Un nonhormonal medicine per il trattamento dell ’ osteoporosi postmenopausale in donne sane costruisce questa droga, ripristina il della perdita ossea a seguito dell ’ osteoporosi.
Agenti che inibiscono osso riassorbimento osseo e / o favore mineralizzazione ossea e osso REGENERATION. Sono usate per curare osso alle costole e trattare ossea metabolica DISEASES come l'osteoporosi.
Disturbi metabolici associati con fratture del collo femorale, vertebre e distale dell'avambraccio. E si verifica comunemente nelle donne entro 15-20 anni dopo la menopausa, e riconducibile a fattori associate alla menopausa incluso carenza di estrogeni.
Un diphosphonate che influisce sul metabolismo del calcio, inibisce ectopia calcificazione e rallenta il riassorbimento osseo e il turnover osseo.
I composti organici che contengono P-C-P obbligazioni, dove P sta per fosfonati o phosphonic acidi. Questi composti agiscono sul metabolismo del calcio. Inibiscono ectopia calcificazione e rallenta il riassorbimento osseo e il turnover osseo. Tecnezio complessi di diphosphonates sono stati usati come agenti scansione ossea.
La quantità di minerali per centimetro quadrato di osso, questa e 'la definizione utilizzata nella prassi clinica, una densita' ossea sarebbe espresso in grammi per millilitro. E 'molto frequente, misurata con raggi x, X RAY absorptiometry o tomografia computerizzata. Densita' ossea è un importante indicatore per l'osteoporosi.
Riduzione della massa ossea senza alterazione nella composizione dell 'osso, determinando fratture. Osteoporosi primaria di due tipi principali: L ’ osteoporosi postmenopausale (, l'osteoporosi in post-menopausa) e degenerazione o rimbambita osteoporosi.
Il costante ricambio di osso MATRIX e minerali che coinvolge prima un aumento dell ’ osso (riassorbimento dell ’ attività osteoclastica) e dopo, reattive (formazione ossea attività osteoblastica). Il processo di rimodellamento osseo ha luogo nel adulto scheletro a discreta focolai. Il processo assicura l'integrita 'dello scheletro tutta la vita e gioca un ruolo importante nel omeostasi del calcio. Uno squilibrio nel regolamento di rimodellamento osseo sono due eventi contrastanti riassorbimento osseo e della formazione ossea, i risultati in molte delle malattie metaboliche delle ossa, come l'osteoporosi.
Spezza le ossa.
Un polipeptide è costituita dal 1-34 not frammento di ripensarci paratiroideo umano, la regione N-Terminal biologicamente attiva. L'acetato forma viene somministrato per infusione endovenosa nella diagnosi differenziale dei ipoparatiroidismo e PSEUDOHYPOPARATHYROIDISM. (Reynolds Jef (Ed): Martindale: La Farmacopea Extra (versione elettronica). Micromedex, Inc, Englewood, guardia, 1995)
Fratture del femore.
A perdita dell ’ attività osteoclastica.
La più lunga e osso più lungo dello scheletro, si trova tra il hip ed il ginocchio.
Osso rotto nella colonna vertebrale.
- connettivo specifica che è il principale componente dello scheletro. Il principale componente cellulari dell ’ osso è composta di osteoblasti; osteociti; e osteoclasti, mentre FIBRILLAR Fibrillari e creano cristalli MATRIX idrossiapatite l'osso.
Una seconda generazione modulatore selettivo del recettore per gli estrogeni (SERM) utilizzato per prevenire l ’ osteoporosi in donne in postmenopausa estrogeno agonisti. Ha effetti su ossa e metabolismo del colesterolo ma si comporta come un completo estrogeni antagonista sulla ghiandola mammaria e tessuto uterino.
Idrossi analoghi di vitamina D 3; (colecalciferolo); compresi CALCIFEDIOL; calcitriolo; e 24,25-DIHYDROXYVITAMIN D 3.
Fratture occurring as a result of malattia di un osso o da qualche introvabile causa, piuttosto che ad un trauma. (Dorland, 27 Ed)
La più comune forma di fibrillar collagene. E 'un componente delle ossa (e) le ossa e pelle e consiste di un Heterotrimer di due alpha1 (i) e una alpha2 (i) le catene.
Il secondo piu 'ossa dello scheletro. E' a lungo la zona mediale della gamba: Articolare con il FIBULA lateralmente, l'astragalo, il femore prossimale e distale.
Farmaci la cui nome del farmaco non è protetto da un marchio di fabbrica. Possono essere prodotti da diverse societa '.
Le malattie metaboliche delle ossa, come l'osteogenesi imperfetta e la malattia di Paget, sono disordini scheletrici caratterizzati da anomalie nella formazione, mineralizzazione o mantenimento del tessuto osseo.
La spinale o colonna vertebrale.
Eliminazione dei sali di elettori e minerali dall'osso e tessuto osseo. Demineralization è usato come modo di studiare resistenza dell 'osso e tessuto osseo chimica.
Vertebre nella regione toracica inferiore indietro al di sotto e sopra la VERTEBRAE VERTEBRAE sacrale.
Un enzima coinvolto nella mevalonato via, che catalizza la sintesi della farnesyl difosfato da isopentenyl difosfato e dimethylallyl difosfato.
Un diphosphonate che influisce sul metabolismo del calcio, inibisce il riassorbimento osseo e calcificazione dei tessuti molli.

L'alendronato è un farmaco appartenente alla classe degli bisfosfonati, utilizzato principalmente nel trattamento e nella prevenzione dell'osteoporosi post-menopausale e dell'osteoporosi indotta da glucocorticoidi.

Il suo meccanismo d'azione si basa sulla sua capacità di inibire la resorzione ossea, aumentando così la densità minerale ossea e riducendo il rischio di fratture. Viene assunto per via orale, generalmente una volta alla settimana, o per via endovenosa, a seconda della prescrizione medica.

Tra gli effetti collaterali più comuni dell'alendronato ci sono disturbi gastrointestinali come dolore addominale, dispepsia e diarrea. In rari casi può causare esofagite o ulcere esofagee, pertanto è importante seguire scrupolosamente le istruzioni d'uso per minimizzare questo rischio.

È inoltre importante sottolineare che l'alendronato richiede un ambiente acido nello stomaco per essere assorbito correttamente, quindi deve essere assunto a stomaco vuoto con un bicchiere d'acqua pura e non mangiare nulla per almeno 30-60 minuti dopo l'assunzione.

Come con qualsiasi farmaco, l'alendronato deve essere utilizzato solo sotto la supervisione di un medico qualificato che possa valutare i benefici e i rischi associati al suo utilizzo in base alle condizioni di salute individuali del paziente.

'Non Translated' non è una definizione medica riconosciuta, poiché si riferisce più probabilmente a un contesto di traduzione o linguistico piuttosto che a uno strettamente medico. Tuttavia, in un contesto medico, "non tradotto" potrebbe essere usato per descrivere una situazione in cui i risultati di un test di laboratorio o di imaging non sono chiari o presentano anomalie che devono ancora essere interpretate o "tradotte" in termini di diagnosi o significato clinico. In altre parole, il medico potrebbe dire che i risultati del test non sono stati "tradotti" in una conclusione definitiva o in un piano di trattamento specifico.

L'osteoporosi postmenopausale è una forma di osteoporosi, un disturbo scheletrico caratterizzato da bassa massa ossea e microarchitettura alterata che portano a una maggiore fragilità ossea e aumento del rischio di fratture. Nell'osteoporosi postmenopausale, la perdita ossea si verifica principalmente come conseguenza della carenza di estrogeni associata alla menopausa.

Durante la vita riproduttiva, le donne mantengono una certa quantità di massa ossea grazie agli effetti protettivi degli estrogeni sul tessuto osseo. Dopo la menopausa, i livelli di estrogeni diminuiscono drasticamente, accelerando il processo di riassorbimento osseo e rallentando la formazione di nuovo tessuto osseo. Questo squilibrio porta a una perdita ossea più rapida e, in alcuni casi, alla comparsa di osteoporosi postmenopausale.

L'osteoporosi postmenopausale è più comune nelle donne di età superiore ai 50 anni e può causare una riduzione della statura, dolore osseo e un aumentato rischio di fratture, in particolare alle vertebre, al polso e all'anca. Altri fattori di rischio per l'osteoporosi postmenopausale includono età avanzata, storia familiare di osteoporosi, basso peso corporeo, tabagismo, consumo eccessivo di alcol, mancanza di attività fisica e carenze nutrizionali, come una dieta povera di calcio e vitamina D.

La diagnosi di osteoporosi postmenopausale si basa spesso su densitometria ossea, un test che misura la densità minerale ossea (BMD) in siti specifici dello scheletro, come il collo del femore e la colonna lombare. I valori di BMD vengono quindi confrontati con i riferimenti normali per l'età e il sesso, fornendo un punteggio T che indica lo stato osseo rispetto alla popolazione normale. Un punteggio T inferiore a -2,5 indica osteoporosi, mentre un punteggio compreso tra -1 e -2,5 indica osteopenia, uno stato di minor densità minerale ossea che può precedere l'osteoporosi.

Il trattamento dell'osteoporosi postmenopausale mira a rallentare la perdita ossea, prevenire le fratture e alleviare il dolore associato alla malattia. Le opzioni di trattamento includono farmaci antirispetivi, come bisfosfonati, denosumab, ranelato di stronzio e teriparatide, che aiutano a rallentare la perdita ossea o persino ad aumentare la densità minerale ossea. Inoltre, stili di vita sani, come l'esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata ricca di calcio e vitamina D, evitando il fumo e limitando l'assunzione di alcol possono contribuire a mantenere la salute delle ossa.

L'acido etidronico è un farmaco appartenente alla classe degli bisfosfonati, utilizzato principalmente nel trattamento dell'osteoporosi e di altre condizioni scheletriche caratterizzate da un aumento del riassorbimento osseo.

Agisce inibendo l'attività degli osteoclasti, le cellule responsabili del riassorbimento osseo, con conseguente rallentamento della perdita di densità minerale ossea e riduzione del rischio di fratture.

L'acido etidronico è disponibile in forma di compresse orali e viene assunto per via orale una o due volte al giorno, a seconda della formulazione utilizzata. Gli effetti collaterali più comuni includono disturbi gastrointestinali come nausea, dolore addominale e diarrea, mentre effetti avversi meno comuni possono includere reazioni allergiche, anemia, alterazioni del ritmo cardiaco e problemi ai reni.

Prima di iniziare il trattamento con acido etidronico, è importante informare il medico di qualsiasi condizione medica preesistente o di eventuali farmaci assunti, poiché questo farmaco può interagire con altri medicinali e influenzare la funzionalità di alcuni organi. Inoltre, è importante seguire attentamente le istruzioni del medico per quanto riguarda la posologia e la durata del trattamento, poiché l'uso prolungato o inappropriato di acido etidronico può aumentare il rischio di effetti avversi.

I difosfonati sono un gruppo di farmaci comunemente usati nel trattamento dell'osteoporosi e di altre condizioni scheletriche caratterizzate da un aumentato turnover osseo. Essi agiscono inibendo il riassorbimento osseo, aumentando la densità minerale ossea e riducendo il rischio di fratture.

I difosfonati sono analoghi del pirofosfato inorganico, un regolatore endogeno del metabolismo osseo. Essi si legano alla superficie delle cellule responsabili del riassorbimento osseo, i osteoclasti, e ne inibiscono l'attività. Questo porta ad una riduzione della perdita di tessuto osseo e ad un aumento della densità minerale ossea.

Gli effetti collaterali dei difosfonati possono includere disturbi gastrointestinali, come nausea, dolore addominale e diarrea, e reazioni allergiche. In rari casi, possono causare osteonecrosi della mandibola, una condizione in cui il tessuto osseo della mascella si danneggia e muore.

I difosfonati più comunemente usati includono l'alendronato, il risedronato, l'etidronato e il clodronato. Questi farmaci sono disponibili in forma di compresse o liquidi per somministrazione orale, oppure possono essere somministrati per via endovenosa.

In sintesi, i difosfonati sono un gruppo di farmaci utilizzati nel trattamento dell'osteoporosi e di altre condizioni scheletriche caratterizzate da un aumentato turnover osseo. Essi agiscono inibendo il riassorbimento osseo, aumentando la densità minerale ossea e riducendo il rischio di fratture. Gli effetti collaterali possono includere disturbi gastrointestinali e reazioni allergiche, mentre in rari casi possono causare osteonecrosi della mandibola.

La densità ossea si riferisce alla quantità di tessuto minerale scheletrico presente negli spazi occupati dal tessuto osseo. Più specificamente, è la massa ossea per un dato volume di osso ed è espressa in unità di grammi per centimetro cubo (g/cm3). È un importante fattore nella determinazione della forza e della resistenza dell'osso alla frattura. Una densità ossea più elevata indica generalmente un osso più forte, mentre una densità ossea più bassa indica un osso più fragile e soggetto a fratture, come quelli comunemente visti in condizioni come l'osteoporosi. La densità ossea può essere valutata utilizzando tecniche di imaging come la DEXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) o la CT scan densitometrica quantitativa (QCT).

L'osteoporosi è una condizione caratterizzata da una ridotta densità minerale ossea (BMD), compromettendo la microarchitettura dell'osso e portando ad un aumento della fragilità ossea e al rischio di fratture, in particolare a livello vertebrale, del collo del femore e della caviglia. Questa malattia si sviluppa progressivamente nel tempo, spesso asintomatica e viene diagnosticata solitamente dopo la comparsa di una frattura ossea.

La causa dell'osteoporosi è multifattoriale, con fattori di rischio che includono età avanzata, sesso femminile, menopausa precoce, familiarità, basso peso corporeo, storia di fratture, uso di glucocorticoidi, tabagismo e consumo eccessivo di alcol.

La diagnosi di osteoporosi si basa sulla misurazione della densità minerale ossea tramite la DXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia) e viene definita come un valore di T-score inferiore a -2,5 a livello della colonna lombare o del collo del femore.

La prevenzione e il trattamento dell'osteoporosi si basano sulla promozione di stili di vita sani, tra cui una dieta equilibrata ricca di calcio e vitamina D, esercizio fisico regolare, evitando il fumo e limitando l'assunzione di alcol. Nei casi più gravi, possono essere prescritti farmaci specifici per rallentare la perdita ossea o persino promuoverne la ricostruzione.

La ricostruzione ossea è un intervento chirurgico ortopedico o maxillofacciale che ha lo scopo di ripristinare la forma e la funzionalità di un osso danneggiato o perso a causa di traumi, tumori, infezioni o malattie degenerative. Questa procedura può essere eseguita utilizzando una varietà di tecniche, tra cui il trapianto di osso da un'altra parte del corpo del paziente (autograft) o da un donatore cadavere (allograft), o l'impianto di materiali sintetici come protesi in titanio o ceramica.

L'obiettivo della ricostruzione ossea è quello di ripristinare la stabilità strutturale, la funzionalità e l'aspetto estetico dell'osso interessato. Questa procedura può essere necessaria per supportare impianti protesici, riallineare articolazioni danneggiate, colmare difetti ossei causati da lesioni o malattie, o per ripristinare la forma e la funzione del cranio o della faccia dopo una lesione traumatica o un intervento chirurgico oncologico.

La ricostruzione ossea richiede una pianificazione accurata e una tecnica chirurgica sofisticata, ed è spesso eseguita da chirurghi specializzati in ortopedia o chirurgia maxillofacciale. Il processo di guarigione può essere lungo e richiedere la fisioterapia o la riabilitazione per aiutare il paziente a recuperare la forza e la funzionalità dell'arto o della parte del corpo interessata.

La frattura ossea è una lesione in cui vi è la rottura parziale o completa della continuità strutturale di un osso a seguito di un trauma fisico, come ad esempio un incidente, una caduta o un urto. Le fratture possono verificarsi in qualsiasi punto dell'osso e possono presentare diversi gradi di complessità, che vanno dalle linee di fessura minori (fratture da stress) alle fratture multiple, complesse o scomposte.

I sintomi più comuni associati alle fratture ossee includono dolore intenso e improvviso, gonfiore, lividi, incapacità di muovere la parte interessata, deformazione visibile dell'osso o della zona circostante e, in alcuni casi, perdita di sensibilità o funzionalità.

Il trattamento delle fratture ossee dipende dalla localizzazione, dal tipo e dalla gravità della lesione. Di solito prevede l'immobilizzazione dell'osso interessato con stecche, gesso o dispositivi ortopedici per favorire la guarigione e il riallineamento corretto delle estremità ossee rotte. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per riposizionare e fissare le estremità ossee con viti, piastre o chiodi.

La guarigione completa delle fratture ossee può richiedere diverse settimane o mesi, a seconda della gravità dell'infortunio e della salute generale del paziente. Durante questo periodo, è importante seguire attentamente le istruzioni del medico riguardo al riposo, alla fisioterapia e all'esercizio fisico per favorire il recupero completo e prevenire complicanze come rigidità articolare, indebolimento muscolare o artrosi precoce.

Teriparatide è un farmaco utilizzato nel trattamento dell'osteoporosi grave, in particolare in pazienti ad alto rischio di fratture. È una forma ricombinante della porzione attiva dell'ormone paratiroideo umano (PTH 1-34). Agisce stimolando la formazione di nuovo tessuto osseo e rallentando il riassorbimento osseo, il che porta ad un aumento della densità minerale ossea e della resistenza alla frattura.

Viene somministrato per iniezione sottocutanea una volta al giorno ed è generalmente prescritto per un trattamento di non più di 2 anni a causa del rischio teorico di osteosarcoma, un tumore osseo maligno, sebbene questo rischio non sia stato dimostrato in studi clinici.

Gli effetti collaterali comuni includono reazioni al sito di iniezione, nausea, mal di testa, vertigini e aumento della pressione sanguigna. È controindicato in pazienti con elevati livelli di calcio nel sangue, malattie delle ghiandole paratiroidi o anamnesi di osteosarcoma.

La frattura del femore si riferisce a una rottura o a una lesione nell'osso della coscia, noto come femore. Il femore è il più lungo e robusto osso nel corpo umano e può subire diversi tipi di fratture, a seconda della forza dell'impatto o dello stress a cui è sottoposto. Alcuni dei tipi comuni di fratture del femore includono:

1. Frattura della diafisi femorale: Questa è una frattura che si verifica nella porzione centrale dell'osso, nota come diafisi. Di solito si verifica a causa di un trauma ad alta energia, come un incidente d'auto o una caduta da grande altezza.
2. Fratture della testa del femore: Queste fratture interessano la parte superiore dell'osso, nota come testa femorale. Spesso si verificano a causa di cadute o lesioni dirette all'anca e sono più comuni negli anziani con osteoporosi.
3. Fratture della colonna femorale: Queste fratture interessano la porzione posteriore dell'osso, nota come colonna femorale. Spesso si verificano a causa di cadute o lesioni ad alta energia e possono essere associate a danni ai vasi sanguigni e ai nervi circostanti.
4. Fratture della diafisi femorale prossimale: Queste fratture interessano la porzione superiore dell'osso, vicino all'articolazione dell'anca. Spesso si verificano a causa di traumi ad alta energia e possono essere associate a lesioni ai muscoli e ai tendini circostanti.
5. Fratture della diafisi femorale distale: Queste fratture interessano la porzione inferiore dell'osso, vicino all'articolazione del ginocchio. Spesso si verificano a causa di traumi ad alta energia e possono essere associate a lesioni ai legamenti crociati anteriori e posteriori.

Il trattamento delle fratture femorali dipende dalla localizzazione, dall'età del paziente e dalle condizioni generali di salute. Le opzioni di trattamento possono includere il riposo a letto, l'uso di stampelle o altri dispositivi di assistenza, la fisioterapia, la chirurgia ortopedica o la terapia farmacologica per alleviare il dolore e prevenire le infezioni. In generale, le fratture femorali richiedono un trattamento tempestivo e adeguato per prevenire complicazioni a lungo termine come l'artrite, la rigidità articolare e la perdita di mobilità.

Il riassorbimento osseo è un processo fisiologico in cui le cellule specializzate, note come osteoclasti, demoliscono la matrice minerale e organica dell'osso, convertendola in molecole più semplici che possono essere riutilizzate dall'organismo. Questo processo è bilanciato dal deposito di nuova matrice ossea da parte delle cellule osteoblastiche, che formano tessuto osseo nuovo e sano.

Il riassorbimento osseo è un processo essenziale per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento della salute dell'osso. Tuttavia, quando il riassorbimento supera la formazione ossea, si verifica una condizione nota come osteoporosi, che indebolisce l'osso e lo rende più suscettibile alle fratture.

Il riassorbimento osseo può essere influenzato da diversi fattori, tra cui l'età, i livelli ormonali, la nutrizione, l'esercizio fisico e alcune condizioni mediche come l'artrite reumatoide o la malattia di Paget. La terapia farmacologica può essere utilizzata per regolare il riassorbimento osseo e prevenire o trattare le condizioni associate a un disequilibrio del processo di formazione e demolizione dell'osso.

Il femore è l'osso più lungo e robusto del corpo umano, che costituisce la parte superiore e anteriore della coscia. Si articola prossimalmente con il bacino a livello dell'articolazione coxofemorale e distalmente con la tibia a livello del ginocchio. Il femore presenta una forma tipicamente convessa a livello laterale e concava a livello mediale, ed è diviso in tre porzioni principali: testa, collo e corpo. La testa del femore si articola con l'acetabolo del bacino, mentre il collo connette la testa al corpo dell'osso. Il corpo del femore è diviso in tre porzioni: diafisi, epifisi prossimale e epifisi distale. La diafisi è la parte centrale più robusta, mentre le epifisi sono le parti finali che si articolano con altri segmenti ossei. Il femore presenta anche due condili alla sua estremità distale, che si articolano con la tibia per formare l'articolazione del ginocchio.

La frattura spinale si riferisce a una lesione ossea che si verifica quando uno o più vertebre nella colonna vertebrale si rompono parzialmente o completamente. Queste fratture possono essere causate da traumi diretti, come un incidente d'auto o una caduta, o da forze di compressione, come quelle riscontrabili in un incidente sportivo o in un atterraggio improvviso durante il salto.

Le fratture spinali possono anche verificarsi a causa di malattie ossee debilitanti, come l'osteoporosi o il cancro alle ossa. I sintomi della frattura spinale possono includere dolore acuto o cronico alla schiena, rigidità, gonfiore, deformità e difficoltà a muovere le estremità. In alcuni casi, una frattura spinale può anche causare danni ai nervi spinali, portando a debolezza o paralisi.

Il trattamento delle fratture spinali dipende dalla gravità e dalla posizione della lesione. Può includere il riposo a letto, l'uso di un corsetto o di un tutore per mantenere la colonna vertebrale nella posizione corretta durante la guarigione, la fisioterapia e, in alcuni casi, la chirurgia. La prevenzione delle fratture spinali si può ottenere attraverso l'esercizio fisico regolare per mantenere forti i muscoli della schiena, una dieta sana per promuovere la salute delle ossa e la prevenzione dei traumi alla colonna vertebrale.

Il tessuto osseo è il tessuto connettivo specialized che forma le ossa del corpo umano. È un tessuto duro e calcificato che fornisce supporto strutturale, protezione per organi vitali come il cervello e il cuore, e punto di attacco per muscoli e legamenti. Il tessuto osseo è composto da cellule chiamate osteoblasti, osteoclasti e osteociti, che sono immerse in una matrice extracellulare costituita da fibre collagene e sostanza minerale.

Le ossa, d'altra parte, sono le strutture rigide composte dal tessuto osseo. Ci sono 206 ossa nel corpo umano adulto che formano lo scheletro e forniscono una forma al corpo. Le ossa possono essere classificate in diversi tipi, tra cui lunghe, corte, piatte e irregolari, a seconda della loro forma e dimensione.

Le ossa lunghe, come il femore e l'omero, sono caratterizzate da una parte centrale chiamata diafisi e due estremità chiamate epifisi. Le ossa corte, come le vertebre e le costole, hanno dimensioni simili in tutte le direzioni. Le ossa piatte, come il cranio e lo sterno, sono sottili e larghe. Infine, le ossa irregolari, come il sacro e l'osso sacro, non rientrano in nessuna di queste categorie.

Il tessuto osseo è un tessuto dinamico che subisce costantemente processi di rimodellamento attraverso l'attività degli osteoblasti e degli osteoclasti. Questo processo consente all'osso di adattarsi alle sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposto, garantendo la sua integrità strutturale e funzionale.

Il raloxifene è un farmaco approvato dalla FDA (Food and Drug Administration) che appartiene alla classe dei modulatoratori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM). Agisce come agonista parziale su alcuni recettori degli estrogeni e come antagonista su altri.

Nel caso specifico, il raloxifene si lega ai recettori degli estrogeni nel tessuto osseo, dove funge da agonista e aiuta a mantenere la densità minerale ossea, riducendo così il rischio di osteoporosi e fratture nelle donne in postmenopausa. Tuttavia, nel tessuto mammario, si comporta come antagonista, bloccando l'azione degli estrogeni e riducendo il rischio di carcinoma mammario invasivo.

Il raloxifene è spesso prescritto per la prevenzione e il trattamento dell'osteoporosi nelle donne in postmenopausa, nonché per ridurre il rischio di cancro al seno in donne ad alto rischio. Gli effetti avversi possono includere vampate di calore, aumento del rischio di tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda e embolia polmonare), e un lieve aumento del rischio di eventi cardiovascolari come infarto miocardico e ictus.

Gli idrossicolicalciferoli sono forme attive della vitamina D che il corpo produce naturalmente quando la pelle viene esposta alla luce solare. Più precisamente, si riferiscono ai composti 25-idrossivitamina D3 (25(OH)D3) e 1,25-diidrossivitamina D3 (1,25(OH)2D3), anche noti come calcifediolo e calcitriolo, rispettivamente.

Il 25(OH)D3 è prodotto nel fegato come forma di stoccaggio della vitamina D e può essere convertito in 1,25(OH)2D3 nei reni e in altri tessuti. Il calcitriolo è la forma attiva della vitamina D che svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell'equilibrio del calcio e del fosfato nel sangue, promuovendo l'assorbimento intestinale di questi minerali e prevenendone l'escrezione renale.

Le carenze di idrossicolicalciferoli possono portare a diverse condizioni patologiche, come il rachitismo nei bambini e l'osteomalacia o l'osteoporosi negli adulti. Al contrario, un eccesso di questi composti può causare ipercalcemia (elevati livelli di calcio nel sangue), che possono avere conseguenze negative sulla salute delle ossa e dei reni.

In termini medici, le fratture spontanee si riferiscono a fratture ossee che si verificano senza un trauma evidente o significativo. Queste fratture sono spesso il risultato di condizioni mediche sottostanti che indeboliscono l'osso, come l'osteoporosi, tumori ossei o infezioni. L'osteoporosi, in particolare, è una causa comune di fratture spontanee, soprattutto nelle persone anziane, poiché la malattia indebolisce la struttura dell'osso, rendendolo più fragile e suscettibile alle fratture.

Le fratture spontanee possono verificarsi in qualsiasi osso del corpo, ma sono più comuni nelle ossa fragili come le vertebre, il femore (osso della coscia) e il polso. I sintomi di una frattura spontanea includono dolore improvviso e intenso, gonfiore, lividi, deformità ossea e difficoltà a muovere la parte del corpo interessata. Il trattamento dipende dalla gravità e dalla posizione della frattura, ma può includere il riposo, l'immobilizzazione con un gesso o un tutore, la fisioterapia e, in alcuni casi, la chirurgia.

È importante notare che, sebbene le fratture spontanee possano verificarsi senza trauma evidente, possono comunque essere il risultato di forze minori o stress ripetitivi sull'osso indebolito. Pertanto, è essenziale consultare un medico se si sospetta una frattura spontanea, anche se non si ricorda alcun trauma specifico.

Il collagene di tipo I è una proteina fibrosa che costituisce la maggior parte della matrice extracellulare nel tessuto connettivo. È il tipo più abbondante di collagene nel corpo umano e si trova principalmente nei tendini, nelle ossa, nella pelle, nei legamenti, nei vasi sanguigni e nei denti. Il collagene di tipo I è costituito da catene polipeptidiche chiamate alfa-1 (I) e alfa-2 (I) che si avvolgono insieme per formare una triple elica stabile. Questo tipo di collagene fornisce forza e integrità alla matrice extracellulare, supportando così la struttura e la funzione dei tessuti connettivi. La sua produzione può essere influenzata da vari fattori, come l'età, le abitudini di vita e alcune condizioni mediche, il che può portare a disturbi del tessuto connettivo come l'osteogenesi imperfetta e l'epidermolisi bollosa.

La tibia, nota anche come shin bone o osso della gamba inferiore, è il più grande e forte dei due ossi nella parte inferiore della gamba. Si estende dal ginocchio alla caviglia ed è un osso lungo, sigmoide (a forma di S) che presenta tre facce (anteriori, mediali e laterali), tre margini (superiori, inferiori e posterolaterali) e tre articolazioni (ginocchio, fibula e astragalo). La tibia supporta la maggior parte del peso corporeo durante le attività di routine come camminare, correre o saltare. Lesioni o patologie che colpiscono la tibia possono causare dolore, gonfiore e difficoltà nel movimento.

Ecco una breve tabella con le caratteristiche principali della tibia:

| Caratteristica | Descrizione |
|----------------------|-----------------------------------------------------------------------------|
| Nome | Tibia |
| Localizzazione | Parte inferiore della gamba, tra il ginocchio e la caviglia |
| Forma | Osso lungo sigmoide (a forma di S) |
| Articolazioni | Ginocchio, fibula, astragalo |
| Funzione | Supporta il peso corporeo e facilita la deambulazione, la corsa e il salto |
| Lesioni comuni | Fratture da stress, fratture trasversali, periostite, osteosarcoma |

In termini medici, un farmaco generico è definito come una versione di un farmaco originale, noto anche come farmaco brand name o farmaco di riferimento, la cui brevetto è scaduto. Quando il brevetto di un farmaco scade, altre aziende farmaceutiche possono produrre la stessa formaulation del farmaco e commercializzarlo con un nome diverso, che è noto come nome generico.

I farmaci generici devono contenere gli stessi principi attivi del farmaco di riferimento e devono essere equivalenti in termini di dosaggio, forza, forma, via di somministrazione, qualità, efficacia e sicurezza. Tuttavia, i farmaci generici possono avere forme diverse, colori o sapore diversi rispetto al farmaco di riferimento.

La produzione di farmaci generici è regolamentata dalle autorità sanitarie, come la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti, per garantire che siano sicuri ed efficaci quanto il farmaco originale. I farmaci generici sono generalmente più convenienti rispetto ai farmaci di marca, poiché le aziende farmaceutiche che producono farmaci generici non devono sostenere i costi associati alla ricerca e allo sviluppo del farmaco.

Le malattie metaboliche delle ossa, anche note come disturbi del metabolismo osseo, si riferiscono a un gruppo eterogeneo di condizioni che influenzano la struttura e la funzione delle ossa. Questi disturbi sono caratterizzati da anomalie nel metabolismo dei minerali ossei, principalmente calcio e fosfato, e del tessuto connettivo osseo.

Una malattia metabolica ossea ben nota è l'osteoporosi, una condizione in cui i livelli di calciolo nelle ossa diventano bassi, rendendole fragili e suscettibili alle fratture. Altre malattie metaboliche delle ossa includono:

1. Osteogenesi Imperfetta: una condizione genetica che indebolisce le ossa, rendendole più inclini a rompersi e curvarsi.
2. Ipofosfatasia: un disturbo metabolico ereditario che causa fragilità ossea e anomalie dentali.
3. Malattia di Paget dell'osso: una condizione in cui l'osso si rigenera in modo anormale, diventando più grande e più debole del normale.
4. Iperparatiroidismo: una condizione in cui le ghiandole paratiroidee producono troppo ormone paratiroideo, che regola i livelli di calcio nel sangue. Questo può portare a fragilità ossea e altri problemi di salute.
5. Ipoparatiroidismo: una condizione in cui le ghiandole paratiroidee non producono abbastanza ormone paratiroideo, il che può portare a bassi livelli di calcio nel sangue e fragilità ossea.

Il trattamento delle malattie metaboliche delle ossa dipende dalla causa sottostante del disturbo e può includere farmaci, cambiamenti nella dieta, esercizio fisico e altri interventi medici.

La colonna vertebrale, nota anche come rachide, è un importante e complesso sistema scheletrico che si estende dalla base del cranio fino all'osso sacro. Essa è composta da una serie di 33-34 unità ossee vertebrali superiore ed inferiore separate da dischi intervertebrali fibrocartilaginei. Queste vertebre sono concatenate insieme da articolazioni, legamenti e muscoli che forniscono supporto, forma e stabilità al corpo.

La colonna vertebrale è divisa in cinque regioni: cervicale (7 vertebre), toracica (12 vertebre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre fuse) ed coccigea (4-5 vertebre inferiori fuse).

La sua funzione principale è quella di proteggere il midollo spinale, che trasporta i nervi che controllano le funzioni motorie e sensoriali del corpo. Inoltre, la colonna vertebrale fornisce un'articolazione mobile che permette movimenti come flessione, estensione, rotazione e inclinazione laterale. La sua struttura robusta ma flessibile consente di sostenere il peso del corpo, mantenere l'equilibrio e assorbire gli urti durante le attività quotidiane.

La tecnica di demineralizzazione ossea è un metodo di preparazione di campioni scheletrici per l'esame istologico. Questa tecnica prevede la rimozione del calcio e del fosfato dalle ossa, sostanze che altrimenti renderebbero difficile l'osservazione dei tessuti molli circostanti al microscopio.

Il processo di demineralizzazione viene tipicamente eseguito immergendo il campione osseo in una soluzione acida, come l'acido cloridrico o l'acido formico, per un periodo di tempo specifico. La durata dell'immersione dipende dalla dimensione e dal tipo di campione, nonché dalla concentrazione della soluzione acida utilizzata.

Dopo la demineralizzazione, il campione viene solitamente trattato con diversi agenti chimici per decalcificare ulteriormente eventuali residui di sali minerali e quindi incluso in paraffina per essere tagliato in sezioni sottili e successivamente esaminato al microscopio.

Questa tecnica è comunemente utilizzata in patologia scheletrica e in ricerca biomedica per studiare la struttura e la morfologia delle ossa, nonché le interazioni tra i tessuti ossei e quelli circostanti. Tuttavia, va eseguita con attenzione per evitare una demineralizzazione eccessiva che potrebbe danneggiare il campione e rendere difficile l'interpretazione dei risultati.

Le vertebre lombari sono le cinque o sei grandi vertebre presenti nella parte inferiore della colonna vertebrale, che vanno dalla dodicesima vertebra toracica (T12) alla prima vertebra sacrale (S1). Sono le vertebre più grandi e robuste della colonna vertebrale, disegnate per sopportare il peso corporeo e consentire movimenti come il sollevamento, la flessione e la torsione del tronco. Ciascuna vertebra lombare è composta da un corpo vertebrale anteriore, un anello osseo posteriore (lamina), due peduncoli (processi trasversali) che si estendono lateralmente e diversi processi spinosi e articolari. Le vertebre lombari sono soggette a diverse patologie, tra cui l'ernia del disco, la stenosi spinale, l'artrite e le fratture da compressione, che possono causare dolore, rigidità e disabilità.

'Non Translated' non è una definizione medica riconosciuta, poiché si riferisce più probabilmente a un contesto di traduzione o linguistico piuttosto che a uno strettamente medico. Tuttavia, in un contesto medico, "non tradotto" potrebbe essere usato per descrivere una situazione in cui i risultati di un test di laboratorio o di imaging non sono chiari o presentano anomalie che devono ancora essere interpretate o "tradotte" in termini di diagnosi o significato clinico. In altre parole, il medico potrebbe dire che i risultati del test non sono stati "tradotti" in una conclusione definitiva o in un piano di trattamento specifico.

L'acido clodronico è un farmaco appartenente alla classe dei bisfosfonati, che viene utilizzato principalmente nel trattamento dell'osteoporosi e della malattia ossea di Paget. Agisce inibendo la dissoluzione delle parti minerali delle ossa, aumentandone la densità e rafforzandone la struttura.

Il farmaco viene assunto per via orale e, una volta ingerito, viene assorbito dall'intestino tenue e distribuito in tutto il corpo attraverso il flusso sanguigno. L'acido clodronico si accumula principalmente nelle ossa, dove viene incorporato nella matrice ossea durante il processo di rimodellamento osseo.

L'acido clodronico inibisce l'attività degli osteoclasti, le cellule responsabili della riassorbimento osseo. Ciò riduce la velocità di dissoluzione delle parti minerali delle ossa e ne aumenta la densità, rendendole più forti e meno suscettibili a fratture.

Gli effetti collaterali dell'acido clodronico possono includere disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea o costipazione, dolori articolari, mal di schiena e affaticamento. In rari casi, può causare effetti più gravi come ulcere gastriche, infiammazione dei muscoli scheletrici (mialgia) o delle articolazioni (artralgia), reazioni allergiche o problemi ai reni.

Prima di iniziare il trattamento con l'acido clodronico, è importante informare il medico di eventuali altre condizioni mediche preesistenti o di qualsiasi altro farmaco che si sta assumendo, poiché può interagire con altri medicinali e influenzarne l'efficacia o aumentarne il rischio di effetti collaterali.

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