambini). Gli effetti collaterali possono includere nausea, vomito, diarrea, mal di testa, vertigini e reazioni allergiche.
Come con qualsiasi farmaco, l'acido aminocaproico dovrebbe essere utilizzato solo sotto la supervisione di un medico qualificato, che terrà conto dei possibili rischi e benefici per il paziente.
L'acido tranexamico è un farmaco antifibrinolitico che viene utilizzato per ridurre o prevenire il sanguinamento eccessivo. Agisce inibendo l'attività dell'enzima plasmina, che scinde le fibrine, proteine responsabili della formazione di coaguli di sangue.
L'acido tranexamico è comunemente usato dopo interventi chirurgici, traumi o in pazienti con disturbi emorragici come l'emofilia. Può anche essere utilizzato per trattare il sanguinamento delle mestruazioni pesanti nelle donne.
Gli effetti collaterali dell'acido tranexamico possono includere nausea, vomito, diarrea, mal di testa e vertigini. In rari casi, può causare reazioni allergiche, convulsioni o coaguli di sangue pericolosi per la vita. Prima di utilizzare l'acido tranexamico, è importante informare il medico di qualsiasi condizione medica preesistente, allergie e farmaci attualmente in uso.
Gli aminocaproati sono una classe di farmaci che agiscono come agenti antifibrinolitici, il che significa che aiutano a prevenire la lisi (o la rottura) della fibrina, una proteina coinvolta nella coagulazione del sangue. Questi farmaci sono spesso utilizzati per controllare il sanguinamento eccessivo durante o dopo interventi chirurgici, traumi o altre condizioni mediche che possono causare emorragie.
Esempi di aminocaproati includono l'acido epsilon-aminocaprico (EACA) e l'amilodipina cloridrato. Questi farmaci funzionano bloccando l'azione dell'enzima plasmina, che è responsabile della rottura dei coaguli di sangue. Inibendo l'attività della plasmina, gli aminocaproati possono aiutare a mantenere l'integrità dei coaguli di sangue e ridurre il sanguinamento.
Gli aminocaproati sono disponibili in forma di compresse o soluzioni iniettabili e vengono generalmente somministrati sotto la supervisione di un medico. Poiché possono aumentare il rischio di coaguli di sangue, è importante utilizzarli solo come indicato da un operatore sanitario e seguire attentamente le istruzioni per l'uso.
Come con qualsiasi farmaco, gli aminocaproati possono causare effetti collaterali indesiderati. Alcuni degli effetti avversi più comuni includono nausea, vomito, diarrea e mal di testa. In rari casi, possono verificarsi effetti collaterali più gravi, come convulsioni, ittero o insufficienza renale. Se si verificano questi o altri sintomi insoliti durante l'assunzione di aminocaproati, è importante consultare immediatamente un medico.
L'aprotinina è un medicinale utilizzato come agente emostatico, in grado di inibire una varietà di enzimi proteolitici, compresi diversi tipi di chimotripsine e plasminogeno attivatori. Viene comunemente impiegata nella pratica clinica per controllare il sanguinamento associato a interventi chirurgici, come ad esempio quelli cardiovascolari ed emodialisi.
L'aprotinina è una polipeptide a catena singola, costituita da 58 aminoacidi, isolata dal polmone bovino e successivamente purificata. Il suo meccanismo d'azione si basa sulla formazione di un legame covalente con i siti attivi degli enzimi proteolitici, inibendone l'attività e prevenendo così la degradazione delle proteine della matrice extracellulare.
Nonostante il suo utilizzo comune, l'aprotinina è stata associata ad alcuni effetti avversi gravi, come insufficienza renale acuta, coagulopatia e anafilassi. Pertanto, la sua somministrazione deve essere attentamente monitorata e limitata ai casi in cui i potenziali benefici superino i rischi associati.
La perdita di sangue chirurgica si riferisce alla perdita di sangue che si verifica durante o dopo un intervento chirurgico. Durante l'intervento, la perdita di sangue può essere causata da lesioni accidentali dei vasi sanguigni o da procedure chirurgiche specifiche che richiedono la sezione di vasi sanguigni. Dopo l'intervento, la perdita di sangue può verificarsi a causa di sanguinamenti post-operatori, che possono essere causati da una cattiva coagulazione del sangue, lesioni dei vasi sanguigni o da infezioni.
La quantità di perdita di sangue chirurgica può variare notevolmente, a seconda della natura dell'intervento chirurgico e delle condizioni del paziente. Una lieve perdita di sangue è considerata normale durante molti interventi chirurgici, ma una perdita di sangue più grave può richiedere misure di controllo immediate, come la trasfusione di sangue o ulteriori interventi chirurgici per riparare i vasi sanguigni danneggiati.
La perdita di sangue chirurgica può portare a una serie di complicanze, tra cui anemia, shock ipovolemico, coagulopatia e insufficienza d'organo. Pertanto, è importante che i professionisti sanitari monitorino attentamente la perdita di sangue durante e dopo l'intervento chirurgico e prendano misure appropriate per prevenire o gestire qualsiasi complicanza associata alla perdita di sangue chirurgica.
La trasfusione di sangue è un procedimento medico in cui il sangue o uno dei suoi componenti viene voluntariamente trasferito da un donatore ad un ricevente. Questo processo è generalmente eseguito per trattare o prevenire condizioni che risultano da una carenza di elementi del sangue, come globuli rossi, piastrine o plasma.
Le indicazioni per la trasfusione di sangue possono includere anemia grave, emorragie acute, disturbi coagulativi, carenze congenite o acquisite di componenti del sangue e alcune forme di cancro. Prima della procedura, il gruppo sanguigno del donatore e quello del ricevente devono essere accuratamente tipizzati e cross-matchati per prevenire reazioni trasfusionali avverse, che possono variare da lievi a gravi e potenzialmente fatali.
Le complicanze della trasfusione di sangue possono includere reazioni allergiche, sovraccarico di fluidi, infezioni trasmesse dal sangue e immunizzazione contro fattori del sangue, come il sistema Rh. Pertanto, la trasfusione di sangue dovrebbe essere eseguita solo quando i benefici superano i potenziali rischi e dovrebbe essere gestita da personale medico adeguatamente formato.
La carbossipeptidasi U, nota anche come carbopeptidase U o CPU, è un enzima proteolitico presente nel plasma sanguigno umano. Viene prodotto dal fegato e rilasciato nelle urine.
La carbossipeptidasi U svolge un ruolo importante nella regolazione della coagulazione del sangue, poiché è in grado di degradare il fattore XIIa, una sostanza attivatrice del sistema di coagulazione. Inoltre, può anche degradare alcuni peptidi oppioidi e neuropeptidi, influenzando così la funzione nervosa e dolorifica.
L'attività enzimatica della carbossipeptidasi U è strettamente regolata da specifici inibitori presenti nel plasma sanguigno, come l'alfa-2-macroglobulina e la C1-inibitore. Un'alterazione di questi meccanismi regolatori può portare a disfunzioni nella coagulazione del sangue e in altre funzioni fisiologiche.
La misurazione dell'attività della carbossipeptidasi U nel siero o nelle urine può essere utile per la diagnosi di alcune condizioni patologiche, come il deficit congenito di carbossipeptidasi U e la disfunzione epatica.
La fibrinolisi è un processo fisiologico mediante il quale il corpo dissolve i coaguli di sangue. È il meccanismo opposto alla coagulazione del sangue. La fibrinolisi è mediata da enzimi, principalmente plasminogeno attivatore tissutale (tPA) e plasminogeno attivatore urochiale (uPA), che convertono il plasminogeno in plasmina. La plasmina then degrada la fibrina, una proteina essenziale nella formazione di coaguli di sangue, in prodotti più piccoli e solubili. Questo processo aiuta a mantenere il flusso sanguigno normale e prevenire l'eccessiva coagulazione del sangue che può portare a condizioni come trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP). La fibrinolisi è anche sfruttata terapeuticamente, ad esempio con farmaci come l'attivatore del plasminogeno alveolare (alteplase), per sciogliere coaguli di sangue dannosi in condizioni come infarto miocardico acuto (AMI) e ictus.
L'emorragia postoperatoria è un'emorragia che si verifica dopo un intervento chirurgico. Può verificarsi immediatamente dopo l'intervento o anche diversi giorni o settimane più tardi. Il sanguinamento può essere visibile, come nel caso di sangue nelle urine, vomito con sangue o scariche rettali con sangue, oppure può accumularsi all'interno del corpo, come quando si forma un ematoma.
L'emorragia postoperatoria può avere varie cause, tra cui una cattiva coagulazione del sangue, lesioni ai vasi sanguigni durante l'intervento chirurgico, la rottura di punti di sutura o l'uso di farmaci che fluidificano il sangue. I sintomi possono includere debolezza, vertigini, tachicardia, pressione bassa e shock.
Il trattamento dipende dalla causa dell'emorragia e può includere la trasfusione di sangue, la riparazione dei vasi sanguigni danneggiati o ulteriori interventi chirurgici per controllare il sanguinamento. È importante rivolgersi immediatamente a un medico se si sospetta un'emorragia postoperatoria, poiché può portare a complicanze gravi e persino fatali se non trattata in modo tempestivo.
La carbossipeptidasi B è un enzima proteolitico che si trova nel pancreas e svolge un ruolo importante nella digestione delle proteine. Più specificamente, questo enzima catalizza la rimozione del gruppo amminoacidico terminale aromatico (fenilalanina o tirosina) dalle catene peptidiche.
La carbossipeptidasi B è una glicoproteina di circa 307 aminoacidi e appartiene alla classe delle serin proteasi, che utilizzano un residuo di serina nella loro attività enzimatica. È prodotta dal pancreas come zymogen inattivo noto come procarbossipeptidasi B, che viene poi attivato nel duodeno da tripsina.
La carbossipeptidasi B è importante per la digestione delle proteine alimentari e svolge anche un ruolo nella regolazione di alcuni processi fisiologici, come l'attivazione o l'inibizione di altre proteine e peptidi. Un deficit di questo enzima può portare a disturbi digestivi e malassorbimento delle proteine.
In medicina, il termine "emostatici" si riferisce a sostanze o farmaci che promuovono la capacità del sangue di coagulare e quindi aiutano a fermare l'emorragia (sanguinamento). Questi agenti possono agire in diversi modi, come accelerando la formazione dei coaguli di sangue, stabilizzandoli o sostituendo fattori della coagulazione mancanti. Gli emostatici sono utilizzati per trattare le emorragie acute, prevenire il sanguinamento nelle persone con disturbi della coagulazione e supportare gli interventi chirurgici che presentano un rischio elevato di sanguinamento. Esempi di emostatici includono concentrati di piastrine, fattori della coagulazione, vitamina K, acido tranexamico e vari farmaci a base di sostanze naturali come l'estratto di camomilla e l'argilla medicinale.
La trombomodulina è una proteina fondamentale nel sistema emostatico umano, espressa principalmente sulla superficie endoteliale dei vasi sanguigni. Ha un ruolo cruciale nella regolazione della coagulazione del sangue e nell'attivazione della fibrinolisi, il processo che aiuta a sciogliere i coaguli di sangue quando non sono più necessari.
La trombomodulina contribuisce alla modulazione della coagulazione attraverso un meccanismo di feedback negativo: si lega alla trombina (una proteina attiva nella coagulazione) e ne accelera il cambiamento in forma decarbossilata, che ha una minore capacità procoagulante. Questo processo riduce l'attivazione della via della trombina e previene un eccessivo accumulo di coaguli.
Inoltre, la trombomodulina attiva il proteina C, un inibitore della coagulazione, che contribuisce a bilanciare l'attivazione della coagulazione e prevenire la formazione di trombi dannosi. La proteina S, un altro inibitore della coagulazione, funge da cofattore nella conversione del proteina C attivato in una forma attiva che inibisce i fattori della coagulazione V e VIIIa.
Una carenza congenita o acquisita di trombomodulina può portare a un'alterata regolazione della coagulazione, aumentando il rischio di trombosi (coaguli di sangue). Al contrario, l'aumento dei livelli di trombomodulina è stato associato a un rischio ridotto di trombosi.
La coagulazione del sangue, nota anche come emostasi, è un processo fisiologico complesso che porta alla conversione del liquido sangue in un gel solido o coagulo. Questo meccanismo è essenziale per arrestare il sanguinamento (emorragia) dopo lesioni dei vasi sanguigni e avviene attraverso una cascata di reazioni a catena che comprendono la formazione di un complesso enzima-substrato, noto come trombina, che converte il fibrinogeno solubile in fibrina insolubile. La fibrina forma una rete tridimensionale che intrappola le piastrine e i globuli rossi, stabilizzando così il coagulo.
La coagulazione del sangue è regolata da un equilibrio tra processi procoagulanti e anticoagulanti per prevenire la formazione di coaguli indesiderati all'interno dei vasi sanguigni. Diverse condizioni patologiche, come la carenza congenita o acquisita di fattori della coagulazione, l'uso di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici e le malattie sistemiche possono alterare questo equilibrio, portando a disturbi emorragici o trombotici.
Alpha-2-Antiplasmin (α2AP) è una proteina plasmatico-fibrinolitica del gruppo delle serpin (Serine Protease Inhibitors). Si trova nel plasma sanguigno e ha un ruolo importante nella regolazione della fibrinolisi, che è il processo di dissoluzione dei coaguli di sangue.
L'α2AP inibisce l'attività della plasmina, un enzima proteolitico che degrada la fibrina, una proteina essenziale nella formazione del coagulo di sangue. Quando il coagulo sanguigno si forma, l'α2AP si lega alla plasmina e ne impedisce l'attività, prevenendo così la dissoluzione prematura del coagulo.
Un deficit di α2AP può portare a un disturbo chiamato "disordine fibrinolitico congenito", che è caratterizzato da sanguinamento anomalo e prolungato a causa della dissoluzione prematura dei coaguli. Al contrario, livelli elevati di α2AP possono portare a un'eccessiva formazione di coaguli di sangue e aumentare il rischio di trombosi.
L'emostasi chirurgica si riferisce al processo di intervento chirurgico finalizzato a controllare e arrestare un'emorragia acuta o un'emorragia post-operatoria. Ciò può essere ottenuto attraverso una varietà di tecniche, tra cui la ligatura dei vasi sanguigni, l'uso di clip emostatiche, l'elettrocauterizzazione, l'argon plasma coagulation (APC), l'utilizzo di sostanze emostatiche topiche o la realizzazione di sutura dei tessuti. L'obiettivo dell'emostasi chirurgica è quello di minimizzare la perdita di sangue, prevenire lo sviluppo di ematomi e contribuire a un decorso post-operatorio più rapido ed efficiente. È una competenza fondamentale per i chirurghi in diverse specialità, tra cui chirurgia generale, neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia vascolare e altri.
La carbossipeptidasi è un enzima che catalizza la rimozione di specifici residui amminoacidici dalla catena peptidica delle proteine. Più precisamente, questo enzima idrolizza il legame peptidico tra il gruppo carbossilico dell'ultimo residuo di un amminoacido e il gruppo amminico del secondo amminoacido dalla C-terminale della catena polipeptidica. La carbossipeptidasi richiede come cofattore lo ione zinco (Zn2+) per svolgere la sua attività enzimatica.
Esistono due tipi principali di carbossipeptidasi: A e B, che differiscono nella loro specificità substratica. La carbossipeptidasi A preferenzialmente idrolizza residui amminoacidici idrofobici, come fenilalanina, tirosina, triptofano e leucina, mentre la carbossipeptidasi B è più attiva verso residui basici, come arginina e lisina.
Questi enzimi svolgono un ruolo importante nella regolazione di diversi processi fisiologici, tra cui la digestione proteica, la coagulazione del sangue, la maturazione di alcuni ormoni peptidici e la rimozione di residui amminoacidici danneggiati dalle proteine.
In medicina, le alterazioni della funzione delle carbossipeptidasi possono essere associate a diverse patologie, come ad esempio la deficienza congenita di carbossipeptidasi A, che può causare disturbi metabolici ereditari e neurologici.
L'emostasi è un processo fisiologico complesso che include una serie di meccanismi di regolazione per prevenire la perdita eccessiva di sangue a seguito di lesioni dei vasi sanguigni. Si compone di due principali sistemi: l'emostasi primaria o cellulare e l'emostasi secondaria o coagulativa.
L'emostasi primaria implica la vasocostrizione (restringimento) dei vasi sanguigni danneggiati, la formazione di un aggregato piastrinico (tappo piastrinico) e la secrezione di sostanze chimiche che attivano il sistema di coagulazione del sangue.
L'emostasi secondaria comporta una serie di reazioni a catena che portano alla conversione della protrombina in trombina e quindi alla formazione di un coagulo di fibrina intorno all'aggregato piastrinico, il quale stabilizza il tappo emostatico. Successivamente, i meccanismi di riassorbimento del coagulo e di riparazione dei tessuti vengono attivati per ripristinare la normale funzionalità del vaso sanguigno.
L'emostasi è un equilibrio delicato tra la promozione della coagulazione e l'inibizione della formazione di coaguli indesiderati, nota come trombosi. Vari fattori, come le condizioni mediche, i farmaci e le anomalie genetiche, possono influenzare questo equilibrio e portare a disturbi emorragici o trombotici.
Il bypass cardiopolmonare (CPB) è una tecnica di circolazione extracorporea utilizzata durante i procedimenti chirurgici al cuore per fornire ossigeno al corpo mentre il cuore viene operato. Viene anche indicato come "pompa cardiopolmonare".
Durante un intervento di bypass cardiopolmonare, il sangue viene pompato dal corpo e attraverso una macchina cuore-polmone che aggiunge ossigeno al sangue e rimuove l'anidride carbonica. Il sangue ossigenato viene quindi reinfuso nel corpo, bypassando il cuore e i polmoni.
Il CPB consente ai chirurghi di interrompere temporaneamente la circolazione del paziente e fermare il cuore per operare in condizioni tranquille e senza ostacoli. Una volta completata l'operazione, il bypass cardiopolmonare viene interrotto e il cuore riprende a funzionare da solo.
L'uso del CPB può comportare alcuni rischi, come la formazione di coaguli di sangue, danni ai globuli rossi, alterazioni della temperatura corporea e infiammazione sistemica. Tuttavia, è spesso una tecnica essenziale per eseguire interventi chirurgici al cuore complessi e salvavita.
Gli inibitori della proteasi serinica sono un gruppo di farmaci che vengono utilizzati per trattare varie condizioni mediche, tra cui l' HIV (il virus dell'immunodeficienza umana) e alcune malattie respiratorie croniche. Questi farmaci agiscono bloccando l'azione di specifiche proteasi seriniche, enzimi che svolgono un ruolo chiave nella replicazione dei virus o nella produzione di mediatori dell'infiammazione.
Nel caso specifico dell'HIV, le proteasi seriniche sono necessarie per la maturazione e la successiva infezione delle cellule da parte del virus. Gli inibitori della proteasi serinica impediscono a questi enzimi di svolgere la loro funzione, bloccando così il ciclo di replicazione del virus e rallentandone la diffusione nell'organismo.
Gli inibitori della proteasi serinica sono spesso utilizzati in combinazione con altri farmaci antiretrovirali per formare un regime di trattamento altamente efficace contro l'HIV, noto come terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART).
Esempi di inibitori della proteasi serinica utilizzati nel trattamento dell'HIV includono:
* Saquinavir (Invirase)
* Ritonavir (Norvir)
* Indinavir (Crixivan)
* Nelfinavir (Viracept)
* Atazanavir (Reyataz)
* Darunavir (Prezista)
* Fosamprenavir (Lexiva)
Gli inibitori della proteasi serinica possono anche essere utilizzati nel trattamento di alcune malattie respiratorie croniche, come l'asma e la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), per ridurre l'infiammazione delle vie aeree e migliorare la funzione polmonare. Esempi di inibitori della proteasi serinica utilizzati nel trattamento delle malattie respiratorie croniche includono:
* Aprotinina (Trasylol)
* Alteplase (Activase)
* Anistreplase (Eminase)
* Duteplase (Actilyse)
* Saruplase (Sarupharma)
Gli inibitori della proteasi serinica possono causare effetti collaterali, come diarrea, nausea, vomito, mal di testa, eruzioni cutanee e cambiamenti nei livelli di grasso corporeo. Possono anche interagire con altri farmaci e influenzare la funzionalità del fegato e dei reni. Pertanto, è importante consultare il proprio medico prima di utilizzare questi farmaci e seguire attentamente le istruzioni per l'uso.
"Encyclopedias as Topic" non è una definizione medica. È in realtà una categoria o un argomento utilizzato nella classificazione dei termini medici all'interno della Medical Subject Headings (MeSH), una biblioteca di controllo dell'vocabolario controllato utilizzata per l'indicizzazione dei documenti biomedici.
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'Islamismo' non è un termine medico. Si riferisce a una varietà di politiche e ideologie ispirate all'islam come sistema religioso, culturalmente ed economicamente completo. L'islamismo promuove l'applicazione della legge islamica (sharia) in tutti gli aspetti della vita sociale, politica ed economica. Alcune forme di islamismo possono essere associate a movimenti o gruppi estremisti che promuovono la violenza come mezzo per raggiungere i loro obiettivi. Tuttavia, è importante notare che l'islamismo non è sinonimo di terrorismo o di qualsiasi forma specifica di estremismo religioso.
Scusa, potresti aver fatto un errore di ortografia o forse intendevi chiedere una definizione medica per una particolare condizione medica o termine medico correlato all'Iraq. L'Iraq è infatti un paese situato nel Medio Oriente, nella regione nota come Mesopotamia.
Tuttavia, se stai cercando informazioni su eventuali malattie o problemi di salute che sono prevalenti o particolari in Iraq, potrei fornirti alcune informazioni generali. Ad esempio, l'Iraq ha affrontato diverse sfide sanitarie, tra cui malattie infettive come la tubercolosi e il colera, nonché problemi di salute legati alla guerra e alla violenza, come traumi fisici e mentali, malnutrizione e malattie croniche. Inoltre, l'Iraq ha anche affrontato sfide nella fornitura di cure sanitarie accessibili e di alta qualità a causa di conflitti armati, instabilità politica ed economica.
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La gomma arabica è un polisaccaride complesso, idrosolubile, derivato dall'essudato secco delle acacie, principalmente della specie Acacia senegal e Acacia seyal. Viene utilizzata in vari campi, tra cui quello farmaceutico come agente legante, addensante e disperdente nei compresse e capsule, e nell'industria alimentare come additivo alimentare (E414) per le sue proprietà emulsionanti, stabilizzanti e addensanti.
In medicina, la gomma arabica è stata storicamente utilizzata per il trattamento della diarrea a causa delle sue proprietà astringenti e antidiarroiche. Tuttavia, l'uso di questo agente come farmaco è oggi limitato e non approvato dalle autorità sanitarie in molti paesi.
La gomma arabica è generalmente considerata sicura per l'uso alimentare e farmaceutico, sebbene possano verificarsi reazioni allergiche rare ma gravi.
Gli estratti vegetali sono concentrazioni altamente potenti di composti vegetali, ottenuti attraverso processi di estrazione che utilizzano solventi come acqua, etanolo o CO2 supercritica. Questi estratti contengono una vasta gamma di principi attivi, tra cui flavonoidi, alcaloidi, fenoli, tannini e terpeni, a seconda della pianta da cui sono tratti.
Gli estratti vegetali possono essere utilizzati in vari campi, tra cui la medicina, la cosmetica e il cibo, per via delle loro proprietà farmacologiche, antimicrobiche, antiossidanti, anti-infiammatorie e altre ancora. Nel campo medico, gli estratti vegetali possono essere impiegati come principi attivi in farmaci, integratori alimentari o terapie alternative, sebbene la loro efficacia e sicurezza debbano essere adeguatamente testate e dimostrate attraverso studi clinici controllati.
È importante notare che, sebbene gli estratti vegetali possano offrire potenziali benefici per la salute, possono anche causare effetti avversi o interagire con altri farmaci. Di conseguenza, è fondamentale consultare un operatore sanitario qualificato prima di assumere estratti vegetali a scopo terapeutico.
La parola "arabi" non ha una definizione medica specifica. Tuttavia, in un contesto più ampio e socio-culturale, gli "arabi" si riferiscono a un gruppo etnico che abita principalmente nel Medio Oriente e in Nord Africa. Questa popolazione parla varie lingue semitiche, tra cui l'arabo, ed è caratterizzata da una storia, cultura e religione condivise.
Tuttavia, il termine "malattia araba" o "sindrome dell'arabo infuriato" è stato talvolta usato in modo improprio e offensivo per descrivere un disturbo mentale caratterizzato da aggressività, irrazionalità e comportamento violento. Questo termine non è riconosciuto dalla comunità medica e psichiatrica e viene considerato stigmatizzante e offensivo per la popolazione araba.
In sintesi, "arabi" non ha una definizione medica specifica, ma può riferirsi a un gruppo etnico con origini nel Medio Oriente e in Nord Africa. Il termine "malattia araba" o "sindrome dell'arabo infuriato" è considerato offensivo e non ha alcun fondamento scientifico o medico.
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Antifibrinolitici
Aderenza (chirurgia)
Acido ε-amminocaproico
Acido tranexamico
Angioedema
Acido acesamico
Aprotinina
Fattore XI
Angiodisplasia
Camostat
Antifibrinolitici - Wikipedia
Spotting con assunzione della pillola - Paginemediche
Ugurol 250 mg compresse - 250 mg compresse 20 compresse
notizia | Agenzia Italiana del Farmaco
Aprotinina | MedFocus.it
3.1 Capire la terapia | Liberate life
Fattore XI - Wikipedia
Gastrite emorragica
Farmacologia - Wikipedia
Tranex: Quanto Tempo Ci Vuole Per Fare Effetto?
Farmaci per la trombosi venosa profonda - Disturbi dell'apparato cardiovascolare - Manuali MSD Edizione Professionisti
Altri deficit congeniti dei fattori dela coagulazione - Robin Hood Roma Onlus
La Gastrectomia - Capitolo 2.11 | Enrico Ganz
Menorragia: significato, cause, sintomi, pericoli e rimedi
Cardiochirurgia e rischi associati agli antifibrinolitici - Xagena
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Angioedema - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
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Ugurol - Foglio illustrativo
Nella chirurgia coronarica è da preferire l'Acido Acetilsalicilico o l'Acido Tranexamico ? - Xagena
Bromelina, perdita di peso e altre proprietà - Dietaesport
Farmaci antifibrinolitici2
- Questo deriva da una revisione completa profilo beneficio/rischio di tutti i farmaci antifibrinolitici, per i quali è stato accertato che i risultati dello studio BART, su cui si basava la sospensione, non sono affidabili. (gov.it)
- Eventuale assunzione di farmaci antifibrinolitici. (gastrite.eu)
Tranexamico4
- Gli antifibrinolitici, come l'acido ε-aminocaproico e l'acido tranexamico sono utilizzati come inibitori della fibrinolisi. (wikipedia.org)
- L'EMA ( European Medicines Agency ) ha completato una revisione sui medicinali antifibrinolitici come Aprotinina, Acido Aminocaproico e Acido Tranexamico. (medfocus.it)
- In quanto il deficit del FXI può indurre uno stato iperfibrinolitico, per il trattamento dei pazienti affetti dal suddetto deficit possono essere utili anche gli antifibrinolitici ( acido aminocaproico , acido tranexamico ). (wikipedia.org)
- Un ulteriore presidio è l'infusione ev lenta di acido tranexamico, sostanza antifibrinolitica, alla dose di 500 mg ev die. (enricoganz.it)
Farmaco antifibrinolitico1
- Il Tranex è un farmaco antifibrinolitico usato per trattare le emorragie. (bolzano-scomparsa.it)
Possono essere1
- possono essere utilizzati anche antifibrinolitici in caso di flussi mestruali abbondanti e lunghi (menorragia) o interventi minori. (robinhoodroma.org)
Terapia antifibrinolitica2
- La maggior parte dei pazienti che si sottopongono ad intervento chirurgico per infarto miocardico con sopraslivellamento ST ricevono terapia antifibrinolitica per limitare la perdita di sangue. (xagena.it)
- La terapia antifibrinolitica ( Acido Aminocaproico o Acido Tranexamico ) e/o il fattore VIIa ricombinante possono aumentare l'emostasi. (xagena.it)
Perdita di sangue1
- Al contrario, i farmaci antifibrinolitici possono ridurre la perdita di sangue in questa condizione, ma altresì possano aumentare le complicanze trombotiche. (xagena.it)
Farmaci2
- foglio-illustrativo.it Fogli illustrativi dei farmaci chiari e comprensibili. (foglio-illustrativo.it)
- Ugurol contiene l'acido tranexamico, che appartiene a un gruppo di farmaci chiamati antiemorragici, antifibrinolitici, aminoacidi. (foglio-illustrativo.it)
Trattamento1
- È stato stimato il rischio relativo di morte, infarto miocardico, ictus e insufficienza renale o disfunzione tra antifibrinolitici e nessun trattamento a seguito della sospensione della Aprotinina ( Trasylol ) dal mercato nel 2008 per ragioni di sicurezza e la sua recente reintroduzione in Europa e in Canada. (xagena.it)